DARIO FABBRI, FEDERICO PETRONI, IL MONDO D’OGGI, EDIZ SPECIALE – LIMES ONLINE DEL 23 AGOSTO 2021 -AFGHANISTAN, GERMANIA, CINA

 

LIMES ONLINE DEL 23 AGOSTO 2021

https://www.limesonline.com/notizie-mondo-oggi-23-agosto-afghanistan-kabul-aeroporto-evacuazione-taliban-scontri-biden-restare/124718

 

 

Il braccio di ferro Usa-taliban sul ritiro entro il 31 agosto da Kabul

US soldiers stand guard behind barbed wire as Afghans sit on a roadside near the military part of the airport in Kabul on August 20, 2021, hoping to flee from the country after the Taliban's military takeover of Afghanistan. (Photo by Wakil KOHSAR / AFP) (Photo by WAKIL KOHSAR/AFP via Getty Images)

Militari statunitensi all’aeroporto di Kabul, foto di Wakil KOHSAR/AFP.

 23/08/2021

 

Edizione speciale de Il mondo oggi. Dalla deadline dei taliban a Nord Stream 2, la rassegna geopolitica del 23 agosto.

 

 

analisi di Dario Fabbri, Federico Petroni

AFGHANISTAN, GERMANIA, CINA

RITIRARSI DOPO IL 31 AGOSTO

 

di Dario Fabbri

 

Continua la drammatica evacuazione dei cittadini americani e occidentali dall’Afghanistan. Secondo i dati snocciolati da Joe Biden, nella giornata di domenica sono state trasportate fuori dal paese 5.100 persone. Ritmo sostenuto ma non abbastanza per realizzare l’operazione entro il 31 agosto, come da accordi tra Washington e i talebani.

E qui la situazione si complica. Perché per tale ragione ieri Biden ha spiegato che i marines potrebbero rimanere sul territorio oltre la data concordata, innescando la risposta degli studenti pashtun pronti a combattere in caso di mancato rispetto dei patti.

Del resto a metà mese i talebani si sono affrettati a prendere il paese prima di quanto comunicato al Pentagono proprio per imporre il fatto compiuto e impedire agli americani di posticipare nuovamente la loro dipartita. Ulteriori ritardi ne provocherebbero l’inevitabile reazione. Mentre in queste ore il premier inglese Boris Johnson affatto casualmente invita gli Stati Uniti a rimanere più a lungo – dopo aver convocato l’inutile G7.

A questo si aggiunge la resistenza nella valle del Panjshir, abitata prevalentemente da tagiki, altri iranici distinti dai pashtun. Per ora le potenze occidentali guardano con tiepidezza a tale insurrezione – compresi i francesi che pure si atteggiano a loro protettori – ma dopo la definitiva partenza degli americani potrebbero tornare utili per precipitare il paese nel caos e costringere cinesi, pakistani, russi e turchi ad accollarsi i cocci.

 

 

 

 

NORD STREAM 2

di Federico Petroni

 

 

La geopolitica non si è fermata all’Afghanistan. Mentre gli occhi occidentali sono puntati su Kabul, continua a tenere banco Nord Stream 2. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha speso il fine settimana tra Mosca e Kiev per avvicinare il gasdotto tra Russia e Germania al completamento.

Merkel e Putin non sono riusciti ad accordarsi per estendere oltre il 2024 il contratto che assicura il transito di gas in Ucraina, destinata a perdere introiti miliardari quando Nord Stream 2 diverrà operativo. A Kiev, il presidente ucraino Zelensky ha ricordato che quel tubo è “un’arma pericolosa” e la sua ospite si è detta pronta a sanzionare la Russia in caso di ricatti gasiferi. Inoltre, la locale Naftogaz e la tedesca RWE hanno siglato un’intesa per la produzione di idrogeno da esportare in Germania.

Merkel sta cercando di applicare l’accordo stretto con Biden qualche settimana fa. Il governo statunitense ha concesso ai tedeschi di completare l’infrastruttura in cambio dell’impegno tedesco a garantire la sopravvivenza finanziaria dell’Ucraina. Di fatto gli Stati Uniti hanno detto a Berlino di fare ciò che teoricamente dovrebbero fare loro.

Non lo si può però salutare come riduzione dell’influenza americana o un aumento di quella tedesca. Perché Washington conserva la funzione imperiale più essenziale: garantire la difesa di Kiev, ombrello senza il quale semplicemente l’Ucraina ritornerebbe nell’orbita russa, dalla quale si è sottratta con violenza nel 2014. Si tratta semmai di una doppia delega. Primo, Washington affida a Berlino una funzione imperiale importante ma gravosa e secondaria. Secondo, Washington mette l’Ucraina (cioè la zizzania) fra Russia e Germania, complicando o quantomeno ingastrendo il loro sodalizio gasifero.

In questo caso, nel perseguire il proprio interesse economico, la Germania fa gli interessi geopolitici degli Stati Uniti. I quali vegliano a distanza su come Berlino si comporta, segnalando di seguire con attenzione la vicenda approvando sanzioni contro alcune compagnie coinvolte nel cantiere, ma non contro l’azienda leader (Nord Stream 2 Ag).

 

 

CINA CONTRO LITUANIA

di Federico Petroni

 

La Cina ha lanciato una limitata guerra economica contro la Lituania. Dopo aver tagliato fuori la repubblica baltica dai collegamenti ferroviari della Belt and Road Initiative, ha interrotto il rilascio di nuove licenze per l’esportazione al settore agroalimentare lituano. Nel fine settimana, Vilnius ha promesso a Washington di stringere ulteriori rapporti con Taiwan e ha definito inaccettabili le pressioni cinesi.

Il modo in cui il piccolo paese europeo reagirà alla guerra commerciale di Pechino sarà un indicatore di notevolissima importanza. La Lituania non è l’Australia: gli scambi con la Cina non hanno importanza altrettanto vitale. Ma se cedesse sarebbe un cruciale indice di lassismo della sua popolazione, sfruttabile dall’avversario russo per i propri fini e dai cinesi stessi per mostrare ai pesci piccoli che le si oppongono della futilità del gesto. Se invece resistesse comunicherebbe agli altri europei che il costo di rinunciare a qualche legame economico con la Repubblica Popolare è affrontabile.

Per questo gli americani seguiranno attentamente l’evolversi di tale scontro e nel caso in cui assumesse proporzioni drammatiche (come per l’Australia) potrebbero compensare alcune perdite. Il loro sostegno a Vilnius sarà cruciale. Non solo la Lituania è paese di frontiera (della Nato) e una sua destabilizzazione farebbe piacere a Mosca. Ma in ballo c’è anche la richiesta agli europei di partecipare al contenimento economico della Cina.

 

 

Per approfondire:

 

La Lituania usa Taiwan per piacere agli Usa

https://www.limesonline.com/rubrica/lituania-taiwan-cina-usa-russia

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1 risposta a DARIO FABBRI, FEDERICO PETRONI, IL MONDO D’OGGI, EDIZ SPECIALE – LIMES ONLINE DEL 23 AGOSTO 2021 -AFGHANISTAN, GERMANIA, CINA

  1. ueue scrive:

    E’ impressionante constatare come le ragioni economiche prevalgano quasi sempre su tutto.

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