MARIELLA BUSSOLATI, L’etologo e primatologo Frans de Waal. “Altro che solo istinto: gli animali si emozionano, proprio come noi” -REPUBBLICA DEL  18 MAGGIO 2021-

 

 

 

REPUBBLICA DEL  18 MAGGIO 2021

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/05/18/news/frans_de_waal_altro_che_solo_
istinto_gli_animali_si_emozionano_proprio_come_
gli_uomini_-300514380/

 

 

L’etologo e primatologo Frans de Waal. Catherine Marin

Frans de Waal: “Altro che solo istinto: gli animali si emozionano, proprio come noi”

di Mariella Bussolati

 

Il primatologo olandese ha studiato il discusso campo delle emozioni animali, e ha concluso che, almeno mammiferi e uccelli, provano rabbia, piacere, paura. Ma anche empatia, alla base del concetto di moralità. Una rivoluzione nel nostro rapporto con loro

 

 

18 MAGGIO 2021

 

Fino a non molti anni fa gli animali avevano una pessima reputazione. Si pensava fossero soggetti a istinti primordiali, che combattessero tra loro in modo violento, che non avessero altre esigenze che il cibo, il sesso, la dominanza del territorio. Fossero insomma macchine stimolo-risposta.

La scienza nel frattempo ha fatto notevoli progressi, e abbiamo scoperto che in realtà hanno molte più cose in comune con noi di quanto non credessimo. Uno degli scienziati che più ha contribuito al cambiamento delle vecchie opinioni, dando importanti contributi, è Frans de Waal, etologo e primatologo, docente di comportamento animale all’Università Emory di Atlanta, Georgia (Usa), membro dell’Accademia nazionale delle scienze americana e autore di numerosi libri. Specializzato nello studio dei primati, con le sue ricerche ha ribaltato molti preconcetti. Ha per esempio dimostrato che gli scimpanzériescono a pianificare strategie sociali, con una intelligenza machiavellica. Ha analizzato le controversie, scoprendo articolate tecniche di riconciliazione che hanno fatto cambiare idea a chi pensava che quelle scimmie fossero in grado solo di combattere tra loro per la supremazia del più forte.

GLI ARTICOLI CITATI LI TROVI NEL LINK DEL GIORNALE ALL’INIZIO::

ANIMALI

Un selfie con la balena: quando il turismo minaccia le specie selvatiche

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Il suo nome però è soprattutto legato ai bonobo, insieme allo scimpanzé comune il parente più vicino agli umani. E’ lui che ha permesso di scoprire il loro particolarissimo modo di fare l’amore e non la guerra, il loro organizzare comunità su base matriarcale e costruire una società basata sulla pacifica convivenza, le loro abitudini sessuali, molto simili a quelle di chi non soddisfa solo un bisogno, ma prova un deciso piacere e va anche oltre i tradizionali ruoli sessuali.

 

LO STUDIO

Siamo più simili ai bonobo di quanto non crediamo

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Dopo oltre 40 anni di carriera de Waal si è spinto ora su un confine ancora più sottile, quello che all’inizio, quando era ancora studente in Olanda, gli era stato detto che non aveva alcun senso scientifico affrontare: le emozioni.

 

 

BORINGHIERI, 2012

 

 

Charles Darwin aveva scritto L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali, in cui sosteneva fossero innate. Il libro però era caduto nell’oblio. Durante il suo percorso de Waal si è convinto che sia i primati sia altri animali sono in grado di provarle ed esprimerle, proprio come facciamo noi.

 

 

L’ultimo abbraccio

Frans de Waal, etologo e primatologo di fama internazionale, ha scelto qui di approfondire il tema affascinante della vita emotiva degli animali. Il libro inizia con la morte di Mama, la scimpanzé legata da una profonda amicizia al biologo Jan van Hooff. Quando Mama era in punto di morte, van Hooff decise di congedarsi da lei con un ultimo abbraccio, a cui Mama rispose con un sorriso. Questa e altre vicende simili formano il nucleo della tesi dell’autore: gli esseri umani non sono l’unica specie capace di esprimere amore, odio, paura, vergogna, disgusto ed empatia. De Waal sottolinea la continuità esistente tra noi e le altre specie, proponendo un’interpretazione radicale per cui le emozioni sarebbero come i nostri organi: gli esseri umani non hanno alcun organo in più rispetto agli altri animali, e lo stesso vale per le emozioni. L’invito è ad aprire il cuore e la mente, a notare le moltissime connessioni esistenti tra la nostra e le altre specie e a cambiare il modo di vedere il mondo che abbiamo intorno.

