IL MANIFESTO DEL 25 GIUGNO 2021
https://ilmanifesto.it/rabbia-dopo-luccisione-in-custodia-di-nizar-banat-basta-anp/
Rabbia dopo l’uccisione in custodia di Nizar Banat: «Basta Anp»
Palestina. L’attivista palestinese, noto critico dell’Autorità nazionale, è stato arrestato e picchiato a morte dalla polizia di Ramallah, denuncia la famiglia. In migliaia in piazza a Ramallah marciano sul palazzo presidenziale: «Il popolo vuole la caduta del regime»
Nizar Banat
Chiara Cruciati
EDIZIONE DEL 25.06.2021
PUBBLICATO24.6.2021, 23:57
La doppia reazione alla morte di Nizar Banat è arrivata ieri da Ramallah, dagli uffici governativi e dalla piazza: da una parte il portavoce dei servizi di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), il generale Talal Dweikat, ha annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta; dall’altra migliaia di palestinesi hanno marciato verso la Muqata, il palazzo presidenziale, per protestare contro quello che non temono di definire un omicidio di Stato. Sono stati fermati dai lacrimogeni.
«Il popolo vuole la caduta del regime», hanno gridato, ispirati dagli slogan che dal 2011 hanno attraversato le rivolte nel mondo arabo. A scatenare una rabbia che ormai non cova più sotto la cenere è stata la morte, all’alba di ieri, del 44enne Nizar Banat.
Ex di Fatah, attivista, candidato alle parlamentari con la lista Freedom and Dignity (previste per lo scorso maggio ma cancellate dal presidente Abu Mazen), noto critico della leadership dell’Anp, Banat si è visto piombare nella sua casa di Dura a Hebron 25 poliziotti alle 3.30 del mattino.Hanno buttato giù la porta con un ordigno, raccontano i familiari, lo hanno picchiato con dei bastoni, spogliato e portato via.
Poco dopo è stato dichiarato morto dall’ospedale Alia di Hebron. Ma lì il suo corpo non c’era. Ammazzato di botte, accusa la famiglia, in una caserma dei servizi segreti.
Banat era da tempo nel mirino dell’Autorità: arrestato diverse volte, aveva denunciato di aver ricevuto minacce negli ultimi tempi. E un mese fa 60 colpi di arma da fuoco avevano colpito la sua casa.
Immediata la reazione degli altri partiti politici palestinesi, dal marxista Pflp ad Hamas, che chiedono un’inchiesta indipendente.
Per tanti palestinesi è solo l’ultimo esempio della deriva autoritaria dell’Anp, incapace di una strategia nazionale di liberazione dall’occupazione israeliana e concentrata solo sul mantenimento di un potere effimero e pericoloso.
IL MANIFESTO DEL 26 GIUGNO 2021
https://ilmanifesto.it/banat-lanp-diventa-regime-palestinesi-in-piazza/
Banat, l’Anp diventa regime. Palestinesi in piazza
Cisgiordania. Cresce la contestazione contro il presidente Abu Mazen accusato di aver creato un regime autoritario che nega il diritto alla critica e all’opposizione. Ieri con la partecipazione di migliaia di persone si sono svolti i funerali di Nizar Banat ammazzato di botte da agenti dell’Anp
Michele Giorgio -GERUSALEMME
EDIZIONE DEL 26.06.2021
PUBBLICATO25.6.2021, 23:59
L’agenzia dell’Anp Wafa è molto scrupolosa. Ieri ha riportato un bel po’ di notizie dalla Cisgiordania: il ferimento di manifestanti da parte di soldati israeliani, intimidazioni dei coloni ai contadini palestinesi, un aggiornamento del numero di positivi al coronavirus, le previsioni del tempo, la qualificazione della nazionale di calcio alla Coppa Araba grazie alla vittoria sulle Comore e anche l’accordo firmato dal presidente della Federcalcio Jibril Rajoub con l’Associazione degli scout del Qatar.
