Massimo Coppola @massimcoppola — 20.14 25 ottobre 2021 — grazie Massimo !

Succede qualcosa. Tutti ne parlano su twitter, per 24-48 ore. Poi arriva

@maurobiani

e dice “la” cosa.

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Un piccolo buio - Massimo Coppola - copertina

Un piccolo buio

di Massimo Coppola (Autore)
Bompiani, 2019

«Questo fa il tempo. Prende e ti vomita addosso la tua cecità. Ogni momento passato diventa un piccolo buio, c’è sempre qualcosa che non hai visto, che non hai fatto. Non importa quanto la tua vita sia stata bella.»

Milano, 1936. A girare il filmato della cerimonia di inaugurazione di Palazzo Vittoria è un giovane regista, che si lascia presto distrarre da una ragazza bella e irrequieta con la quale esplora gli appartamenti ancora vergini e scopre una macchia di sangue sul mosaico vicino agli ascensori. La struttura di questo romanzo è semplice: quella del 1936 è solo la prima immagine, il primo movimento della vita a Palazzo Vittoria. Una volta ogni decennio, dal boom economico all’eroina, dagli anni Zero a un futuro vicino, il narratore posa il suo sguardo su quelle stanze dove nuovi protagonisti intrecciano i loro percorsi. Michele, Leda, Carlo, Chiara, Luca, Marco, Vittoria: li vediamo giovani, poi maturi e infine anziani, nascono figli che somigliano a loro da ragazzi, si intrecciano e si disfano cent’anni di vite immaginarie. Comincia un gioco di ricordi, di specchi e proiezioni che fa di Palazzo Vittoria – luogo più che mai reale – uno scenario onirico e rivelatore. Massimo Coppola costruisce un libro stratificato, in cui sperimenta registri linguistici e inquadrature, mescola il romanzo storico e la commedia all’italiana, racconta la paura di vivere che attraversa il nostro tempo: “un piccolo buio” nascosto nel cuore di ognuno, ma sempre sul punto di allargarsi e inghiottire tutto, come uno schermo che si oscura. Ma soprattutto questo romanzo dà dignità di personaggio a un luogo chiave della vita moderna, il condominio, che diventa il teatro di una possibile “nékyia”, il rito antico per riportare sulla terra gli spettri dei morti: ciascuno di loro ci consegna il suo frammento di vita pubblica e di privato destino, ci costringe a un bilancio sul secolo da cui veniamo, e poi lascia spazio a un futuro in cui forse costruire qualcosa di nuovo sarà ancora possibile.

 

 

nota del blog :

 

 

Palazzo Vittoria - Milano - 1935

Palazzo Vittoria a  Milano, Piazza 5 Giornate/ Angolo 22 marzo

da:

https://www.beniculturalionline.it/post.php?n=1917

 

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2 risposte a Massimo Coppola @massimcoppola — 20.14 25 ottobre 2021 — grazie Massimo !

  1. ueue scrive:

    Mi sembra indovinato lo spunto del condominio. Bella come sempre la vignetta di Biani.

  2. ueue scrive:

    Penoso il vecchio attore perennemente “giovane” perché non cresce mai.

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