Gelido, implacabile, quasi disumano: un tipo di personaggio inusuale per Mariella che ci aveva abituato a soggetti gentili, sensibili e spesso sensuali.
La rabbia fredda che esplode nel finale del racconto è certo frutto di un lungo processo di vita in cui il protagonista si è trovato coinvolto ma che è rimasto sopito forse per anni. Certo il nipote non suscita una grande simpatia, ma la punizione è certo eccessiva.
I protagonisti si muovono in un ambiente ben descritto: sembra di essere presenti in quella casa vecchia che immagino in campagna, su una collina, piuttosto isolata, immagine del suo proprietario.
Grazie Giovanni del tuo commento, hai colto nel segno . . . come sempre.
Sì, spietata la risposta del vecchio lucido di fronte alla rabbia e alla rovina.
Aveva già perdonato più volte quel suo nipote sciagurato. Ora non può più accettare l’impossibilità di cambiamento e l’impotenza che ne consegue, si sente ormai minacciato anche nella conservazione di se stesso, e di tutto ciò che per lui ha valore.
Per questo sceglie la vendetta. Mi pare un gesto di salvezza estrema.
Il vecchio non può sopportare le rovine materiali e morali portate dal giovane e vuole ad ogni costo respingere e scacciare ogni sopraffazione. Mi pare un grido di sopravvivenza che supera ogni morale in un mare di dissipazione e di sperpero. Io lo perdonerei.
Cara Gabriella(Mariella)
L’ho trovato molto difficile fare un commento sulle sue storie.(Ma ancora una volta mi hai fatto usare il cervello)é ovio che hai un stilo di scrivere squisito,con pocchi dettagli e si vede i personaggi e l’ambiente.Ed è anche ovio che sai molto della menta umana ,specialmente dalla mente,diciamo”diversa”
le tue storie mi hanno disturbato.Leggo qualcosa piacevole,bella e riconoscibile e al improviso c’é qualcosa che non va,qualcosa di strano,uno drago,una sirena o anche qualcosa orribile,un nonno che guarda che si affoga suo nipote.Mi danno i brividi(poi ho besogno di guardare qualche episodio di” geo e geo” o simile per un pò di conforto,di equilibrio.)Come ti sono venuti in mente,queste storie?Non sapevo che avessi in mente queste pensieri.Hai trovato l’ispiratione nel’arte o nasce nel tua mente e poi hai trovato i quadri adatti?
Ne dobbiamo parlare ancora.
Un abbraccio!
Juliana
Ti ringrazio del tuo commento cara Juliana, riferirò appena posso a Mariella del tuo prezioso contributo alla lettura del racconto, so che adesso è a Milano molto occupata… ciao, speriamo di risentirci, chiara per il blog
Eccomi da Milano. Grazie Juliana del tuo commento.
Da dove prendo le idee?
Dalle persone, dai fatti, dall’anima umana e tutta la sua complessità. Dai desideri nascosti, ai sogni, ai vizi e alle virtù, ai luoghi comuni, alle ossessioni e altro, altro ancora. A questo posso aggiungere che sono particolarmente attratta dalle tante “patologie” più o meno gravi che ci deformano e che potrei elencare nelle categorie dell’impossibile, dell’insperato, del magico e dell’orrido, ma anche dell’immaginario che mi pare abbia un grande stanza nella nostra mente.
Certo c’è dentro anche l’amore per l’arte, per la mitologia, e una grande parte della mia vita e il mio vedere e sentire.
Molto bello poter parlare con te di questo e il tuo invito a proseguire il discorso mi esalta.
Un carissimo abbraccio MGP
Bello, asciutto questo racconto, disumano e umano al tempo stesso. Belle le immagini che lo accompagnano, anche quelle senza sconti. ( Donatella )
ciao Mariella hai pescato con la tua canna in un mare grande dove gli squali abbondano
Racconto leggero,veloce,piacevole, crudo nel suo finale ma efficace nel descrivere certezze.
brava ,un abbraccio.
Gelido, implacabile, quasi disumano: un tipo di personaggio inusuale per Mariella che ci aveva abituato a soggetti gentili, sensibili e spesso sensuali.
La rabbia fredda che esplode nel finale del racconto è certo frutto di un lungo processo di vita in cui il protagonista si è trovato coinvolto ma che è rimasto sopito forse per anni. Certo il nipote non suscita una grande simpatia, ma la punizione è certo eccessiva.
I protagonisti si muovono in un ambiente ben descritto: sembra di essere presenti in quella casa vecchia che immagino in campagna, su una collina, piuttosto isolata, immagine del suo proprietario.
Grazie Giovanni del tuo commento, hai colto nel segno . . . come sempre.
Sì, spietata la risposta del vecchio lucido di fronte alla rabbia e alla rovina.
Aveva già perdonato più volte quel suo nipote sciagurato. Ora non può più accettare l’impossibilità di cambiamento e l’impotenza che ne consegue, si sente ormai minacciato anche nella conservazione di se stesso, e di tutto ciò che per lui ha valore.
Per questo sceglie la vendetta. Mi pare un gesto di salvezza estrema.
Il vecchio non può sopportare le rovine materiali e morali portate dal giovane e vuole ad ogni costo respingere e scacciare ogni sopraffazione. Mi pare un grido di sopravvivenza che supera ogni morale in un mare di dissipazione e di sperpero. Io lo perdonerei.
Cara Gabriella(Mariella)
L’ho trovato molto difficile fare un commento sulle sue storie.(Ma ancora una volta mi hai fatto usare il cervello)é ovio che hai un stilo di scrivere squisito,con pocchi dettagli e si vede i personaggi e l’ambiente.Ed è anche ovio che sai molto della menta umana ,specialmente dalla mente,diciamo”diversa”
le tue storie mi hanno disturbato.Leggo qualcosa piacevole,bella e riconoscibile e al improviso c’é qualcosa che non va,qualcosa di strano,uno drago,una sirena o anche qualcosa orribile,un nonno che guarda che si affoga suo nipote.Mi danno i brividi(poi ho besogno di guardare qualche episodio di” geo e geo” o simile per un pò di conforto,di equilibrio.)Come ti sono venuti in mente,queste storie?Non sapevo che avessi in mente queste pensieri.Hai trovato l’ispiratione nel’arte o nasce nel tua mente e poi hai trovato i quadri adatti?
Ne dobbiamo parlare ancora.
Un abbraccio!
Juliana
Ti ringrazio del tuo commento cara Juliana, riferirò appena posso a Mariella del tuo prezioso contributo alla lettura del racconto, so che adesso è a Milano molto occupata… ciao, speriamo di risentirci, chiara per il blog
Eccomi da Milano. Grazie Juliana del tuo commento.
Da dove prendo le idee?
Dalle persone, dai fatti, dall’anima umana e tutta la sua complessità. Dai desideri nascosti, ai sogni, ai vizi e alle virtù, ai luoghi comuni, alle ossessioni e altro, altro ancora. A questo posso aggiungere che sono particolarmente attratta dalle tante “patologie” più o meno gravi che ci deformano e che potrei elencare nelle categorie dell’impossibile, dell’insperato, del magico e dell’orrido, ma anche dell’immaginario che mi pare abbia un grande stanza nella nostra mente.
Certo c’è dentro anche l’amore per l’arte, per la mitologia, e una grande parte della mia vita e il mio vedere e sentire.
Molto bello poter parlare con te di questo e il tuo invito a proseguire il discorso mi esalta.
Un carissimo abbraccio MGP