IL FATTO QUOTIDIANO DEL 27 OTTOBRE 2021 :: Ddl Zan, il Senato affossa la legge grazie al voto segreto. Almeno 16 franchi tiratori rianimano il centrodestra. Zan: “Colpa di chi ha inseguito le sirene sovraniste” + ANSA.IT / 15.42

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 27 OTTOBRE 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/27/ddl-zan-approvata-la-tagliola-di-lega-e-fdi-a-scrutinio-segreto-con-154-si-e-131-no-salta-lesame-degli-articoli/6369795/

 

 

Ddl Zan, il Senato affossa la legge grazie al voto segreto. Almeno 16 franchi tiratori rianimano il centrodestra. Zan: “Colpa di chi ha inseguito le sirene sovraniste”

Ddl Zan, il Senato affossa la legge grazie al voto segreto. Almeno 16 franchi tiratori rianimano il centrodestra. Zan: “Colpa di chi ha inseguito le sirene sovraniste”

LA BATTAGLIA SUI DIRITTI – La proposta di saltare il voto sui singoli articoli e andare direttamente alla votazione finale, presentata da Lega e Fratelli d’Italia, raccoglie 154 sì su 288 presenti. Zan prima della seduta di Palazzo Madama aveva detto: “Se passa, la legge è morta”. Ora conferenza dei capigruppo per decidere come procedere

 

 

di F. Q. | 27 OTTOBRE 2021

 

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Il Senato, a scrutinio segreto, ha votato a favore della “tagliola” proposta da Lega e Fratelli d’Italia per il ddl Zan: ovvero si ferma l’esame del testo. A favore, 154 senatori131 i contrari e due astenuti. Presenti 288 senatori.

La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta dagli applausi dell’emiciclo: al momento di andare alla conta, nel segreto dell’urna, sono arrivati gli “aiutini” al centrodestra. Ora per la legge contro l’omotransfobia, al centro di polemiche e decine di rinvii, il cammino si fa davvero difficoltoso. “Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare”, ha scritto su Twitter il deputato dem Alessandro Zan. Poco prima della votazione, intervenendo a “L’aria che tira” su La7, aveva detto: “Se passa la tagliola, la legge è morta“.

Ed è proprio questo il destino a cui il provvedimento potrebbe andare incontro: approvato dalla maggioranza giallorossa compatta a novembre scorso, con l’arrivo di Draghi al governo è stato scaricato da Italia viva che ha deciso di schierarsi con la destra per chiedere ulteriori modifiche. E, come dimostrato dal voto di oggi, tra assenze e franchi tiratori, far passare la legge sembra una sfida ormai impossibile. Un precedente risale al 14 luglio scorso: la richiesta di sospendere l’esame del testo fu bocciata con lo scarto di un solo voto (136 contro 135).

I numeri – Ora si cerca di capire come si sono comportati i gruppi nel segreto dell’urna. Il centrodestra, che di base conta circa 135 senatori, ha potuto contare sull’aiuto di 19 senatori. Secondo fonti Pd, il centrosinistra ha avuto 16 voti in meno di quelli previsti: gli occhi puntati sono sui renziani che a Palazzo Madama sono 16 (ma c’erano 4 assenze). Erano 288 i senatori presenti in Aula e 287 i votanti.

Da quanto risulta finora ai singoli gruppi, 2 senatori della Lega erano assenti sul totale di 64 e 3 gli assenti di Forza Italia rispetto al totale di 49. Si tratta di Niccolò Ghedini, Renato Schifani e Massimo Ferro. Per Fratelli d’Italia, invece, presenti tutti i 21 senatori. Nel Pd si contano 2 assenze su 38, 4 nel gruppo di Italia viva su 16 e 2 tra gli scranni del M5s sul totale di 74. Per il gruppo delle Autonomie solo un’assenza su 8 senatori, così come per L’alternativa c’è (ex M5s, che sono oggi nel gruppo Misto): presenti 3 su 4.

 

Tra i presenti di FI, c’è stato un voto in dissenso ‘certo’: è quello di Barbara Masini che ha spiegato in Aula: “La mia storia personale e la mia coscienza mi hanno costretto a votare contro le mozione di non passaggio agli articoli, andando anche contro il mio gruppo di riferimento”. A luglio la senatrice, protagonista di un coming out mesi prima, aveva fatto un intervento commosso in aula dicendo di essere favorevole al disegno di legge Zan, pur con alcune riserve.

 

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Le reazioni: finisce tutti contro tutti – I primi a esultare sono stati i senatori del centrodestra: Lega, Fi e Fratelli d’Italia hanno accolto l’annuncio tra gli applausi in Aula. Ha festeggiato il senatore del Carroccio Matteo Salvini: “Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5 stelle”, ha dichiarato, “hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega”. Peccato che, di fatto, sarà impossibile ripartire e portare avanti una nuova legge. Soprattutto alla luce di posizioni così inconciliabili.

Chi ha usato parole pressoché identiche rispetto a quelle della Lega, è stata la renziana Maria Elena Boschi: “L’arroganza di Cinque stelle e Pd ha prodotto una sconfitta incredibile, non solo per il Parlamento, che ha perso l’occasione di far approvare una legge di civiltà, ma per le tante donne e uomini che aspettavano di essere finalmente tutelati da aggressioni e discriminazioni”.

Amarezza e preoccupazione invece sul fronte del centrosinistra: il Pd ha spinto per arrivare a un voto in Aula e ora però non tutti approvano la strategia. “Hanno voluto fermare il futuro”, ha scritto su Twitter Enrico Letta, “hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato.

Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà. #DdlZan”. E pure Giuseppe Conte si è unito alla linea del leader Pd: “Registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l’orientamento sessuale. Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari”.

Ma non è così conciliante una delle prime firmatarie M5s: Alessandra Maiorino. “Io sono nuova al Senato, questo è il mio primo mandato e trovo tutto molto strano. Abbiamo lasciato che le cose venissero condotte da chi aveva più esperienza e credibilità di noi nel mondo Lgbt, come il Pd, e questo è stato l’esito. Mi limito a registrate questo. Sono molto amareggiata e spero che la politica cresca”.

Ma anche dentro il Pd non mancano le amarezze: “Bisogna chiedere le dimissioni di chi ha gestito questa vicenda, nel gruppo e in Commissione Giustizia”, ha detto Valeria Fedeli, senatrice del Pd, uscendo dall’Aula visibilmente amareggiata. Poco dopo è stata anche raggiunta da Un giorno da pecora: ha risposto in lacrime e non ha voluto andare oltre. “Pensano di aver fatto un dispetto al Pd, hanno fatto uno sfregio all’Italia. #ddlzan”, ha scritto su Twitter il capo delegazione del Pd al governo Andrea Orlando.

 

Le polemiche per il voto segreto –

A dichiarare ammissibile il voto segreto oggi, segnando così una svolta decisiva nel percorso della legge, è stata la presidente Elisabetta Casellati. La decisione è stata contestata da Luigi Zanda (Pd), Loredana De Petris (Leu) e Gianluca Perilli (M5s): secondo i giallorossi non era giustificabile mettere il voto segreto su una richiesta procedurale, ma secondo Casellati invece era autorizzato da alcuni precedenti.

Dai banchi ha protestato anche il senatore grillino Vincenzo Santangelo: “Lei è un gran maleducato, io la ammonisco”, ha detto la presidente. A quel punto si sono alzati i toni e sono partiti i cori: “Fuori, fuori”. La presidente ha quindi ammonito ancora Santangelo che, a quanto si capisce, avrebbe fatto “un gestaccio” verso lo scranno della presidente.

A quel punto è iniziata la dichiarazione di voto e sulla carta sembrava che una maggioranza per bloccare la tagliola si potesse raggiungere: si sono schierati a favore Fi, Fdi e Lega, mentre contrari Pd, Leu, M5s, Autonomie e Italia viva. Peccato però che, al momento del voto, non tutti hanno rispettato le indicazioni.

 

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Renzi assente dopo aver affossato la legge. Di Maio si schiera – Il provvedimento, che reca misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere o disabilità, era stato approvato alla Camera a novembre scorso dalla maggioranza giallorossa (compresa Italia viva e con 5 dissidenti Fi che votarono a favore).

La caduta del governo Conte 2 ha cambiato le carte in tavola, portando i renziani a schierarsi con il centrodestra e di fatto condannando la legge a un difficilissimo iter. In Aula è assente Matteo Renzi: il senatore e leader di Italia viva, dopo aver ritirato l’appoggio a un provvedimento che i suoi hanno sostenuto e contribuito a scrivere, oggi vola in Arabia Saudita per omaggiare il principe saudita Bin Salman, considerato dall’intelligence americana il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi: parteciperà infatti a un panel del FII Institute, la fondazione nel cui board of trustees siede.

Dopo aver affossato una legge per ampliare la tutela dei diritti in Italia, Renzi se ne va nel Paese degli al-Saud dove, secondo l’ultimo report di Amnesty, “si è intensificata la repressione dei diritti alla libertà d’espressione, associazione e riunione”.

 Si è invece presentato a Palazzo Madama Giuseppe Conte: il presidente M5s, pur non sedendo in Parlamento, è al Senato per alcuni incontri e per seguire i lavori dell’Aula. Proprio oggi, a esporsi in difesa della legge oggi c’è stato il ministro degli Esteri M5s Luigi Di Maio: “Il ddl Zan è sacrosanto e dovrebbe diventare legge in pochi minuti”, ha detto a Radio Anch’io su Rai Radio1. “Io penso che serva grande responsabilità.

Questo è un disegno di legge sacrosanto dovrebbe diventare legge in pochi minuti invece sono ormai mesi e mesi che se ne discute. E’ un paese in cui ci sono ancora forti discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali. Questo non è accettabile e dobbiamo ovviamente irrigidire i meccanismi normativi per evitare che queste discriminazioni, in alcuni casi aggressioni – lo abbiamo visto durante questo anno, casi ignobili – si fermino”.

Le trattative degli ultimi giorni sono fallite perché il centrodestra e i renziani chiedono che venga snaturato il testo: chiedono che i crimini di odio non siano estesi anche alle discriminazioni sulla base dellidentità di genere e che sia tolta la possibilità di fare prevenzione nelle scuole. 

Lega, Fi, Fdi e Italia viva chiedono di tornare al tavolo e far ricominciare da capo l’iter della legge: ma se anche fosse, le posizioni restano troppe inconciliabili perché si arrivi a un accordo.

 

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ANSA.IT — 27 OTTOBRE 2021- 15.42

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  1. ueue scrive:

    Purtroppo la sconfitta dei progressisti era nell’aria. Ho pensato che l’affossamento della legge da parte della Presidente del Senato, con l’approvazione della votazione segreta, sia un gradino per arrivare da parte sua alla presidenza della Repubblica. Facciamo scongiuri!

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