L’ARTE DELLA SCULTURA DEL POPOLO MAKONDE -+ LE MASCHERE MAPIKO ( un inizio ) – DUE LINK MOLTO BELLI

 

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L’ARTE DELLA SCULTURA DEL POPOLO MAKONDE

 

 

 

Makonde woman with traditional tattoo in tanzania

UNA DONNA MAKONDE CON IL TRADIZIONALE TATUAGGIO DELLA TANZANIA

 

 

I Makonde sono una tribù che vive nel nord del Mozambico e sugli altopiani della Tanzania del sud e sono famosi a livello internazionale per le loro sculture complicate, basate sulla rappresentazione della vita, dell’amore, del bene e del male, e che raccontano le origini della storia dell’uomo.

 

PARTE IN BLU DA WIKIPEDIA

https://it.wikipedia.org/wiki/Makonde

 

Conosciuti come grandi guerrieri, furono fondamentali nella lotta di liberazione del Mozambico (l’indipendenza arrivò nel 1974) nei confronti del Portogallo perché oltre che feroci e agguerriti combattenti conoscevano meglio dell’esercito portoghese le foreste del nord del Mozambico dove si erano stabiliti da generazioni e questo li avvantaggiò nella lotta di liberazione.

Tra i Makonde, gli uomini hanno l’abitudine di limare i denti appuntendoli e facendoli diventare simili a quelli degli squali, ciò che contribuisce ad incrementare il loro aspetto aggressivo e ad alimentare la leggenda dei Makonde come guerrieri feroci. Hanno anche l’abitudine di tatuare il proprio corpo. Le colorate e a volte bizzarre maschere che rappresentano molte volte animali o persone malate vengono usate nelle loro cerimonie religiose e sono solo un esempio della ricca e antica cultura dei Makonde.

La precisa terra d’origine del popolo Makonde si trova nelle regioni montuose intorno al fiume Ruvuna che forma il confine tra il Mozambico e la Tanzania, in particolare nel sud di quest’area; qui si trovano le provincie di Capo Delgado e di Nassa. Molti Makonde vivono ancora lì, ma grandi gruppi migrarono in Tanzania stabilendosi in maggioranza nel sud o nella città di Dar es Salaam e nei suoi dintorni. Ci sono 2 popoli che definiscono sé stessi Makonde, quello del Mozambico e quello della Tanzania. Anticamente in riferimento ai Makonde si ritrovano i termini Mavia, Mawia o Maviha che significano violento, o spaventevole, o orribile. I 2 gruppi si differenziarono per vari motivi, ma soprattutto per il contatto avuto con gli arabi da parte di quelli della Tanzania; questi diventarono in maggioranza musulmani per salvarsi dalla schiavitù, visto che gli Arabi non facevano schiavi tra i popoli praticanti la loro stessa religione. I Makonde del Mozambico vissero invece in grande isolamento. Entrambi i gruppi scolpivano utensili per il proprio uso quotidiano, ma soltanto quelli del Mozambico continuarono nella produzione e vendita delle sculture. La proibizione islamica di riprodurre immagini umane probabilmente giocò un importante ruolo in questa differenza ostacolando lo sviluppo della scultura nei Makonde di Tanzania. Dopo la depressione del 1930 aumentò il numero dei Makonde che traversarono il fiume Ruvuma e molti di loro andarono a lavorare nelle piantagioni di sisal in Tanzania specialmente nelle regioni di Tanga e di Morogoro, ma anche nelle piantagioni di chiodi di garofano di Zanzibar e di Pemba.

 

Kashimiri Matajo, uno dei grandi scultori Makonde, vive in Tanzania vicino a Dar es Salaam

Mantennero la loro tradizionale abilità nello scolpire il legno da guadagnarsi la vita nel nuovo ambiente e svilupparono quella che ora è conosciuta in tutto il mondo come scultura Makonde. Tra i grandi scultori Makonde ricordiamo Kashimiri Matayo, Yoseph Francis, Nafasi Mpagua, Hossein Hanangagola, Dastani Nyedi.

Il termine “Chikungunya”, patologia virale appartenente alla classe delle arbovirosi è una parola in lingua Makonde, che descrive l’andatura tipica di chi è affetto dalla Chikungunya: letteralmente significa “ciò che piega” o “contorce”. La patologia, infatti, provoca intensi dolori articolari che costringono all’impotenza funzionale di molte articolazioni.

