IL FATTO QUOTIDIANO DEL 15 AGOSTO 2021
I talebani sono a Kabul, è la resa dell’Occidente. Il presidente Ghani lascia l’Afghanistan, si tratta per governo di transizione. Evacuazione delle ambasciate Usa e Ue – la diretta
Capitolazione finale dell’Occidente: il presidente fugge in Tagikistan, attesa per l’annuncio ufficiale del passaggio di potere ai talebani. Che ribadiscono di “non voler usare le armi”. In serata la partenza degli italiani. Lamorgese: “Accoglieremo gli afghani che hanno collaborato con noi”
di F. Q. | 15 AGOSTO 2021
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MONDO | DI F. Q.
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Dopo aver preso il controllo in meno di dieci giorni della maggior parte delle città dell’Afghanistan, i talebani hanno circondato Kabul e sono entrati nella capitale che si prepara alla resa finale. Una situazione drammatica e di profonda incertezza: il presidenteAshraf Ghaniè fuggito in Tagikistan insieme ai suoi più stretti collaboratori e i talebani stanno entrando in città. Le trattative in corso in queste ore lavorano per un governo di transizione: a guidarlo, dicono fonti diplomatiche, sarà l’ex ministro dell’Interno afghano ed ex ambasciatore in Germania, Ali Ahmad Jalali. Per questo domani, una delegazione del governo afghano, sarà in Qatar per incontrare i rappresentanti dei talebani e negoziare una “transizione pacifica”. I talebani insistono nel dire di “non voler usare le armi” per la presa finale del potere. Il portavoce dei talebani, Suhail Shaheen, ha dichiarato alla “Bbc” che “non ci sarà vendetta” nei confronti del popolo afgano. “Assicuriamo alle persone in Afghanistan”, ha detto, “in particolare nella città di Kabul, che le loro proprietà, le loro vite sono al sicuro: non ci sarà vendetta nei confronti di nessuno”, ha detto Shaheen. “Siamo i servi del popolo e di questo Paese”.
Intanto procedono le evacuazioni delle ambasciate di Usa, Francia, Germania e Italia: gli italiani lasceranno il Paese in serata e, ha garantito la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, anche i collaboratori afghani saranno accolti.
Intanto oggi Papa Francesco, durante l’Angelus, ha chiesto di pregare “il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”.
1 /4Afghanistan, talebani sono a Kabul: in corso trattative per una transizione pacifica
Afghans wait in long lines for hours to withdraw money, in front of Kabul Bank, in Kabul, Afghanistan, Sunday, Aug. 15, 2021. Officials say Taliban fighters have entered Kabul and are seeking the unconditional surrender of the central government. (AP Photo/Rahmat Gul)
I talebani a Kabul – Dopo la notizia della fuga del presidente Ashraf Ghani, i talebani hanno ordinato l’ingresso in città per prevenire “caos e saccheggi”. Subito sono stati segnalati colpi di arma da fuoco in diverse zone della capitale. Già in mattinata i residenti avevano riferito di spari e combattimenti per le strade e secondo l’agenzia russa Ria novosti davanti al palazzo dell’università, nella parte occidentale della capitale, sono state issate le bandiere dei talebani. Ai combattenti, riporta Reuters, è stato ordinato di evitare violenze e consentire un passaggio sicuro a chiunque decida di andarsene. Da ore però, i civili afghani stanno scappando a piedi e in auto verso l’aeroporto, causando lunghe code di traffico in uscita dalla città.
Prese anche la città di Bamiyan e la base aerea di Bragram – Il portavoce dei talebani ha annunciato che oltre a Jalalabad, presa senza combattere, nelle scorse ore è caduta anche Bamiyan: la città e la sua valle sono famose per i Buddha distrutti proprio dai talebani esattamente 20 anni fa, nel 2001. Le milizie taliban in dieci giorni hanno conquistato la stragrande maggioranza dei capoluoghi di provincia, incontrando scarsa opposizione.
Ma non solo. Un funzionario afghano ha riferito che le forze della base aerea di Bagram, sede di una prigione che ospita 5.000 detenuti, si sono arrese ai talebani. Il capo del distretto di Bagram, Darwaish Raufi, ha riferito che la resa ha consegnato l’ex base americana agli insorti. La prigione ha ospitato sia i talebani che i combattenti del gruppo dello Stato Islamico.