 

 

Il tema è stato affrontato nel suo libro L’ultimo abbraccio. Lo spunto a cui si riferisce il titolo è una situazione in cui si è trovato il collega Jan van Hooff che era andato a salutare Mama, una anziana scimpanzé in punto di morte. Si conoscevano da oltre quarant’anni. In quell’occasione van Hooff decise che poteva permettersi di avvicinarsi, nonostante di solito sia meglio evitare perché la forza muscolare di questi animali supera decisamente la nostra e non sono prevedibili.

Mama lo ha accolto con un largo sorriso, gli ha toccato i capelli, poi gli ha avvolto il lungo braccio intorno al collo, abbracciandolo. Un’esperienza emozionante.

 

 

Jane Goodall in difesa delle grandi scimmie in Italia. “Prendiamoci cura dei primati”

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Ma se gli animali hanno emozioni, questo significa che il confine tra noi e loro è molto sottile.

“Dopo i primi studi sulle emozioni, siamo entrati nel periodo nero del comportamentismo, una scuola di pensiero americana che ritiene che gli animali non abbiano processi interni come pensieri, emozioni, coscienza e logica. Possiamo solo osservare le loro azioni. In molti abbiamo continuato a interessarci su cosa spinge gli animali parlando di motivazioni, cause, e impulsi. Tra questi ci sono però paura, rabbia, creazione di legami, dunque abbiamo incominciato di nuovo a parlare di emozioni. Ecco perché ho deciso di affrontarle e descriverle. Il libro inizia con il racconto dell’incontro tra Jan Van Hooff e Mama perché mostra chiaramente una reazione emotiva in un modo che anche noi possiamo comprendere, perché gli scimpanzé sono molto simili a noi”, dice de Waal.

 

Il polpo predatore: la lotta con il pesce scorpione

0.32 minuti –VIDEO

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Viene il dubbio che solo i primati posano provarle, anche se il film Il mio amico in fondo al mare, che racconta la storia d’amore tra un subacqueo e un polpofemmina, potrebbe porre dei dubbi.

 

 

TRAILER DEL FILM — SOTTOTITOLI IN ITALIANO – 2.33 — bellissimo !

 

 

 

“Non c’è ragione di credere che solo l’uomo possa averle. Le emozioni sono come gli organi. E non abbiamo organi nel corpo, come polmoni, cuore, rene o fegato, che non si possano trovare anche nel cane o nel topo. Non penso dunque che noi possiamo avere emozioni che in altri mammiferi non si possano trovare. Ad alcuni farebbe piacere, ma non c’è nessuna evidenza. Le emozioni sono infatti utili dal punto di vista evolutivo. Sono adattative, nel senso che servono per sopravvivere. Per esempio quella del disgusto ci permette di evitare ciò che può contaminare la nostra salute, come le feci o il cibo marcio. La paura ci aiuta e evitare i predatori, l’amore e l’affetto ci permettono di essere coinvolti nei riguardi dei piccoli e di prenderci cura di loro. Sono vecchi strumenti e tutti gli animali li hanno. Suppongo li abbiano anche gli invertebrati, come gli insetti. Ma di sicuro ci sono in tutti i mammiferi e negli uccelli”.

 

NON SPRECARE

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Le emozioni però sembrano qualcosa di impalpabile, non un fattore individuabile con criteri scientifici.

“In realtà è facile studiarle. Più difficile è indagare sugli stati d’animo che le muovono. Questi appartengono a una condizione privata, o a una esperienza interna e non possiamo individuarli negli altri. Non possiamo conoscere i sentimenti di un cane o di uno scimpanzé, ma d’altra parte è difficile riconoscerli anche delle altre persone. Possono descriverceli, ma non possiamo provare quello che provano loroLe emozioni invece vengono espresse dal corpo, in espressioni facciali, battito cardiaco, timbro della voce, colore, odore, e sono rilevabili nel cervello. Possono essere misurate dunque sia negli uomini che negli animali che spesso hanno espressioni simili. Per esempio, quando abbiamo paura diciamo che abbiamo i piedi gelati, e sappiamo che anche un topo che ha paura ha piedi e coda freddi.Questo perché la paura sottrae il sangue dalle estremità per preparare l’organismo all’azione e umani e animali subiscono cambiamenti simili. Le espressioni facciali dei primati sono tutte molto simili e il nostro modo di esprimerle lo stesso. Le emozioni sono più antiche delle culture, anche se in realtà noi umani abbiamo appreso regole culturali per la loro espressione che ci portano ad avere differenze sessuali. Gli uomini hanno la possibilità di esprimere di più la rabbia, le donne l’empatia”.

