+++ GINO STRADA – 13 AGOSTO 2021 — L’ULTIMO ARTICOLO DI GINO STRADA PUBBLICATO OGGI SU LA STAMPA: ” COSI’ HO VISTO MORIRE KABUL “

 

LA STAMPA DEL 13 AGOSTO 2021 

https://www.lastampa.it/topnews/lettere-e-idee/2021/08/13/news/cosi-ho-visto-morire-kabul-1.40594569?ref=twhpv

 

L’ultimo articolo di Gino Strada pubblicato oggi su La Stampa: così ho visto morire Kabul

 

Non mi sorprende questa situazione. La guerra all’Afghanistan è stata – né più né meno – una guerra di aggressione iniziata all’indomani dell’attacco dell’11 settembre, dagli Stati Uniti a cui si sono accodati tutti i Paesi occidentali

L’ultimo articolo di Gino Strada pubblicato oggi su La Stampa: così ho visto morire Kabul

 

GINO STRADA

 

PUBBLICATO IL  13 Agosto 2021 

 

Si parla molto di Afghanistan in questi giorni, dopo anni di coprifuoco mediatico. È difficile ignorare la notizia diffusa ieri: i talebani hanno conquistato anche Lashkar Gah e avanzano molto velocemente, le ambasciate evacuano il loro personale, si teme per l’aeroporto. Non mi sorprende questa situazione, come non dovrebbe sorprendere nessuno che abbia una discreta conoscenza dell’Afghanistan o almeno buona memoria. Mi sembra che manchino – meglio: che siano sempre mancate – entrambe. La guerra all’Afghanistan è stata – né più né meno – una guerra di aggressione iniziata all’indomani dell’attacco dell’11 settembre, dagli Stati Uniti a cui si sono accodati tutti i Paesi occidentali.

 

Kabul, Afghanistan. 4 agosto 2021. Foto scattata il 4 agosto 2021 mostra il sito di una bomba a a Kabul, capitale dell'Afghanistan. L'attacco dei militanti alla residenza del ministro afgano della difesa

KABUL, 4 AGOSTO 2021 — FOTO ALAMY

 

 

 

 

Gino Strada: “In Afghanistan siamo in guerra da anni ma non se ne parla più”

VIDEO– 3.26    —    DA PROPAGANDA LIVE

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Il Consiglio di Sicurezza – unico organismo internazionale che ha il diritto di ricorrere all’uso della forza – era intervenuto il giorno dopo l’attentato con la risoluzione numero 1368, ma venne ignorato: gli Usa procedettero con una iniziativa militare autonoma (e quindi nella totale illegalità internazionale) perché la decisione di attaccare militarmente e di occupare l’Afghanistan era stata presa nell’autunno del 2000 già dall’Amministrazione Clinton, come si leggeva all’epoca sui giornali pakistani e come suggerisce la tempistica dell’intervento.

 

 

 

 

Un quartiere a Kabul, Afghanistan Foto stock - Alamy

UN QUARTIERE DI KABUL – FOTO ALAMY

 

 

 

Il 7 ottobre 2001 l’aviazione Usa diede il via ai bombardamenti aerei. Ufficialmente l’Afghanistan veniva attaccato perché forniva ospitalità e supporto alla “guerra santa” anti-Usa di Osama bin Laden. Così la “guerra al terrorismo” diventò di fatto la guerra per l’eliminazione del regime talebano al potere dal settembre 1996, dopo che per almeno due anni gli Stati Uniti avevano “trattato” per trovare un accordo con i talebani stessi: il riconoscimento formale e il sostegno economico al regime di Kabul in cambio del controllo delle multinazionali Usa del petrolio sui futuri oleodotti e gasdotti dall’Asia centrale fino al mare, cioè al Pakistan.

Ed era innanzitutto il Pakistan (insieme a molti Paesi del Golfo) che aveva dato vita, equipaggiato e finanziato i talebani a partire dal 1994.

