DAVIDE CONTI, STORICO :: Il dito e la luna, le foibe e la memoria del fascismo. Tomaso Montanari, IL MANIFESTO DEL 31 AGOSTO 2021 + ” Solidarietà a Tomaso Montanari “, Il manifesto del 1 settembre 2021

 

 

IL MANIFESTO DEL 31 AGOSTO 2021

https://ilmanifesto.it/il-dito-e-la-luna-le-foibe-e-la-memoria-del-fascismo/

 

Il dito e la luna, le foibe e la memoria del fascismo

Tomaso Montanari. Tra strumentalizzazioni di opinioni e falsità conclamate, l’agire di un intellettuale critico come Tomaso Montanari ha scatenato una gazzarra a tratti grottesca ma rappresentativa ed inquietante del presente e del futuro dell’eredità della Resistenza nella Repubblica

Tomaso MontanariTomaso Montanari

 

Davide Conti, storico, è consulente dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica, della Procura di Bologna (inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980) e della Procura di Brescia (inchiesta sulla strage del 28 maggio 1974).

 

EDIZIONE DEL  31.08.2021

PUBBLICATO30.8.2021, 23:59

 

Nel giugno del 1953, per la prima volta dalla fine della guerra, si formò il gruppo dei deputati del Msi in Parlamento. Fu allora che Piero Calamandrei dedicò a donne e uomini della Resistenza una sua celebre ode che li invitava a «non rammaricarsi se nell’aula ove fu giurata la Costituzione murata col vostro sangue sono tornati i fantasmi della vergogna». Per il padre costituente era bene che i fascisti fossero «esposti «perché tutto il popolo riconosca i loro volti e si ricordi».

 

Difficilmente avrebbe immaginato che oggi riconoscere quei fantasmi potesse rovesciare impunemente il senso di quella storia. Così tra strumentalizzazioni di opinioni e falsità conclamate, l’agire di un intellettuale critico come Tomaso Montanari ha scatenato una gazzarra a tratti grottesca ma rappresentativa ed inquietante del presente e del futuro dell’eredità della Resistenza nella Repubblica.

Montanari ha avuto «l’ardire» di esprimere ciò che ogni storico serio sa da anni: la vicenda delle foibe è stata strumentalizzata, usando la legge del ricordo, dalla destra postfascista come «rivincita memoriale» sulla lotta partigiana tanto da giungere oggi alla presentazione di una legge (nel giugno 2021) che, di fatto, equipara Shoah e foibe; da quella narrazione sono nate falsità (la pulizia etnica come movente delle violenze contro gli italiani) e radicate omissioni (le violenze squadriste degli anni ’20 ed i crimini italiani nei Balcani durante la guerra fascista che costò nella sola Jugoslavia oltre un milione di morti); la mancata Norimberga italiana, ovvero l’impunità garantita dallo Stato ai criminali fascisti nel dopoguerra, ha avuto un enorme peso nel Paese rispetto alla transizione dalla dittatura alla democrazia ed agli sviluppi politici dei successivi decenni dell’Italia repubblicana.

Ettore Messana e Ciro Verdiani furono i questori fascisti di Lubiana durante l’occupazione italiana della Jugoslavia coordinando sul territorio le repressioni contro civili e partigiani. Impuniti, nel dopoguerra vennero inviati dal ministro dell’Interno Mario Scelba a dirigere l’Ispettorato di Pubblica Sicurezza in Sicilia dove divennero i protettori del bandito Salvatore Giuliano prima e dopo la strage di Portella della Ginestra.

 

Giuseppe Pièche, uomo dei servizi segreti fascisti e braccio destro Mussolini, riorganizzò la polizia politica dei criminali croati degli ustascia, rinnovò le schedature di massa del casellario politico centrale contro i dissidenti; fu vice-comandante generale dell’Arma dei carabinieri. Impunito, lo ritroveremo coinvolto nel 1970 nel Golpe Borghese mentre suo figlio Augusto (anche lui ufficiale del Sid) sarà tra gli organizzatori del viaggio, dell’aprile 1968, dei fascisti di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo nella Grecia dei colonnelli da cui torneranno edotti delle tecniche eversive deflagrate nelle stragi di Piazza Fontana, dell’Italicus o di Piazza della Loggia.E proprio attorno alla criminalità fascista degli anni Settanta Montanari ha sostenuto un’altra questione centrale sollevata con coraggio da tutte le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi, ovvero l’inopportunità di nominare Andrea de Pasquale alla direzione dell’Archivio Centrale dello Stato dove saranno riversate le carte relative a Gladio ed alla loggia P2.

 

Una nomina che ha suscitato proteste soprattutto rispetto all’istituzione dell’archivio dedicato a Pino Rauti fondatore dell’organizzazione fascista Ordine Nuovo (gruppo responsabile della strage di Piazza Fontana) presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

Nell’occasione Rauti è stato definito sul sito ufficiale del ministero dei Beni Culturali uno «statista» ed il fondo anziché da un saggio critico è stato presentato dalla figlia nei locali della Biblioteca allora diretta proprio da De Pasquale.

