REPUBBLICA DEL 7 GIUGNO 2021
https://www.repubblica.it/esteri/2021/06/07/news/peru_keiko_fujimori_vede_la_vittoria-304580194/
Perù, lotta all’ultimo voto per la presidenza: il leader della sinistra Castillo passa in testa
di Daniele Mastrogiacomo
Keiko Fujimori (afp)
Con il 94 per cento delle schede scrutinate, la candidata della destra Keiko Fujimori sorpassata mentre avanza il conteggio nelle zone rurali, che premierebbero l’ex maestro fautore del cambiamento
Nuovo colpo di scena nelle elezioni per la presidenza del Perù. Per la prima volta dall’inizio dello scrutinio, con il 94 per cento delle schede esaminate, il candidato della sinistra di Perú Libre, Pedro Castillo, supera la sua rivale e raggiunge il 50,15 per cento dei voti; Keiko Fujimori, leader della destra di Fuerza Popular, scivola al 49,85. Un distacco minimo – al momento 50mila voti – che lascia ancora incerto il risultato finale. A ribaltare le percentuali sono stati i voti che arrivano dalle regioni andine e dalla giungla peruviana: hanno espresso un vero plebiscito per il maestro elementare di Cajamarca.
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di Inés Santaeulalia e Jacqueline Fowks21 Aprile 2021
La figlia dell’ex dittatore Alberto Fujimori, era balzata in testa sin dai primi exit poll e proiezioni, con il 52,2 per cento dei voti lasciando indietro, al 47,7 il suo avversario. Poche ore di euforia tra i sostenitori della candidata della destra e prime proteste dei fans di Castillo. L’umore è cambiato, alternando gioia e delusioni, con le prime manifestazioni di piazza subito sciolte senza violenza dalla polizia impegnata in tutto il paese a far rispettare le misure anti Covid. Ci vorranno almeno due-tre giorni per avere il risultato ufficiale: i due contendenti viaggiano con una differenza di un pugno di voti.
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Ma il distacco è destinato a crescere ma mano che arrivano le altre schede dalla regioni periferiche e quelle espresse all’estero dagli immigrati. Tutto resta in bilico, tutto è incerto. Come quello che potrà accadere sia se vince Keiko Fujimori sia Pedro Castillo.
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La polarizzazione ha reso questa elezione una sorta di spartiacque tra il Bene e il Male assoluto. Tra continuità, con mille difetti e grandi limiti, e un cambio che sconvolga le differenze di classe. Tra una destra che punta sul privato, sulla libera concorrenza, sul modello liberista che ha portato dieci anni di ricchezza e crescita economica e una sinistra che vuole interrompere la corruzione dilagante che ha ormai contaminato tutte le Istituzioni, restituire allo Stato la responsabilità sulla salute e l’istruzione, invertire il peso delle multinazionali nei poli minerari ed energetici distribuendo i proventi anche alle classi povere sempre rimaste ai margini del potere e della ricchezza. Due modelli diversi, opposti. Una scelta che si affaccia nella maggioranza dei paesi dell’America Latina e che il Covid, con i suoi morti e i suoi contagiati, la valanga di nuovi disoccupati, la crescita dei nuovi poveri, l’urgenza di far ripartire la macchina produttiva ed economica, ha reso non più rinviabile.
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Sarà battaglia fino all’ultimo. Tra alti e bassi, euforia e sconforto su entrambi i fronti. L’incertezza sul risultato e la paura di eventuali saccheggi e assalti hanno spinto domenica banche e centri commerciali a blindare gli ingressi. Segnalati casi di frodi in alcuni seggi. Ma si tratta di episodi isolati che non dovrebbero influire sull’esito finale.
Incrociamo le dita!