Tonia Mastrobuoni, Berlino :: Germania, la fine dell’età dell’innocenza dell’etnologia: Berlino si pente dei furti coloniali –REPUBBLICA DEL 7 LUGLIO 2021 + 2 link sul Regno Di Benin 

 

 

 

REPUBBLICA DEL 7 LUGLIO 2021 

https://www.repubblica.it/esteri/2021/07/07/news/continental_
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colonialismo_restituzioni-309154841/

 

Una parte dei Bronzi del Benin esposti al Linden Museum di Stoccarda

 

 

 

Germania, la fine dell’età dell’innocenza dell’etnologia: Berlino si pente dei furti coloniali

dalla nostra corrispondente Tonia Mastrobuoni

 

Il governo tedesco si è impegnato a riconoscere la proprietà dei Bronzi del Benin alla Nigeria e il dibattito si allarga sempre di più: “Le origini dubbie vanno chiarite e la priorità è che le ingiustizie non si ripetano”. Ma potrebbe continuare a esporre gli oggetti sottratti in passato

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Berlino. Germania. Benin bronzi. Rappresentazione di un uomo portoghese, targa in ottone. Diciassettesimo Secolo. Dal royal court palace del Regno del Benin Foto stock - Alamy

 

 

 

07 LUGLIO 2021

 

L’età dell’innocenza dell’etnologia sta tramontando. La misura del mondo dei naturisti e degli scienziati tedeschi si sta confrontando in Germania, da anni, con la verità storica dell’origine delle opere d’arte, degli oggetti di uso quotidiano, dei reperti raccolti in Africa, in Asia e in Sudamerica che si sono accumulati nei musei e nelle università tedesche. Che provenienza hanno? Sono stati saccheggiati? Sono il bottino di colonialismo, di guerre, di violenze?

 

 

 

 

La Germania restituirà i bronzi alla Nigeria - Rivista Africa

 

 

 

 

 

“L’etnologia è stata stravolta dall’attuale dibattito sul colonialismo” ammette la ministra della Cultura, Monika Grütters. Incaricata ora di restituire uno dei bottini del colonialismo britannico più famosi al mondo: i Bronzi del Benin. Ma è solo l’esempio più recente di un dibattito che infuria ormai da anni. Quando Spiegel le ha chiesto se non rischiano di essere tantissimi gli oggetti dalla provenienza dubbia arrivati in Germania nei secoli scorsi, Grütters ha risposto, tout court, “e allora saranno tantissimi”. La priorità “è che le ingiustizie non si ripetano” e che le “origini dubbie” vengano chiarite.

 

 

Germania, decisione storica: i bronzi del Benin dell'Humboldt Forum restituiti alla Nigeria

 

 

NEL LINK DEL GIORNALE ALL’INIZIO TROVI ANCHE GLI ARTICOLI QUI CITATI

 

“La Germania ha fatto i conti con il nazismo, ora li faccia con il colonialismo”

Tonia Mastrobuoni 14 Giugno 2020

 

 

 

Berlino. Germania. Benin bronzi. Rappresentazione di un uomo portoghese, targa in ottone. Diciassettesimo Secolo. Dal royal court palace del Regno del Benin Foto stock - Alamy

 

 

 

Il governo tedesco si è impegnato con la Nigeria a restituire tutti gli oggetti rubati. Le indagini e le trattative con il governo nigeriano sono in corso ed è possibile che la maggior parte dei 400 bronzi e degli oltre 500 oggetti provenienti dall’antico Regno del Benin e trasferiti dal Museo etnologico al nuovo Humboldt Forum di Berlino debbano essere riconosciuti al loro Paese d’origine: furono raccolti durante i saccheggi delle truppe britanniche nel 1897. Le prime restituzioni potrebbero avvenire nel 2022.

 

La Germania accetta ufficialmente di restituire i bronzi del Benin saccheggiati alla Nigeria - European Heritage Tribune

 

 

Certo, bisogna trovare “un equilibrio”, sostiene Grütters: “esistono molti oggetti che non vengono chiesti indietro dai Paesi d’origine. La questione non è sempre la proprietà, ma anche l’adeguata custodia dell’eredità culturale dell’umanità”. E le trattative con la Nigeria, condotte da Hermann Parzinger, presidente della Fondazione del Patrimonio culturale prussiano (Stiftung Preussischer Kulturbesitz) puntano a un riconoscimento legale della proprietà ma con lo scopo finale “di esporre i Bronzi del Benin in Germania e proprio nell’Humboldt-Forum”.

