IL FATTO QUOTIDIANO. IT — 23 GIUGNO 2021
manifesto della mostra ” Ciao maschio “, Galleria d’Arte Moderna a Roma- da giugno a novembre 2021-
” VOLTO POTERE E IDENTITA’ DELL’UOMO CONTEMPORANEO “
Dal superuomo all’uomo incerto: “Ciao, Maschio” è un’impietosa fotografia del Novecento
L’esposizione inaugurata alla Galleria d’Arte Moderna di Roma è una sapiente guida attraverso il secolo del dominio incontrastato delle macchine, che avrebbero dovuto garantire all’umanità di progredire, e invece si sa com’è andata a finire
di Angelo Molica Franco | 23 GIUGNO 2021
In una fotografia di Lisetta Carmi, Ezra Pound ha l’aria turbata: lo sguardo sperso, le sopracciglia aggrottate e incredule, la bocca aperta in un moto di sconcerto, le mani rammaricanti in una posa di disorientamento.
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Sembra volgersi con la mente al passato – e vista l’età in cui è stato immortalato (1966, cinque anni prima della sua comparsa) è assai probabile –, ripensare alle proprie profezie sul mondo e sull’uomo e pentirsi di aver forse sbagliato due o tre cosette. Al di là della sua produzione poetica che, come dice Hemingway “durerà finché esisterà la letteratura”, se c’è stato un cantore del superomismo, dell’industrialismo, e del machismo nel Novecento, questi è infatti stato – in buona compagnia di altri, ovvio – Pound.
Lisetta Carmi, Ezra Pound, 1966, cm 30×40 © Lisetta Carmi Martini Ronchetti
Lui che ammirava Mussolini (“il primo atto del Fascismo è stato salvare l’Italia da gente troppo stupida per saper governare”), il fürer Hitler e il loro collega britannico Oswald Mosley (fondatore del British Union of Fascists); lui così iconoclasta che alla domanda di Pasolini su quale fosse il personaggio più grande mai creato della letteratura americana rispose “Topolino”; ebbene costui, che ammirava i Padri Pellegrini alla conquista del West e vaticinava sentenze del tipo “Ritengo che Hitler fosse un Santo”, da Carmi raffigurato come un uomo pentito che si sta portando la mano sulla fronte per ammettere di fronte alla realtà il frantumarsi delle proprie illusioni è l’immagine perfetta per esemplificare l’esposizione Ciao Maschio. Volto, potere e identità dell’uomo contemporaneo, inaugurata oggi alla Galleria d’Arte Moderna di Roma (a cura di Arianna Angelelli e Claudio Crescentini) e visitabile fino al 14 novembre.
Ezra Weston Loomis Pound (Hailey, 30 ottobre 1885 – Venezia, 1º novembre 1972 )
FOTO DI IGNOTO
Per comprendere appieno il racconto che questa mostra affronta, che – sia detto assai chiaramente – è la mise en place di un fallimento su tutta la linea, occorre fare un passo indietro. All’Esposizione universale del 1900 di Parigi, l’ultima del XIX secolo e la prima del XX, si comprende subito che quello a venire si pensa sarà il secolo del dominio incontrastato delle macchine. La loro spinta verso la modernità ha trasformato il 1800 da secolo rurale a industrializzato.
In modo un po’ impertinente, il titolo dell’Esposizione è “Il bilancio di un secolo”.
Se, dunque, da un lato si parla espressamente dei cento anni appena trascorsi, dall’altro si vuole sottilmente predire la direzione che prenderà il Novecento.
Durante il discorso inaugurale, l’allora ministro del commercio – il socialista Alexandre Millerand – parla del nuovo uomo europeo e di come questi sia il frutto devoto della religione del progresso. Nell’Ottocento, infatti, l’uomo aveva inventato (tra le altre) la pila, la dinamo elettrica, il motore a vapore e dunque il treno, il frigorifero, la pistola, il telegrafo, il telefono, la dinamite. Inizia così, un individuo nuovo che si proietta nel futuro e prova una naturale e incontenibile fiducia nelle macchine. Le macchine lo avrebbero migliorato, lo avrebbero reso invincibile: l’uomo se ne convince.
Brava gente di Mauri, soprattutto, Hitler e compagni osservano compiaciuti l’immagine di un ebreo catturato con la stella di David marchiata a fuoco sul petto.
