REPUBBLICA.IT — 18 LUGLIO 2021
Giustizia, Perantoni: “Il rischio amnistia grava sul nuovo processo penale. Un rinvio sarebbe molto utile”
di Liana Milella
Il presidente M5S della commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni
Il presidente M5S della commissione Giustizia della Camera: “Non ho parlato con Conte ma noi 5 stelle siamo azionisti importanti di questo governo e vogliamo contare al tavolo. Sarebbe importante arrivare a un testo condiviso, il Movimento non segue né nomi né bandierine”
18 LUGLIO 2021
ROMA – Presidente Mario Perantoni, è un vulcano la commissione Giustizia della Camera che lei, da deputato M5S, presiede dal 30 luglio 2020. Tutti gli occhi della politica sono puntati su di lei. È pronto per la battaglia degli emendamenti sul processo penale?
“Cercherò di svolgere al meglio il mio ruolo di garanzia che consiste anche nel prendere atto delle ragioni di tutte le parti politiche arrivando a una sintesi, nel rispetto delle opinioni di tutti gli interlocutori”.
Dica un po’, ma lei è un avvocato di Sassari… ma sta con M5S e con i magistrati che criticano la legge Cartabia…
“Sto con i valori che mi hanno portato a candidarmi e a essere eletto con il Movimento. I valori costituzionali sono comuni all’avvocatura e alla magistratura, del resto. Inoltre, ho un grande rispetto per la competenza e l’autorevolezza della ministra Cartabia, ma come rappresentante del Parlamento sono anche libero di esprimere un punto di vista diverso, seppure nei miei confini istituzionali”.
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di Liana Milella
17 Luglio 2021
Nelle audizioni di venerdì la prescrizione proposta finora dal governo è stata bocciata non solo dal presidente dell’Anm Santalucia, che è di Magistratura democratica, ma anche da tutte le altre correnti. Non è certo un caso se la rappresentanza del sindacato dei giudici fosse così “folta”…
“Se dobbiamo approfondire gli aspetti tecnici e i risvolti pratici di questa legge è naturale misurarsi con i principali operatori del diritto: abbiamo sentito anche le Camere penali. Penso che l’Anm abbia voluto portare il miglior contributo possibile, ma nelle audizioni, pur nella ristrettezza dei tempi, abbiamo cercato di avere il più ampio spettro di opinioni. Ricordo che questa è stata solo una tranche finale, ne abbiamo svolte molte nei mesi scorsi, circa una trentina“.
Le toghe comunque protestano, secondo lei un governo, di grande coalizione come questo (solo FdI è fuori), può andare così contro un altro potere dello Stato?
“Non darei questa lettura. In questo caso è evidente che sarebbe necessario un confronto più approfondito, con tempi meno stringenti, perché il tema è delicatissimo e sono state segnalate criticità di coerenza costituzionale”.
Conte dirà a Draghi che la riforma, così com’è, mortifica M5S, e non può essere accettata. Le parole del nuovo presidente, come scrive Annalisa Cuzzocrea su Repubblica, saranno molto ferme. Siamo in presenza di una bocciatura e di una richiesta di cambiare la proposta. Lei che ne pensa?
“Io non ho parlato con Conte. Certamente andrà a rappresentare le esigenze di esprimere anche in quel testo i nostri valori di riferimento. Siamo ‘azionisti’ importanti di questo governo, abbiamo una breve storia ma molto intensa, abbiamo saputo dare espressione a istanze sociali importanti: in quel tavolo ci siamo e vogliamo contare”.
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M5S si può spingere nelle sue richieste fino a mettere in crisi il governo Draghi?
“È una valutazione che dovrà essere presa nella sede opportuna. Io non voglio andare oltre il mio ruolo istituzionale”.
Alternativa c’è, con l’ex M5S Andrea Colletti, annuncia che andrà in piazza mercoledì contro la riforma che definisce “berlusconiana”. Pensa che M5S si spaccherà in aula tra chi segue Conte e Bonafede e chi invece è più moderato?