 

 

NEL MOZAMBICO IN FERMENTO VALE ANCORA LO 'SPIRITO DI ROMA' - Limes

 

 

 

 

L’arte figurativa Makonde è rinomata in tutta l’Africa per l’originale opera di intaglio e per le fantasiose figure che vengono rappresentate; le sculture simboleggiano la cultura tradizionale di questo popolo.

 

Makonde Lipico masks (pl. Mapiko) - RAND AFRICAN ART

 

Sicuramente i Makombe scolpiscono il legno da tre secoli, questo lo si sa per certo poiché alcuni mercanti arabi in quel periodo portarono nei loro paesi di origine alcuni manufatti; ma molto probabilmente questa è un’arte che affonda le sue radici molto prima nel tempo.

 

 

 

The mask above is in the Gelbard Collection of African Art

From the book: Remnants of Ritual

 

 

 

Remnants of Ritual: Selections from the Gelbard Collection of African Art: Rodolitz, Scott, Bourgeois, Arthur: 9780972773119: Amazon.com: Books

Remnants of Ritual: Selections from the Gelbard Collection of African Art

Scott Rodolitz, Arthur Bourgeois

$30.00 Paperback– AMAZON

 

 

 

Gelbard Collection of African Art, The, Tuesday November 13, 2007 Paperback – January 1, 2007

by Auction catalog (Author)

39.97 EURO — AMAZON

 

Makonde Helmet Mask, Fine Arts Museums of San Francisco,

Johnson Photo

Makonde Lipico mask

Blackened wood with tufts of human hair on top.  Raised scarification marks in zigzags and other geometric patterns.

Provenance:  the estate of Jean-Pierre Hallet, Malibu.

 

Anche se cambiano i soggetti ritratti, la tecnica di scultura è rimasta la stessa nei secoli: le elaborate statue vengono ricavate da un unico pezzo di legno che viene scavato e intagliato per dare vita all’opera d’arte.

 

300 Semi di Dalbergia melanoxylon Blackwood africano ebano immagine 0

 

 

300 Semi di Dalbergia melanoxylon Blackwood africano ebano immagine 2

 

 

300 Semi di Dalbergia melanoxylon Blackwood africano ebano immagine 4

ALBERO MPINGO

 

DA : https://www.etsy.com/it/listing/935822841/300-semi-di-dalbergia-melanoxylon?gpla=1&gao=1&&utm_source=google&utm_medium=cpc&utm_campaign=shopping_it_it_it_-craft_supplies_and_tools-floral_and_garden_supplies&utm_custom1=_k_Cj0KCQjw4eaJBhDMARIsANhrQAC8OhhYG00CKltAxmdHTnou2LX5fZ6IdvuqcGq99RaX2Hv32om0kXMaAmwaEALw_wcB_k_&utm_content=go_13703307791_131027123464_530490422314_pla-295474483867_c__935822841itit_469738421&utm_custom2=13703307791

 

 

 

Il legno che tradizionalmente viene utilizzato per le sculture proviene dall’albero noto come “ebano del Mozambico” o Dalbergia Melanoxylon o, in kiswahili, mpingo; quest’ultimo è un legno particolare, infatti ha una corteccia di colore chiaro sotto la quale è presente un piccolo strato di legno morbido e bianco e l’ulteriore strato sottostante che ha un colore che varia dal rosso intenso al nero, a seconda del terreno e dell’età dell’albero.

Gli scultori Makonde scolpiscono i personaggi raccontando la loro storia e caratterizzando le espressioni e i lineamenti, ad esempio quando rappresentano il proprio popolo realizzano sculture armoniose con lineamenti raffinati, mentre invece quando ritraggono i propri nemici li rappresentano con lineamenti distorti e ridicoli e con l’aspetto grottesco.

 

 

340 Makonde masks Tanzania/ Mozambique ideas in 2021 | african art, african masks, tanzania

PINTEREST

 

 

 

DONNA CON LA LUCERTOLA  SUL VENTRE

 

 

Le tradizionali sculture Makonde raffigurano la donna poiché rappresenta la nascita e la sopravvivenza del popolo Makonde; vengono rappresentate con  i seni e i ventri molto prominenti con in evidenza le scarificazioni tipiche dei Makonde sulla fronte, sopra la bocca e sulle guance; inoltre vengono incise le lucertole ai lati dello stomaco, questi animali infatti sono ritenuti in grado di aumentare la fertilità nelle donne.