 

 

 

File:Kabul Afghanistan.JPG

UNA STRADA DI KABUL NEL 2009

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https://it.wikipedia.org/wiki/File:Kabul_Afghanistan.JPG

 

 

 

 

Gino Strada: “In Libia finanziamo bande di assassini, è una follia”

VIDEO, 1.09

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Il 7 novembre 2001, il 92 per cento circa dei parlamentari italiani approvò una risoluzione a favore della guerra. Chi allora si opponeva alla partecipazione dell’Italia alla missione militare, contraria alla Costituzione oltre che a qualunque logica, veniva accusato pubblicamente di essere un traditore dell’Occidente, un amico dei terroristi, un’anima bella nel migliore dei casi. Invito qualche volonteroso a fare questa ricerca sui giornali di allora perché sarebbe educativo per tutti. L’intervento della coalizione internazionale si tradusse, nei primi tre mesi del 2001, solo a Kabul e dintorni, in un numero vittime civili superiore agli attentati di New York.

Nei mesi e negli anni successivi le informazioni sulle vittime sono diventate più incerte: secondo Costs of War della Brown University, circa 241 mila persone sono state vittime dirette della guerra e altre centinaia di migliaia sono morte a causa della fame, delle malattie e della mancanza di servizi essenziali.

 

 

 

Afghanistan war: Army chief replaced as Taliban seize more cities - BBC News

FOTO BBC

 

 

Solo nell’ultimo decennio, la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama) ha registrato almeno 28.866 bambini morti o feriti. E sono numeri certamente sottostimati.

 

 

 

Gino Strada, le lotte per difendere i più deboli e quelle contro il razzismo e la politica: chi era il fondatore di Emergency

 

VIDEO, 3.08

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Ho vissuto in Afghanistan complessivamente 7 anni: ho visto aumentare il numero dei feriti e la violenza, mentre il Paese veniva progressivamente divorato dall’insicurezza e dalla corruzione. Dicevamo 20 anni fa che questa guerra sarebbe stata un disastro per tutti. Oggi l’esito di quell’aggressione è sotto i nostri occhi: un fallimento da ogni punto di vista. Oltre alle 241 mila vittime e ai 5 milioni di sfollati, tra interni e richiedenti asilo, l’Afghanistan oggi è un Paese che sta per precipitare di nuovo in una guerra civile, i talebani sono più forti di prima, le truppe internazionali sono state sconfitte e la loro presenza e autorevolezza nell’area è ancora più debole che nel 2001. E soprattutto è un Paese distrutto, da cui chi può cerca di scappare anche se sa che dovrà patire l’inferno per arrivare in Europa. E proprio in questi giorni alcuni Paesi europei contestano la decisione della Commissione europea di mettere uno stop ai rimpatri dei profughi afgani in un Paese in fiamme. Per finanziare tutto questo, gli Stati Uniti hanno speso complessivamente oltre 2 mila miliardi di dollari, l’Italia 8,5 miliardi di Euro.

 

 

 

Afghanistan, Kabul, "Qui il sangue scorre per le strade come fosse acqua", le suore: "Noi non ce ne andiamo", intanto violenze e povertà crescono - la Repubblica

KABUL — FOTO REPUBBLICA

 

 

 

Le grandi industrie di armi ringraziano: alla fine sono solo loro a trarre un bilancio positivo da questa guerra. Se quel fiume di denaro fosse andato all’Afghanistan, adesso il Paese sarebbe una grande Svizzera. E peraltro, alla fine, forse gli occidentali sarebbero riusciti ad averne così un qualche controllo, mentre ora sono costretti a fuggire con la coda fra le gambe. Ci sono delle persone che in quel Paese distrutto cercano ancora di tutelare i diritti essenziali.

 

 

 

 

L'Afghanistan necessario: "Un ospedale in guerra", il documentario girato a Kabul nella struttura di Emergency - la Repubblica

EMERGENCY A KABUL

 

Afghanistan, ucciso in un conflitto a fuoco un infermiere di Emergency - la Repubblica

 

 

 

 

Ad esempio, gli ospedali e lo staff di Emergency – pieni di feriti – continuano a lavorare in mezzo ai combattimenti, correndo anche dei rischi per la propria incolumità: non posso scrivere di Afghanistan senza pensare prima di tutto a loro e agli afghani che stanno soffrendo in questo momento, veri “eroi di guerra”.

 

 

 

Gino Strada nel 2017: “Obbligo dei vaccini? Giusto lo Stato tuteli”

VIDEO, 1.12

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