“Il Movimento non segue nomi né bandierine. Ha dimostrato in questi difficili mesi, dentro circostanze davvero dure, di trovare la forza per rimanere compatto e non vedo motivo, soprattutto ora, con una ritrovata coesione interna, per cui questa forza debba venire improvvisamente meno”.
L’improcedibilità dei processi, secondo lei, mette a rischio i processi stessi? È un’amnistia come dice Nicola Gratteri, il procuratore di Catanzaro che sentirete martedì?
“Non lo dico io, lo dicono persone più autorevoli e competenti di me che si potrebbe verificare l’effetto amnistia. Io vorrei la certezza che i meccanismi processuali consentano di arrivare a una sentenza di merito nei tempi ragionevoli”.
Che mi dice di quel testo sbagliato che è arrivato in commissione? Via Arenula parla di un mero errore materiale. Però l’errore corrisponde a un retroscena che circola con molta insistenza negli ambienti politici, e cioè che Cartabia sarebbe venuta incontro il più possibile a M5S, bloccando la prescrizione dopo il primo grado. E quella modifica della Cirielli starebbe bene in questa previsione. Lei crede all’errore?
“Assolutamente sì, perché è ciò che è stato detto da via Arenula, e non sono facile a cedere sul terreno del complottismo soprattutto quando c’è il coinvolgimento di persone al di sopra di ogni sospetto”.
Lei ha di fronte una settimana difficile. Martedì due audizione di peso, quella di Cafiero De Raho e quella di Gratteri. Per tutelare il testo di Cartabia lei dovrebbe guidare la commissione bocciando tutti gli emendamenti contrari. Pensa di farcela? Ma soprattutto, lei lo vuole fare?
“La mia posizione personale nel merito degli emendamenti non ha alcuna rilevanza. Io devo garantire che sia realizzata la volontà dei gruppi parlamentari, devo applicare le regole pensate per questo fine, tra le quali naturalmente vi sono anche garanzie per le minoranze e per tutti. Devo tutelare il piccolo, ma importante pezzo di Parlamento che si trova nella commissione Giustizia che presiedo”.
L’arrivo in aula della riforma per il 23 luglio appare del tutto irrealistico. Martedì sera alle 18 scadono i subemendamenti. Mentre si svolgono le altre due audizioni. Restano mercoledì e giovedì per affrontare centinaia di emendamenti. Pensa che alla fine lei sarà costretto a chiudere prima e il testo arriverà in aula senza il relatore che per giunta vede, assieme al dem Franco Vazio, anche la grillina Sarti che ha parlato di “legge schifezza” ?
“Avevo segnalato la difficoltà di rispettare il termine del 23 per l’approdo in aula del testo. Sono convinto che sarebbe importante per il clima politico e per le attese giustamente nutrite fuori dal Parlamento riguardo a questo provvedimento che dalla commissione esca un testo condiviso, anziché portare in aula importanti criticità. Perché dunque non darsi termini più coerenti con l’importanza del tema?”.
Sta pensando a un rinvio anche breve?
“Non detto io i tempi dell’aula, ma è evidente che se la commissione dovesse trovarsi in affanno non si farebbe un buon lavoro. A quel punto avere più tempo sarebbe certamente molto utile”.
A titolo personale, alla fine di questa intervista, svela a Repubblica qual è la sua idea sulla soluzione migliore per la prescrizione?
“Ne abbiamo ragionato molto e continuiamo a farlo, ma ciò che più conta è l’approccio. Lei mi chiede la mia posizione personale: credo sia necessario distinguere la prescrizione sostanziale dalla necessità che il processo si concluda in tempi ragionevoli. Come ha detto ieri il presidente Santalucia le due questioni possono essere affrontate separatamente. Penso che Bonafede abbia fatto bene ad affrontare seriamente il problema e che la naturale prosecuzione del suo lavoro sia quella di intervenire su aspetti procedurali che garantiscano le sentenze ed escludano isole di impunità”.
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L’esigenza di dare un tempo ai processi è giustissima. Finora non ho capito quali misure pratiche si intendano prendere per attuare questa sacrosanta esigenza.