Notizie da Dura? Neppure una. Eppure, in quella cittadina alle porte di Hebron ieri migliaia di palestinesi hanno partecipato in un’atmosfera di rabbia e profondo dolore ai funerali di Nizar Banat, l’oppositore del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) morto poco dopo essere stato brutalmente arrestato nella sua abitazione. La moglie ha raccontato che 25 agenti delle forze speciali dell’Anp hanno fatto saltare la porta di casa, quindi hanno afferrato Banat, lo hanno bastonato con violenza, denudato e trascinato via. Banat è morto poco dopo all’ospedale Alia di Hebron. «Le sue condizioni di salute sono improvvisamente deteriorate», ha spiegato un funzionario della sicurezza, facendo pensare a un infarto o qualcosa di simile e non invece che è stato ammazzato di botte come è ben chiaro e noto a tutti. Ed è quasi superfluo sottolineare che la Wafa si è guardata bene anche dal riferire della serata di scontri giovedì sera a Ramallah tra manifestanti e polizia, con feriti e arresti, seguita all’uccisione di Banat.
E che la folla scandiva: «Il popolo vuole la caduta del regime», come gli egiziani urlavano a Hosni Mubarak nel 2011, e «Abbas, Abbas vattene».
Sull’accaduto è stata aperta un’inchiesta alla quale non crede nessuno. Intanto si è saputo per quale motivo nella notte tra mercoledì e giovedì gli agenti dell’Anp hanno fatto irruzione nell’abitazione di Banat.
Il «pericoloso oppositore» avrebbe rivolto frasi ingiuriose al premier Shttayeh, ha spiegato un funzionario dell’Anp. Qualcuno aggiunge che Banat, che si era candidato alle elezioni annullate da Abu Mazen nelle scorse settimane, ha fatto imbestialire la leadership presentando un appello all’Unione europea per il blocco dei finanziamenti all’Anp sino a quando non si svolgeranno le consultazioni legislative e presidenziali in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est.
«Reati» tanto gravi da meritare un pestaggio durissimo e la morte. L’autopsia sul corpo di Banat ha evidenziato segni di violenza e riscontrato fratture multiple.
La contestazione di Abu Mazen, della sua autorità e del ruolo del suo entourage non ha mai raggiunto un livello così alto tra i palestinesi.
«La misura è colma – dice al manifesto l’analista Hamada Jaber – l’accaduto e gli arresti sempre più frequenti di oppositori, dissidenti, giornalisti e di coloro che criticano l’Anp, danno la misura del regime a cui hanno dato vita il presidente Abbas e chi gli sta intorno». Tuttavia, aggiunge, «la stabilità dell’Anp non è a rischio perché non c’è una forza di opposizione ampia ed organizzata che può guidare una campagna per ottenere le dimissioni di Abbas. (Il movimento islamico) Hamas è forte ma in Cisgiordania è schiacciato tra le forze di sicurezza dell’Anp e di Israele». Jaber spiega che anche dentro Fatah, il partito guidato da Abu Mazen e spina dorsale dell’Anp, «ci sono quadri che criticato la leadership ma sono esclusi dagli organismi direttivi (di Fatah) da tempo sotto il controllo del presidente e dei suoi uomini».
In condizione di anonimato, non pochi palestinesi descrivono Abu Mazen, 85enne e ammalato, come la faccia di un «regime dittatoriale» che oggi è controllato da esponenti «senza scrupoli» dell’Anp e Fatah. Come il capo dell’intelligence Majdi Faraj, con stretti rapporti con la Cia e i servizi israeliani, il ministro per i rapporti con Israele Hussein Sheikh, l’uomo forte di Fatah ed ex capo della sicurezza preventiva Jibril Rajoub e anche il premier Shttayeh. Ieri nei social girava una intervista del 2011 in cui Abu Mazen assicurava che non sarebbe rimasto al potere di fronte a una contestazione pubblica, anche di poche decine di palestinesi. Nel frattempo, ha cambiato idea.
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L’orgia del potere, si potrebbe intitolare.