Due video, 2014 / 2009 di Jolanda Insana che legge sue poesie + ANNA TOSCANO, CHIAMAMI COL MIO NOME: JOLANDA INSANA –MINIMA & MORALIA– GIOVEDI’ 8 APRILE 2021

 

 

 

 

 

Via”… da Messina: Jolanda Insana, la poetessa pupara che ha sfidato la morte

 

Jolanda Insana (Messina, 18 maggio 1937 – Roma, 27 ottobre 2016[1]) è stata una poetessa, insegnante e grecista italiana.

 

Laureata in Lettere classiche a Messina con una tesi su La Conocchia di Erinna, una poetessa greca, viveva a Roma dal 1968. Diede alle stampe diverse raccolte di poesie. Di professione insegnante di lettere presso licei classici, Jolanda Insana venne scoperta da Giovanni Raboni nel 1977, anno in cui pubblicò nella collana da lui diretta «Quaderno collettivo della Fenice» (Guanda) la raccolta poetica Sciarra amara. Nel 2002 vinse il Premio Viareggio per la poesia con La stortura (Garzanti). Nel 2007 fu pubblicato nella collana “Gli elefanti poesia” della Garzanti l’intera sua opera, con l’aggiunta di un poemetto intitolato La bestia clandestina, che faceva parte del nuovo lavoro al quale Jolanda Insana si era dedicata dal 2003. Si dedicò alla traduzione di vari classici e autori contemporanei, dal greco e dal latino: tra di essi si ricordano Saffo, Plauto, Euripide, Alceo, Anacreonte, Ipponatte, Callimaco, Lucrezio, Marziale e Andrea Cappellano. Inoltre adattò in versi alcune opere di Ahmad Shawqi e Aleksandr Tvardovskij.

La poesia che apre Sciarra amara, “Pupara sono”, è stata musicata nel 2013 dal compositore Claudio Ambrosini (La pupara, madrigale a cinque voci)

 

 

 opere ::

nel link

https://it.wikipedia.org/wiki/Jolanda_Insana

 

 

 

 

Poesie d’amore

 

 

Maria Allo, Su Jolanda Insana – Poetarum Silva

 

 

 

 

 

” DA DOVE MI VIENE QUEST’AMORE, SELENE ” — 2009

 

Jolanda Insana legge: “Terra-Luna: un’infinita risonanza”, poema inedito, 5 giugno, Festival delle letterature di Roma, 2009. “Il verso della luna”, poesie.

 

Video di Bianca Madeccia

 

 

 

 

 

Salvatore Lo Leggio: da "SCIARRA AMARA" (di Jolanda Insana)

 

Jolanda Insana, voce poetica “fuori dal coro” ritorna nel panorama letterario messinese - Messina7.it

 

 

 

 

 

 

MINIMA & MORALIA– GIOVEDI’ 8 APRILE 2021

https://www.minimaetmoralia.it/wp/letteratura/chiamami-col-mio-nome-jolanda-insana/

 

 

 

CHIAMAMI COL MIO NOME: JOLANDA INSANA

 

di Anna Toscano

pubblicato giovedì, 8 Aprile 2021

(scatto di Dino Ignani)

 

 

 

La tappezzeria del cuore

 

che strano questo nunzio che arriva
e porta l’alba e mi acceca e oscura la forma

il nunzio della notte non usa specchi
e denuncia cosa porta

mi piace la tappezzeria che copre il cuore
e sto altrove quando appiano e rastello e non pulsa
lo stesso stupore per servitù e ardore

il mare non c’era più

profumo per ampolla sturata svaporata
il rigore di dentro
perché i pensieri neonati rompono la barriera
dei denti e sfondano il riparo delle labbra
si sfogano in parole

il desiderio impazientemente espresso
esce dalla sua eccitante dimora
senza compenso per la dissipazione
l’avversario non ha fine né modo
e obbligato a camminare in punta di piedi
lungo la circonferenza del cerchio

seguiterà e mai conseguirà che io mi fermi
o mi diparta
nulla mia essendo pronto e a tutto essendo pronta
dappoiché null’altro mi appartiene
tranne gli effetti miei
ma l’aria è stata avvelenata
e io m’aspettavo d’invitare amici a udire
organi e tamburi

e ho dovuto amputare l’insalata che in primavera
dentro una boatta avevo seminato
e non è acqua che basti al tormento d’infiammazione
poiché questa è già malattia e non più sete
e però la fantasia intollerante di riposo si slancia
e va attorno con somma licenza e capriccio
lietissima delle cose nuove
per non eccitare in casa propria altre tragedie

considerata nudamente la natura dell’evento
s’abbassa e rimpicciolisce
e in questo momento sono chi apre il frigorifero
e ha fame e non ha pensato alle provviste
quando soffiò vento malato

la ragione avrà fatto abbastanza
quando sia giunta a raffreddare abuso di ignizione
scacciando il plasma delle pareti
e rimuovendo commozione all’ingiuria

nemica della moderazione mi sottometto volentieri
a mancare di agi e scelgo ballata grande
di lungo ritornello a quattro versi
non avendo la lingua a cintura

e occultamente dal fondo ribollendo
vanno gli interni accidenti insino a tanto
che irraggiamento trabocca e la vita presente
fa battaglia per covare il suo necessario calore

ad onta di ogni abbaiatore

***

 

 

 

Jolanda Insana costruiva le poesie con le sue lingue, il messinese, l’italiano, il greco e il latino da cui traduceva; e la lingua dei gesti, delle mani, da esperta pupara di parole e pupara di versi; e la lingua della memoria nel suo continuo teatro di ricordanze che si scontravano e rinascevano nel presente, rimembranze della guerra e del nemico, di quell’avversario che “non ha fine né modo”.

Donna, poeta, che ha deciso di vivere di poco, di nulla – “a mancare di agi” – di non avere altra appartenenza che gli affetti suoi, di vivere in quello stato di guerra, di bombardamenti e di fame che visse nel messinese poco dopo la nascita: di dedicare l’esistenza a quella “superflua necessità, lucida resistenza” che è la poesia.

La parola in Insana è cibo, è consistenza, è aggregazione di senso, procede per gruppi di versi che creano uno stralunato senso dell’esistenza: il nunzio dell’alba che acceca e quello della notte che mostra ciò che porta conducono al cuore, un cuore che ama la tappezzeria che lo copre, che si rende involucro, per proteggerlo. Una tappezzeria che attutisce ma non contiene, perché “pensieri neonati rompono barriere e si sfogano in parole”, non trattiene il desiderio che viene dissipato, in attesa che la ragione faccia abbastanza. La “lingua cintura” potrebbe frenare la poesia, ma Insana sa la parola, quella parola che si fa cibo e nutrimento, una parola da masticare, parola che non deve aver nessun contenimento.

Jolanda Insana, Tutte le poesie (1977-2006), Garzanti, Milano, 2007

 

Anna Toscano

Anna Toscano vive a Venezia, insegna presso l’Università Ca’ Foscari e collabora con altre università. Scrive per minima&moralia e altri, tra i quali Il Sole24 Ore, Doppiozero, Leggendaria. Sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, (2018); liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie. Suoi scatti sono apparsi in riviste, manifesti, copertine di libri, mostre personali e collettive. Varie le esperienze radiofoniche e teatrali.

 

 

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