L’empatia è un concetto ancora più complesso e ancora più lontana sembra essere la possibilità che la provino gli animali. La capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona riteniamo sia una qualità propria di esseri dotati di elevata intelligenza.

 

ANIMALI

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“L’empatia è la capacità di essere coinvolti dalle emozioni degli altri e di capirne la situazione. Non è un’emozione di per sé, ma una capacità che ci permette di condividere emozioni. Gli animali sono sensibili. I cani per esempio reagiscono al disagio degli umani e cercano di calmarli leccandoli o mettendogli il muso in grembo. Questo scambio, e anche la consolazione, sono risposte che si trovano negli animali. L’empatia è un tipico tratto di tutti i mammiferi, dove è più sviluppata nelle femmine che nei maschi”.

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Spingendosi ancora più oltre nella ricerca di quello che non sembra avere parentele tra il mondo animale e quello umano, si potrebbe allora arrivare al concetto di moralità, il comportamento basato su principi e giudizi, l’evidenza di una libera scelta basata sulla realtà sociale e politica. Pensare che la posano avere anche gli animali ribalta totalmente il concetto di differenza.

“L‘empatia è cruciale per la moralità. Se non fossimo interessati e coinvolti dalle emozioni degli altri, non ce ne cureremmo. E se non ci preoccupassimo degli altri non avremmo una morale. In questo vengono in aiuto anche i neuroni a specchio che ci permettono di imitare gli altri, assumendo le stesse espressioni. E questo specchiarsi ci permette di comprendere meglio”.

Insomma, in passato, ci siamo sbagliati, e abbiamo perso l’opportunità di comprendere meglio il mondo degli organismi che abitano con noi sulla Terra. Ma proprio queste nuove conoscenze potrebbero portarci anche a comprendere meglio noi stessi, scoprendo la nostra natura animale.

“Tradizionalmente i filosofi hanno enfatizzato la logica umana e il ragionamento. La realtà è un’altra. Siamo esseri molto emotivi. Non possiamo vivere senza una risposta emotiva. Siamo infatti prima di tutto intuitivi ed emotivi, e solo secondariamente razionali. Le nostre più importanti decisioni (chi sposare, che lavoro fare, dove vivere) sono spesso da scelte emotive e dipendono poco da abilità razionali, che entrano in gioco solo nella fase successiva di giustificazione delle nostre decisioni. E anche gli altri animali, non importa quale sia il loro grado di intelligenza, sono prima di tutto guidati dalle emozioni”.

Possiamo almeno credere che una regola che ci contraddistingua sia la nostra capacità di cooperare, mentre gli animali sono sempre in guerra?

“Pensiamo sempre che gli animali siano competitivi, specialmente nelle situazioni più dure. Ma non è vero. Per esempio, durante una siccità, i babbuini combattono di meno, non di più. Si spostano più raramente e diventano più pacifici, come se capissero che combattere renderebbe le cose ancora più difficili. O quando i primati si trovano raggruppati insieme, come negli zoo, aumentano il grooming, la pulizia reciproca, e si riconciliano dopo le scaramucce. Cercano di mitigare la tensione. Gli animali vivono in gruppo per una ragione: sopravvivono meglio perché è più facile trovare cibo o difendersi dai predatori. Anche noi siamo animali da gruppo e abbiamo le stesse reazioni. Quando la situazione diventa difficile facciamo di più insieme. E’ il motivo per cui siamo sociali, per cui ci aiutiamo. Un buon esempio è stato il periodo dopo l’attacco alle Torri gemelle a New York. La città non ha mai visto un grado simile di solidarietà, una riduzione del crimine, del razzismo.

Questa è una reazione generale nei primati ed è l’opposto di quello che tutti si aspettano. E una minaccia come il coronavirus sta provocando lo stesso effetto: si chiudono i cerchi e si affrontano i problemi insieme”.

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1 risposta a MARIELLA BUSSOLATI, L’etologo e primatologo Frans de Waal. “Altro che solo istinto: gli animali si emozionano, proprio come noi” -REPUBBLICA DEL  18 MAGGIO 2021-

  1. ueue scrive:

    Belle, commoventi e portatrici di speranza queste osservazioni sugli animali. Didì cosa ne pansa?

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