Una vicenda su cui il ministro Franceschini ha voluto ostentatamente mostrare indifferenza rispondendo che le preoccupazioni espresse dai familiari delle vittime «non hanno ragion d’essere» ed ignorando che quelle persone, insieme all’Italia democratica, aspettano da oltre quarant’anni la verità sulle stragi di Stato, negata dagli apparati di forza, dalle istituzioni e dai partiti di governo come quello da cui lui stesso proviene: la Democrazia Cristiana.

 

È per queste ragioni che Montanari è stato mediaticamente aggredito dalla stampa liberale e dell’estrema destra per il tramite di giornalisti e critici tv scopertisi estrosi interpreti della storia. Per queste stesse ragioni il mondo democratico e antifascista lo ha convintamente difeso e continuerà a farlo. Che la destra reagisca scomposta e sguaiata di fronte alle parole della cultura non stupisce. Ciò che pone in allerta invece, molto più di caricaturali «casi Durigon», è quello che Calmandrei chiamava «clima palustre» e «vischiosa intossicazione» in cui il fascismo aveva oppresso la società italiana e da cui ammoniva stare in guardia poiché «in quel ventennio c’è ancora il nostro specchio: uno specchio deformante, che dà a chi vi si guarda un aspetto mostruoso di caricatura».

 

 

 

 

IL MANIFESTO DEL 1  SETTEMBRE 2021 

https://ilmanifesto.it/solidarieta-a-tomaso-montanari/

 

Solidarietà a Tomaso Montanari

Appello. Solidarietà e condivisione da parte della comunità dei docenti, attivi o in pensione, a Tomaso Montanari, al quale non viene evidentemente perdonato il fatto che, in quanto rettore, egli non si senta parte dell’establishment culturale e politico del Paese, non si faccia difensore e cantore dello status quo

Tomaso MontanariTomaso Montanari

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EDIZIONE DEL  01.09.2021

PUBBLICATO31.8.2021, 23:59

 

Tomaso Montanari, eletto rettore all’Università per stranieri di Siena, è da tempo oggetto di una campagna denigratoria su cui, a questo punto, non possiamo tacere, come docenti, attivi o in pensione, e come comunità intellettuale. Montanari, ovviamente, sa difendersi da solo e da par suo, e ha la possibilità di farlo quale collaboratore del Fatto Quotidiano. Benché inquieti il silenzio, la mancata difesa da parte dei suoi colleghi, rettori e docenti. Ma il caso personale di questo rettore in pectore assume ormai una dimensione politica più generale su cui occorre far sentire una voce collettiva. Ricordiamo che ai primi di agosto, da poco eletto e ancora non in carica, Montanari ha subìto la richiesta di dimissioni da parte della viceministra alle infrastrutture e mobilità sostenibile, Teresa Bellanova, con la motivazione che “non sa tenere la lingua a freno”.

 

Una intimidazione davvero grave, da parte di un membro del governo, che attacca la libertà di parola e l’autonomia universitaria con una disinvoltura rivelatrice del torbido spirito pubblico dei nostri giorni. Clima culturale e politico in cui un altro vice ministro, Claudio Durigon, ha avuto l’ardire oltraggioso di proporre il nome di Arnaldo Mussolini per un parco che porta quello di Falcone e Borsellino: i due magistrati massacrati dalla mafia con le loro scorte, due figure che hanno riscattato con la loro vita l’onore della Sicilia e dell’Italia di fronte agli occhi del mondo. Non a caso, in questi ultimi giorni si è scatenata la canea neofascista contro il neorettore, accusato di aver negato le foibe e altri sono intervenuti con posizioni pilatesche che testimoniano solo l’ ignoranza dei fatti. Ora a dare inopinatamente man forte a queste polemiche, che fanno male a uno spirito pubblico nazionale già gravemente inquinato, interviene Aldo Grasso, il quale, sul Corriere della Sera (29/8), definisce l’intervento di Montanari sulla questione foibe “una mascalzonata”( vedi sotto ).

Montanari, faziosamente equivocato dai commentatori, ha ulteriormente chiarito la sua posizione di studioso che certo non è quella di un negazionista (Il Fatto, 26/8). Ma se ora si aggiunge la voce del Corriere, la confusione diventa ancora più grave. Grasso, che non è uno storico, dovrebbe però sapere che da anni il tema doloroso delle foibe è usato dai fascisti in stolida funzione anticomunista e antisinistra quale controaltare nientemeno che alla Shoa. Ed esiste una letteratura fantasiosa e biliosa in cui le cifre dei morti raggiungono numeri spaventosi, proprio per tale esplicito fine propagandistico. La “meschina contabilità” dei morti, che Grasso (ora si è aggiunto buon ultimo il solito Vittorio Sgarbi sulla stessa linea) rimprovera a Montanari, è da anni materia asprissima di controversia tra storici, e soprattutto inventori di leggende, e purtroppo – in un Paese nel quale il fascismo non muore mai – la verità storica deve imporsi anche tramite questa tristissima conta.

