IL FATTO QUOTIDIANO DEL 26 OTTOBRE 2021 — 21.13 + F. Q. 21.50 ca ::: Manovra, è rottura tra governo e sindacati: “Nessuna risposta sulle pensioni, troppo poco per gli ammortizzatori. Valuteremo forme e strumenti di mobilitazione”+ ANSA.IT – 22.54

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 26 OTTOBRE 2021 — 21.13

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/26/manovra-braccio-di-ferro-al-tavolo-tra-governo-e-sindacati-sulle-pensioni-nessuna-risposta-valuteremo-forme-e-strumenti-di-mobilitazione/6369523/

 

Manovra, è rottura tra governo e sindacati: “Nessuna risposta sulle pensioni, troppo poco per gli ammortizzatori. Valuteremo forme e strumenti di mobilitazione”Manovra, è rottura tra governo e sindacati: “Nessuna risposta sulle pensioni, troppo poco per gli ammortizzatori. Valuteremo forme e strumenti di mobilitazione”

di F. Q. | 26 OTTOBRE 2021

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Una settimana dopo il varo del Documento programmatico di bilancio, i nodi che dividono la maggioranza restano irrisolti. E, a due giorni dal consiglio dei ministri che dovrebbe licenziarla in ritardo di otto giorni rispetto a quanto prevedono le regole Ue, la manovra da 23 miliardi rimane un cantiere aperto.

Il confronto con i sindacati sulle pensioni e sull’avvio della riforma fiscale, iniziato alle 18:30, è finito due dopo senza un accordo e in un clima teso. Il premier Mario Draghi se n’è andato poco dopo le 20 lasciando a Chigi, insieme ai segretari di Cgil e Cisl e Uil, i ministri del Lavoro Andrea Orlando, dell’Economia Daniele Franco e della pa Renato Brunetta.

Ma la quadra è ben lontana. L’incontro “è stato un braccio di ferro“, fanno sapere dalla triplice. “Non è andato bene, ci sono alcune risposte parziali e positive sulla riforma degli ammortizzatori sociali ma ci sono 3 miliardi e per noi non sono sufficienti”, ha detto il segretario Cgil Maurizio Landini. “Per domani non è previsto nessun incontro”.

“Il sindacato valuterà nei prossimi giorni forme e strumenti di mobilitazione per fare scelte adeguate”, avverte il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

“Sulle pensioni non c’è neanche una scelta: né 102 né 104 c’è solo la scelta di stanziare 600 milioni per la proroga di Opzione Donna e l’Ape sociale. Né ci sono risposte a chi ha versato per 41 anni i contributi a prescindere dalla età anagrafica non ci sono risposte sulla necessaria riforme complessiva”.

Franco, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e il ministro dell’Agricoltura e capo delegazione M5s Stefano Patuanelli sono rimasti nella sede del governo per una ulteriore riunione. Su come superare quota 100 evitando il maxi scalone che si creerebbe con un ritorno immediato alla legge Fornero non si trova il punto di caduta. Il Documento di bilancio ha messo a disposizione per il prossimo anno solo 600 milioni e nel fine settimana la Cgil ha respinto al mittente la proposta di quota 102 nel 2022 – possibilità di uscita a 64 anni di età e 38 di contributi – seguita poi da quota 104 parlando di una “presa in giro” perché, secondo i calcoli dell’osservatorio Previdenza della Fondazione Di Vittorio e della Cgil Nazionale, potrebbero usufruirne solo 10mila persone circa (una stima ricavata proiettando nel prossimo biennio i dati relativi a chi ha usufruito di Quota 100). Gli unici punti fermi dovrebbero essere la proroga di Opzione Donna e l’estensione dell’Ape social ad altre categorie di lavoratori gravosi.

Il ripristino dello strumento per l’anticipo della pensione delle donne e l’ampliamento dell’Ape social sono sostenute dalla gran parte dei partiti della maggioranza. Che al contrario sono però spaccati su tutto il resto: Enrico Letta ha detto no al sistema delle quote che è invece fortemente voluto dalla Lega – secondo cui serve però un meccanismo più generoso – mentre secondo il Movimento 5 Stelle serve una riforma organica “che esca dallo schema creato intorno alla sommatoria tra anni di lavoro ed età anagrafica e che consideri solo ed esclusivamente i reali versamenti contributivi di ogni lavoratore“, ha spiegato la sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche sociali, Rossella Accoto. 

“Un piano che metta al centro il sistema contributivo ma che mantenga sempre la possibilità di andare in pensione anche prima dell’età stabilita dalla legge Fornero, che tuteli e aggiorni la platea dei lavori usuranti e che tenga in debito conto i lavoratori discontinui e le donne”.