Intanto ieri i Talebani hanno nominato ministro degli affari femminili a Herat un religioso della linea dura. Questo indica l’intenzione dei talebani di instaurare la legge islamica, o sharia, nella parte dell’Afghanistan sotto il loro controllo.
Un’attivista di spicco delle donne ha detto all’Associated Press che gli insorti hanno chiamato Mujeeb Rahman Ansari, che è “fortemente contro i diritti delle donne” ed è diventato famoso per le decine di cartelloni pubblicitari che ha installato in tutta la provincia di Herat che demonizzano coloro che avrebbero promosso i diritti delle donne. I suoi cartelloni dicono soprattutto che le donne devono indossare il velo islamico, o hijab.
Biden: “Non passerò questa guerra a un altro presidente” – Il presidente statunitense Joe Biden, dopo aver ribadito che non intende “passare questa guerra ad un quinto presidente”, ha sottolineato: “Un anno o cinque anni in più di presenza militare Usa non avrebbe fatto la differenza se l’esercito afghano non può o non vuole tenere il suo Paese. E una presenza americana senza fine nel mezzo del conflitto civile di un altro Paese non è accettabile per me”. Biden ha ricordato che in 20 anni “l’America ha mandato i suoi uomini e le sue donne migliori, investito quasi 1000 miliardi di dollari, addestrato oltre 300mila soldati e poliziotti afghani, equipaggiandoli con attrezzature all’avanguardia e mantenendo la loro aviazione come parte della guerra più lunga della storia americana”.
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L’ex vice di Obama invece, non ha mancato di citare il predecessore Donald Trump, da cui ha ereditato un accordo che “ha lasciato i talebani nella posizione militare più forte dal 2001 e imposto la scadenza del primo maggio 2021″ per il ritiro, riducendo le forze Usa al minimo di 2500 uomini. “Quindi, quando sono diventato presidente, dovevo scegliere: proseguire l’accordo, con una breve estensione per l’uscita sicura delle forze nostre e alleate, o rafforzare la nostra presenza e mandare altre truppe americane a combattere ancora una volta in un conflitto civile di un altro Paese”.
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L’evacuazione del personale Usa e Ue – Gli Stati Uniti hanno nel frattempo avviato l’evacuazione della loro ambasciata. Anche Italia, Germania e Francia hanno iniziato a portare fuori dal paese diplomatici e collaboratori. Fa eccezione la Russia, che non intende riportare in patria i diplomatici. Mosca sta ora lavorando con altri paesi alla convocazione di una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull’Afghanistan.
Intanto già da ieri sera sono iniziata le evacuazioni anche del personale italiano pur mantenendo un presidio dell’ambasciata all’aeroporto della capitale afgana. La Farnesina sabato sera ha invitato tutti gli italiani ancora nel Paese, non solo quelli che lavoravano nella rappresentanza diplomatica, a partire sfruttando il volo dell’Aereonautica Militare messo a disposizione per le 21:30 di domenica 15 dall’aeroporto di Kabul, alla luce del “grave deterioramento delle condizioni di sicurezza”.
“L’ambasciata rimarrà operativa da Roma e i fondi destinati al sostegno delle forze di sicurezza afghane potranno essere riorientati verso la tutela dei collaboratori delle nostre componenti diplomatiche, militari e civili”, ha spiegato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ribadendo che, anche senza un nuovo impegno militare, “non possiamo pensare di abbandonare dopo 20 anni il popolo afghano”.
La smobilitazione da Kabul a questo punto è generale. Gli Stati Uniti hanno inviato 3mila marines di rinforzo ai mille già sul terreno per l’evacuare 30mila persone entro il 31 agosto, al ritmo di migliaia ogni giorno. Anche i britannici stanno utilizzando i soldati per proteggere il rimpatrio dello staff diplomatico rimasto. Danimarca, Norvegia e Germania hanno annunciato la chiusura temporanea delle sedi o la riduzione delle attività al minimo.
E’ disastroso il bilancio di vent’anni di occupazione dell’Afganistan, soprattutto per la situazione in cui lo si lascia.