 

La sede dell’Humboldt Forum a Berlino

 

Berlino. Germania. Benin bronzi. Oba / King (Ozolua?), cinque-seicentesco, targa in ottone. Dal royal court palace del Regno del Benin. Etnologiche Foto stock - Alamy

 

 

La Germania si è nascosta per un secolo dietro l’immagine distorta di un colonialismo ottocentesco meno feroce di quello belga o britannico o francese. E’ recentissima l’ammissione ufficiale del primo genocidio del Novecento, perpetrato da una Germania appena unificata e ansiosa di mettersi alla pari delle altre potenze coloniali, alle popolazioni degli Herero e dei Nama in Namibia. E il corollario di quella come di altre invasioni e occupazioni furono i teschi, le ossa finite nei musei e nelle università, studiati per dimostrare l’ignobile “teoria della razza” che si stava sviluppando allora. Ma anche le opere d’arte e i tesori della vita quotidiana di quei popoli, infilati nelle teche dei musei tedeschi. Da anni sono cominciate, lentissime, le restituzioni delle ossa. E di recente Mnyaka Sururu Mboro, della Fondazione Berlin Postkolonial ha sostenuto che “le restituzioni dei resti dei nostri antenati, che sono ancora qui, sono persino più importanti di quelle delle opere d’arte”.

 

 

 

La Germania restituirà i bronzi del Benin alla Nigeria

 

 

 

PER L’ARTIC. SG VEDI SOPRA

“In Namibia fu genocidio”: la Germania pronta a riconoscere le atrocità del proprio passato coloniale

dalla nostra corrispondente Tonia Mastrobuoni -20 Maggio 2021

 

 

Berlino restituirà i prestigiosi Bronzi del Benin alla Nigeria - Berlino Magazine

 

 

 

Ma nelle scorse settimane è scoppiato anche il caso del “Luf-Boot”, della straordinaria barca di sedici metri proveniente dal cosiddetto “Arcipelago di Bismarck”, dalle colonie tedesche in Papua-Nuova Guinea. Attualmente è esposta all’Humboldt Forum, dove è considerata uno dei pezzi di maggiore pregio del controverso museo etnologico. Lo storico Götz Aly ha dimostrato in un libro appena uscito (“Das Prachtboot”) che nel feroce contesto delle stragi, delle violenze e dei saccheggi perpetrati dai soldati tedeschi contro le popolazioni indigene, quella magnifica barca non è mai stata comprata, come sostenuto fino ad ora dalla Fondazione del Patrimonio culturale prussiano, bensì rubata alle popolazioni dell’Oceania. Adesso la Fondazione è stata costretta ad ammettere che effettivamente non c’è alcuna traccia di una compravendita, nei documenti del Reich.

 

 

Testa di bronzo di Ife - Wikipedia

 

 

Lo storico Aly, il cui prozio era stato un pastore sulle navi della Marina tedesca e un testimone delle brutali missioni nel Pacifico, ha ricostruito che l’isola di Luf, da cui proviene la barca, era stata bombardata per giorni da due navi da guerra tedesche, prima di essere occupata. “E’ una storia rimossa, che nessuno racconta”, ha raccontato Aly in un’intervista all’emittente tv ZDF. Ma negli ultimi anni, la Germania sta seriamente accettando di alzare il velo sulla sua cupa storia coloniale. Perché, come insegna il grande genio Alexander von Humboldt, “sapere e riconoscere sono la gioia e la giustificazione dell’umanità”.

 

 

 

IL REGNO DI BENIN, CON IMMAGINI—anche : REGNO DI EDO — ” L’impero declinò, fino alla fine avvenuta nel 1897, in seguito al contatto con l’Impero britannico, il quale fece della Nigeria prima un protettorato e poi una sua colonia.” (WIKI)

 

ANGELA PRATI –FOTOGRAFA — CI PORTA AD ABHOMEY, L’ANTICA CAPITALE DEL DAHOMEY, OGGI BENIN LA CUI CAPITALE E’ PORTO-NOVO —MA LA SEDE DEL GOVERNO E’ COTONOU

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1 risposta a Tonia Mastrobuoni, Berlino :: Germania, la fine dell’età dell’innocenza dell’etnologia: Berlino si pente dei furti coloniali –REPUBBLICA DEL 7 LUGLIO 2021 + 2 link sul Regno Di Benin 

  1. i. scrive:

    Splendide queste sculture, che sono un inno alla bellezza attraverso l’arte.

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