A tale scopo hanno lavorato, pioneristicamente Claudia Cernigoi, Sandi Volk, ALessandra Kersevan, Federico Tenca Montini e da ultimo Eric Gobetti, col suo E allora le foibe? (Laterza, 2020)

Tutti costoro sono stati oggetto di attacchi scomposti o addirittura di minacce, soltanto perché hanno provato, documenti alla mano, a ristabilire le dimensioni reali del fenomeno, riconducendolo al suo contesto, quale pagina, per quanto atroce, di una guerra in cui gli italiani furono aggressori, e si comportarono in Jugoslavia in modo particolarmente feroce. In nessun caso, comunque, risponde a verità storica parlare di un piano di pulizia etnica da parte jugoslava contro gli italiani.

 

Esprimiamo dunque la nostra solidarietà e condivisione a Tomaso Montanari, al quale non viene evidentemente perdonato il fatto che, in quanto rettore, egli non si senta parte dell’establishment culturale e politico del Paese, non si faccia difensore e cantore dello status quo. Noi lo esortiamo a continuare la sua critica radicale, anche nel nuovo ruolo che ricoprirà. Non possiamo infatti dimenticare che negli ultimi anni i rettori italiani, tranne pochissime eccezioni, hanno accettato in solenne silenzio le riforme “aziendalistiche” e i devastanti tagli finanziari imposti alle università italiane. Come del resto ha fatto la grandissima maggioranza dei docenti universitari, le anime morte della vita civile italiana, che si destano da profondissimo sonno solo quando qualche provvedimento governativo tocca i loro stipendi.

 

*** Piero Bevilacqua, Enzo Scandurra, Angelo d’Orsi, Vezio De Lucia, Maria Pia Guermandi, Luigi Ferrajoli, Ginevra Bompiani, Enzo Paolini, Massimo Veltri, Ilaria Agostini, Alberto Magnaghi, Alberto Ziparo, Carlo Cellamare, Paolo Favilli, Ignazio Masulli, Alberto Olivetti, Gaetano Lamanna, Luigi Pandolfi, Franco Toscani, Franco Cambi, Tonino Perna, Maurizio Acerbo, Tiziana Drago, Franco Novelli, Rossano Pazzagli, Laura Marchetti, Domenico Gattuso, Angela Barbanente, Vito Teti, Lucinia Speciale, Andrea Ranieri, Simonetta Del Bianco, Raffaele Tecce, Graziella Tonon, Giancarlo Consonni, Mario Fiorentini, Marisa D’Alfonso, Giovanni Losavio, Riccardo Barberi, Paolo Berdini, Armando Taliano Grasso, Sonia Marzetti, Giuseppe Saponaro, Domenico Rizzuti, Luigi Vavalà, Domenico Cersosimo, Vittorio Boarini, Pino Ippolito Armino, Franco Blandi, Simona Maggiorelli, Daniele Vannetiello, Rita Paris, Giuseppina Tonet, Anna Maria Bianchi, Amedeo Di Maio, Roberto Budini Gattai, Francesco Trane, Anna Angelucci, Tommaso Tedesco, Battista Sangineto, Giuseppe Aragno, Roberto Scognamillo, Giovanni Carosotti, Massimo Baldacci, Francesco Gaudio, Piero Caprari, Francesca Leder, Marta Petrusewicz, Diego Amelio, Maria Paola Morittu, Piero Caprari, Francesco Santopolo, Umberto Todini, Claudio Greppi, Irene Berlingò, Francesco Cioffi, Romeo Bufalo, Amalia Collisani, Cristina Lavinio, Luisa Marchini, Vera Pegna, Tiziano Cardosi, David Armando, Antonio Ciaralli

 

 

ALDO GRASSO SUL CORRIERE

LE FOIBE E MONTANARI, RETTORE DI LOTTA E DI GOVERNO DI ALDO GRASSO, 28 AGOSTO 2021

NEL LINK — ( molto breve )

https://www.corriere.it/padiglione-italia-grasso/21_agosto_28/foibe-tomaso-montanari-62f3686c-082f-11ec-9882-e2d35c23a063.shtml

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1 risposta a DAVIDE CONTI, STORICO :: Il dito e la luna, le foibe e la memoria del fascismo. Tomaso Montanari, IL MANIFESTO DEL 31 AGOSTO 2021 + ” Solidarietà a Tomaso Montanari “, Il manifesto del 1 settembre 2021

  1. ueue scrive:

    Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Tomaso Montanari, attaccato in modo vergognoso da una destra ignorante e pericolosa.

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