FOTO DAL GIORNALE DI SICILIA-
Come spiega ottimamente questa mostra intelligente, ben orchestrata e dal capzioso titolo (che cita il capolavoro cinematografico di Marco Ferreri, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 31º Festival di Cannes, e non certo un recente talk sulla rete ammiraglia Rai)
tale incondizionata fiducia ha recato doni non sempre piacevoli, come
le opere di Fabio Mauri e di Gerard Richter raffigurano nella sezione
“Il volto del Terrore”: i totalitarismi e le dittature del secolo appena volto al termine di Hitler, Mussolini e Stalin.
Nello scatto Brava gente di Mauri, soprattutto, Hitler e compagni osservano compiaciuti l’immagine di un ebreo catturato con la stella di David marchiata a fuoco sul petto.
Il potere politico dell’uomo è, infatti, centrale in questo percorso espositivo.
Giacomo Balla, Ritratto del Sindaco Onorato Caetani, 1906 10. Galleria d’arte moderna, Roma
Dai sindaci italiani – tra cui spicca il Ritratto del Sindaco Onorato Caetani (1906-1910) di Giacomo Balla – fino ai volti internazionali di Presidenti Usa quali Kennedy, Obama (visti dagli occhi di Vinicio Berti, Schepard Fairey, Sergio Lombardo)
Sergio Lombardo, Kennedy, 1965, Collezione privata | Courtesy l’artista e 1/9 unosunove
MARCO FERRERI, 1978
CLIP DEL FILM — 3.50 minuti
in dialogo con Lenin, Mao, Krushev e Ho Chi Min rappresentati dalla scuola Pop Romana di Mario Schifano, Franco Angeli, Marco Lodola.
Autoritratto (1945) di De Chirico
Tuttavia, come è anche chiaro da altre preziose opere esposte – un Autoritratto (1945) di De Chirico in cui il pittore si mostra nudo e avvizzito con solo un telo attorno alle pudenda e
Palestra, 1934-35–FAUSTO PIRANDELLO
IMMAGINE DA :
l’uomo in Palestra (1934-35) ammaliato dal culto del corpo e dello sport di Fausto Pirandello– il Novecento non ha creato per nulla un supereroe, bensì un eroe dell’incertezza.
L’errore commesso?
La risposta è nella sezione “Uomini visti da Donne” dove ritroviamo Lisetta Carmi, in compagnia di Agnese De Donato, Rosa Foschi, Alba Zari e altre importanti artiste del secondo Novecento. Nelle loro opere, ritratti e fotografie, prende corpo meglio che altrove la cecità del maschio conquistato da se stesso, accecato dell’individualismo, da un sogno che lo vede il punto di mira del mondo, pensa di bastare a se stesso e relega le donne – detentrici di un potere inimitabile – a un ruolo secondario sulla scena politica e sociale. Così, mentre scambia il potere per il fine dell’esistenza e non sa valutarlo come un mero strumento, quel sogno si scioglie come le figure in Cocainomane di Tato.
Tato, Cocainomane, 1922 Roma, Galleria d’Arte Moderna Inv. AM 5314 | Courtesy Galleria d’Arte Moderna
QUALCOSA SULLE FOTOGRAFE DONNE – DOPO LISETTA CARMI
FOTO AGNESE DE DONATO – DAGOSPIA
AGNESE DE DONATO, MOSTRA : ” ANNI ’70 : IO C’ERO ”
DAGOSPIA
mostra– foto : https://www.askanews.it/
Intanto le donne trovano una loro identità, slegata dai ruoli domestici e famigliari, scoprono l’associazionismo e grazie ai movimenti femministi prendono coscienza della potente comunità a cui appartengono. Per cui, sì, “Ciao maschio!”.
ROSA FOSCHI – GALLERIA IL PONTE
ROSA FOSCHI – ARTRIBUNE
SEGUE DA :
https://www.lensculture.com/alba-zari-2
A proposito di Alba Zari
Alba Zari è nata nel 1987 a Bangkok, in Thailandia. Laureato al DAMS di Bologna in Critica Cinematografica. Si specializza in Visual Design presso NABA a Milano, Italia, e in Fotografia Documentaria presso l’International Center of Photography di New York, USA. Lavora come Fotografa ed è particolarmente impegnata in progetti nel settore assistenziale/sociale. Ha realizzato progetti in ambito urbano. Tra i suoi lavori recenti ci sono le ricerche visive nei Centri di Salute Mentale in Italia dopo la Dott.ssa Basaglia Law, i Disturbi Alimentari comuni nella società americana, e sulla flora unica del Deserto del Mesr in Iran.
ALBA ZARI