Lo stile Ujamaa  ha avuto origine da questo tipo di scultura, si tratta della raffigurazione di un albero genealogico Makonde caratterizzato da colonne di persone impegnate nelle attività quotidiane e sulla cui sommità si trova sempre una figura femminile.

Sono famose anche le maschere Mapiko che vengono scolpite per  rappresentare gli spiriti ancestrali durante le cerimonie di iniziazione maschile e che vengono solitamente conservate in un tempietto situato in luogo appartato rispetto al villaggio.

La maschera viene indossata da un ballerino per nascondere la sua identità e di impersonare lo spirito ancestrale di una persona deceduta, che si chiama ‘Lihoka’.

Si ritiene che queste maschere, che trasformano un uomo in un essere sovrannaturale in grado di spaventare le donne, siano un modo per ristabilire una certa parità tra uomini e donne; le donne infatti nella società Makonde hanno un ruolo essenziale e molto più di potere rispetto agli uomini.

Un altro soggetto che viene raffigurato spesso è la testa di donna che rappresenta la capostipite che viene venerata e invocata come protettrice nei viaggi, nelle avversità, nella maternità e nella morte.

Le sculture vengono utilizzate anche a scopo educativo: vengono infatti intagliate scene di vita quotidiana che servono per insegnare ai giovani la vita del villaggio.

Oggi le sculture mantengono ancora gli elementi tradizionali della storia umana in un contesto tribale, anche se molti degli intagliatori sono inevitabilmente stati influenzati dalla domanda occidentale per i loro manufatti.

NEL LINK ALL’INIZIO PUOI TROVARE I SEGUENTI ARGOMENTI

La vita, la tradizione e la cultura del popolo Makonde

  • I tatuaggi e le modifiche corporee dei Makonde
  • La storia e le migrazioni del popolo Makonde
  • I riti, le credenze e le sculture rituali dei Makonde
  • L’arte della scultura del popolo Makonde

LE MASCHERE MAPIKO:

 

Lo sguardo del Mapiko

Pubblicato da Elio Revera in 10 Maggio 2021

 

I Makonde sono un’etnia diffusa nel Mozambico settentrionale e nella Tanzania sud-orientale.

In Mozambico, sull’altopiano di Mueda, la tradizione Makonde prevedeva maschere-casco di legno, mapiko, destinate alle cerimonie di iniziazione sia maschili che femminili. Nella cultura tradizionale dei Makonde, i riti di iniziazione erano riservati sia ai ragazzi, con la circoncisione, sia alle ragazze. I maschi venivano isolati nella boscaglia del clan famigliare, mentre le ragazze erano tenute lontano dal villaggio. Le maschere avevano generalmente un aspetto particolarmente naturalistico sia pure con tratti anatomici esasperati. Spesso includevano autentici capelli umani, raffiguravano denti affilati e sul volto esibivano elaborate e geometriche scarificazioni, a volte incise o in rilievo, modellate con cera d’api.

Maschera, mapiko, Makonde, Mozambico Legno, capelli umani, pigmenti, h. 30,0 cm, Collezione Horstmann

Un costume le completava, nascondendo l’identità dell’uomo che l’indossava ed in nessun caso la maschera appariva senza il costume tradizionale. Questo personaggio camuffato era denominato lipiko. Il lipiko, la cui realizzazione era avviata da un maestro scultore, sovente diveniva un’opera collettiva, dal momento che ogni membro della famiglia forniva il proprio contributo creativo. E’ stato scritto che nella mitologia Makonde, le maschere mapiko rappresentassero gli spiriti dei defunti, uomini e donne sconosciuti, potenti e misteriosi, ma non malvagi, ma questa affermazione non pare documentata.

Un’altra arcaica maschera-casco della stessa etnia. Misura 28 cm ed appartiene ad una collezione privata francese.