Nessun accordo nemmeno sul taglio delle tasse: gli 8 miliardi disponibili finiranno in un fondo ad hoc ma solo in un secondo momento, probabilmente durante l’iter parlamentare o in extremis con un decreto successivo, arriverà il dettaglio delle misure. Una delle ipotesi prevede che l’intervento vada più a vantaggio delle famiglie che delle imprese, concentrando le risorse sul taglio dell’Irpef per i lavoratori dipendenti. Tutto da vedere, in questo caso, con quale strumento procedere (il rafforzamento del bonus, un intervento sulle detrazioni o una prima revisione delle aliquote). Ma sul tavolo rimane anche l’idea di cancellare il contributo che pagano i datori di lavoro per finanziare gli attuali assegni familiari, visto che da gennaio l’assegno unico entrerà a regime per tutti, dipendenti e autonomi, mentre il contributo Cuaf (Cassa Unica Assegni Familiari) peserebbe solo su chi ha dipendenti. Peraltro, eliminarlo aiuterebbe anche le famiglie che pagano il contributo in veste di datori di lavoro di colf, babysitter o badanti.

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 26 OTTOBRE–21.50 ca

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RIPORTIAMO, DELL’ARTICOLO, SOLO LE PARTI DI NOVITA’ RISPETTO AL PRECEDENTE:

 

— E i sindacati smentiscono che – come aveva fatto sapere Chigi – domani sia previsto un supplemento di discussione su “alcuni aspetti specifici”: “Non c’è nessun incontro”, ha detto il segretario Cgil Maurizio Landini. “Non è andata bene. Il governo ha ribadito che giovedì approverà in Cdm la manovra e che questo è il perimetro. Valuteremo cosa deciderà, quello che abbiamo detto è chiaro: se si andrà in una certa direzione bene, se vogliono confrontarsi con noi bene, altrimenti valuteremo unitariamente con Cisl e Uil cosa fare”.

–Il Consiglio dei ministri approverà dunque la norma con le risorse, poi si approfondirà il confronto con partiti e parti sociali. Draghi e Franco vorrebbero destinare la quasi totalità delle risorse a tagliare il cuneo fiscale per i lavoratori. Ed è questa anche la posizione del Pd di Letta. Ma il centrodestra e il mondo imprenditoriale chiedono di agire anche lato aziende. Circola l’ipotesi che due terzi vadano ai lavoratori, un terzo alle imprese. Le opzioni in campo sono, secondo il sottosegretario di Leu Maria Cecilia Guerra, “ridurre il peso dell’Irpef sul reddito da lavoro dipendente o intervenire sull’Irap, che grava in particolare su imprese e lavoratori autonomi, o una riduzione dei contributi sociali”, come il contributo al Cuaf (Cassa unica assegni familiari).

Altro nodo, i bonus edilizi. “E’ fondamentale la continuità”, dice Letta, annunciando “battaglia”. Nel pomeriggio Dario Franceschini, che ideò l’incentivo al 90% per le facciate, ha incontrato Franco e il sottosegretario Roberto Garofoli: alla fine nulla è trapelato ma il bonus, che sembrava destinato a saltare, potrebbe rientrare con modifiche, ad esempio una percentuale ridotta al 70%. Quanto al Superbonus, caro al M5s e sostenuto da tutta la maggioranza, dovrebbe arrivare una proroga anche per le villette oltre che per i condomini, ma con un limite di reddito: si ipotizzavano 25mila euro di Isee ma la soglia sarebbe troppo bassa secondo i partiti e si starebbe ragionando sui 40mila euro.

 

ANSA.IT — 26 OTTOBRE 2021 — 21.54

 

 

Manovra: manca intesa sulle pensioni. Tensione Draghi-sindacati

Bombardieri: ‘L’incontro con il governo non è andato bene’. Landini: ‘Senza risposte valuteremo mobilitazioni’. Sbarra: ‘Risorse largamente insufficienti

 

Pensioni: Landini, la riforma superi limiti e quote

 

I TRE SEGRETARI SINDACALI: ( da sin. ) LANDINI, SBARRA, BOMBARDIERI- CGIL.CISL-UIL

 

NEL LINK

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/10/26/pensioni-quota-100-e-tasse-i-sindacati-vedono-draghi_301fa4a3-8cf5-4c79-870a-512fb74ea231.html

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1 risposta a IL FATTO QUOTIDIANO DEL 26 OTTOBRE 2021 — 21.13 + F. Q. 21.50 ca ::: Manovra, è rottura tra governo e sindacati: “Nessuna risposta sulle pensioni, troppo poco per gli ammortizzatori. Valuteremo forme e strumenti di mobilitazione”+ ANSA.IT – 22.54

  1. ueue scrive:

    Purtroppo è difficile capirci qualcosa.

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