Con ogni probabilità, queste figure erano l’immagine di un antenato del clan; quando però durante le danze cerimoniali era indossata una maschera a foggia animale, questo significava che il personaggio in questione aveva tratti caratteriali affini alla bestia esibita. Nel corso delle celebrazioni l’intera comunità era coinvolta ed insieme ai mapiko/lipiko molte altre figure partecipavano ai canti ed alle danze, al ritmo dei tamburi. Le maschere-casco Makonde sono sopravvissute nel tempo fino ai giorni nostri: vengono tutt’ora realizzate, ma con mezzi e materiali moderni e danzano in occasione di feste collettive e folkloriche

Mapiko con i tatuaggi realizzati con cera d’api. 27,5 cm. Coll. Jacques Germain, Canada

Un’altra tipologia di oggetti rituali dei Makone sono i contenitori di sostanza curativa che i féticheurs utilizzavano nei villaggi dove si recavano per risolvere problemi di ordine sanitario o divinatorio. Sovente questi oggetti erano ricavati dal terminale delle corna di animali accuratamente svuotati.

Corno di antilope, materiale terroso, corda e scultura di legno. 33 cm, coll. privata. (Horn used as container for medicines and sacred oils (ntela) Antelope horn, wood, fiber, sacrificial matter, black oily patina 13 in/ 33 cm,19th century)

Nella fattispecie, infatti, questo antico corno contenente sostanza medicale ed olii sacri (ntela) reca sulla sommità una miniatura di legno, a guisa di testa, di grandissima qualità scultorea che funge da chiusura del contenitore. Anche su questa testa sono visibili i tradizionali tatuaggi dell’etnia ed è sorprendente la cura dei particolari che l’artista è stato in grado di realizzare con somma perizia.

DETTAGLIO

“Calabasse e corna di antilope erano frequentemente utilizzate come contenitori per farmaci, olii sacri e altre sostanze, tra i diversi popoli della Tanzania. Questi contenitori erano chiusi con splendide teste scolpite in miniatura, a imitazione delle grandi sculture e maschere. Quale parte del loro repertorio di guarigione, i Makonde utilizzavano i corni come contenitori e li riempivano con sostanze medicamentose. Questi oggetti erano ancora più potenti come dispositivi di guarigione quando erano combinati con piume e con teste scolpite che rimandavano agli spiriti degli antenati”. (Frank Herreman, 1997)

Calabashes and antelope horns are frequently used as containers for medicines, sacred oils, and other substances among different Tanzanian peoples. They are often closed with beautifully carved wooden stoppers, miniature heads that mimic larger sculptures and masks. As part of their healing repertoire, the Makonde use horn containers filled with medicinal substances. These functional objects even more potent as healing devices when they are combined with feathers and carved heads that may represent ancestor spirits”.(Frank Herreman 1997)

“Considerare i contenitori di sostanze medicali soltanto al servizio della magia, come fanno molti autori, non può essere accettato senza una qualche riserva.

Secondo K.Weule, (1907)” Le sostanze medicali servivano alla preparazione di filtri d’amore ed erano ingerite anche per combattere le malattie, ma nondimeno erano anche inoculate a protezione dei leoni e per allontanare i cinghiali dalle coltivazioni…. I contenitori era fatti di bambù…. o di corno di animale. Più tardi, furono utilizzati anche i bossoli delle pallottole.” (Giselher Blesse, 1989)

“Le fait de classer les boîtes à médecines dans le domaine de l’art au service de la magie, comme le font maint auteurs, ne peut recevoir une approbation sans réserve. D’aprés K.Weule,(1907)“Les médecines servaient à la preparation de philtrs d’amour et de substances à ingérer contre les maladies, mais elles étaient également inoculées pour se protéger des lions et devaient éloingner des champs les sangliers…..Les récipients eux-memes étaient faits en bambou…ou dans un morceau de corne d’animal. Plus tard, des douilles de cartouches furent aussi utilisées.”(Giselher Blesse, 1989)

Elio Revera

 

Si ringrazia la casa editrice Skira. Le infomazioni sono tratte da un mio lavoro pubblicato sul volume Ex AFrica. Storie e Identità di un’arte universale, Milano, 2019, (vedi: https://artidellemaninere.com/2019/02/27/ex-africa-storie-e-identita-di-unarte-universale/)

QUESTO BELLISSIMO SERVIZIO E’ TRATTO DA :

ARTI DELLE MANI NERE DI ELIO RIVERA

link :

Lo sguardo del Mapiko

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1 risposta a L’ARTE DELLA SCULTURA DEL POPOLO MAKONDE -+ LE MASCHERE MAPIKO ( un inizio ) – DUE LINK MOLTO BELLI

  1. ueue scrive:

    Bellissime e affascinanti queste sculture.

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