FEDERICO RAMPINI, Nuovo colpo di scena sulle origini del Covid: scienziato recupera 13 sequenze del virus archiviate prima del dicembre 2019-REPUBBLICA DEL 24 GIUGNO 2021 + IL FATTO QUOTIDIANO DEL 23 GIUGNO

 

 

 

REPUBBLICA DEL 24 GIUGNO 2021

https://www.repubblica.it/esteri/2021/06/24/news/stati_uniti_origine_covid_sequenze_genetiche-307428651/

 

 

Nuovo colpo di scena sulle origini del Covid: scienziato recupera 13 sequenze del virus archiviate prima del dicembre 2019

dal nostro corrispondente Federico Rampini

 

Il laboratorio P4 di Wuhan, in Cina (ansa)

I codici erano stati raccolti da un team medico cinese prima della comparsa ufficiale del coronavirus a Wuhan, poi però qualcuno li ha fatti sparire. Un ricercatore le ha ritrovate su Google Cloud e ora la scoperta può aiutare a fare luce sulle origini della malattia

24 GIUGNO 2021 

New York – Un nuovo colpo di scena potrebbe aiutare a fare luce sul mistero delle origini del Covid. Un ricercatore ha ritrovato nella “nuvola digitale” di Google tredici sequenze genetiche del Covid che erano scomparse da un archivio scientifico. L’autore della scoperta, Jesse D. Bloom, ha pubblicato il resoconto del suo lavoro sul server scientifico bioRxiv del Cold Spring Harbor Laboratory.

Una delle conseguenze di questa scoperta conferma un sospetto: diverse varietà del coronavirus circolavano nella città di Wuhan prima del dicembre 2019.

 

Le sequenze genetiche scomparse sono 241. Quindi Bloom, che lavora presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center, ne ha recuperate da Google Cloud solo una piccola parte. La sua scoperta, che ancora non è stata oggetto di “peer review”, cioè di analisi critica da parte di altri studiosi, ha però suscitato grande interesse tra gli scienziati americani, alcuni dei quali ne sottolineano l’importanza in un reportage del New York Times.

 

Di per sé questo ritrovamento a sorpresa non conferma né smentisce alcuna delle due piste prevalenti: quella della contaminazione avvenuta nel mercatino umido di Wuhan, o quella di un incidente avvenuto all’interno del celebre laboratorio virologico della stessa città, in seguito al quale sarebbero stati contagiati dei ricercatori. Ma dall’analisi di quelle 13 sequenze genetiche forse si riusciranno a ricavare elementi aggiuntivi. Viene rafforzata inoltre l’impressione di un deliberato insabbiamento e depistaggio, perché la storia delle 241 sequenze genetiche è sconcertante.

Erano state raccolte e catalogate da un team medico cinese, tra cui lo scienziato Aisi Fu, dell’ospedale Renimin di Wuhan.

Erano state poi archiviate in una banca dati informatica, il Sequence Read Archive, gestito dalla National Library of Medicine che fa capo al governo federale degli Stati Uniti.

Poi da lì sono sparite.

Una parte però erano state “salvate” nella memoria di Google Cloud dove Bloom le ha ripescate.

 

Chi e perché ha fatto sparire quei dati così preziosi dall’archivio medico americano? Una possibilità è che sia stato lo stesso scienziato cinese che ce li aveva messi: le regole di gestione di quell’archivio prevedono infatti che chi inserisce dei dati ha anche la facoltà di rimuoverli. Di sicuro questa scoperta è destinata ad attirare l’attenzione dell’intelligence Usa, a cui Joe Biden ha chiesto entro fine luglio un nuovo rapporto sulle origini del Covid.

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 23 GIUGNO 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/06/23/covid-biologo-recupera-dati-di-sequenziamento-cancellati-dallarchivio-dei-national-institutes-of-health/6239627/

 

 

SCIENZA

Covid, biologo Usa sostiene di aver recuperato dati di sequenziamento “cancellati dall’archivio dei National Institutes of Health”

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Jesse D. Bloom del Fred Hutchinson Cancer Research Center, Howard Hughes Medical Institute di Seattle presenta i risultati di un’attività di indagine e ricostruzione che parte da un’anomalia da lui intercettata

 

 

di F. Q. | 23 GIUGNO 2021

 

Mentre la variante Delta di Sar Cov 2 si appresta a diventare predominante anche in Europa, non si fermano le analisi, le speculazioni e gli studi sull’origine del virus. Che di fatto resta un mistero visto che manca a oggi l’animale intermedio tra il pipistrello e l’uomo e alcuni virologi hanno puntato l’attenzione su una parte della sequenza genetica. Scartata quasi del tutto l’ipotesi che sia di origine artificiale e che sia stato creato ex novo in laboratorio, e nello specifico quello di Virologia di Wuhan la prima città cinese focolaio, molti ricercatori si sono concentrati alla ricerca di tracce per capire cosa sia accaduto.,

“L’origine e la diffusione precoce di Sars-CoV-2 rimangono avvolte nel mistero” scrive il biologo Jesse D. Bloom del Fred Hutchinson Cancer Research Center, Howard Hughes Medical Institute di Seattle, nelle prime righe di uno studio destinato a evidenziare le ombre sulle informazioni condivise dalla Cina con il resto del mondo. In un lavoro disponibile in versione pre-print su BioRxiv, non ancora sottoposto dunque a revisione fra pari, il ricercatore presenta i risultati di un’attività di indagine e ricostruzione che parte da un’anomalia da lui intercettata.

Bloom si accorge che un set di dati contenente sequenze di Sars-CoV-2 risalenti all’inizio dell’epidemia di Wuhan è stato cancellato dall’archivio di lettura della sequenza dei National Institutes of Health. E allora si mette sulle loro tracce riuscendo a recuperare i file cancellati (da Google Cloud) e a “ricostruire sequenze parziali di 13″ dei primi campioni del virus.

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Ed è qui che si imbatte anche in quello che si configura come un’anomalia. Lo scienziato nel suo lavoro lo definisce un “fatto misterioso” e inaspettato. Il primo elemento che però segnala fin dall’abstract del lavoro è che: “L’analisi filogenetica di queste sequenze” cancellate “nel contesto di dati esistenti accuratamente annotati suggerisce che le sequenze del mercato dei frutti di mare di Huanan che sono al centro del rapporto congiunto Oms-Cina non sono pienamente rappresentative del virus che circolava a Wuhan all’inizio dell’epidemia. Invece, il progenitore delle sequenze conosciute di Sars-CoV-2 conteneva probabilmente tre mutazioni relative al virus del mercato, che lo rendevano più simile ai ‘parenti’ coronavirus del pipistrello”.

Ed entra nel merito delle questioni da chiarire, che vengono suggeriti dai dati recuperati: “I tentativi di dedurre” il progenitore di Sars-CoV-2 “sono stati confusi da un fatto: le prime sequenze riportate di Wuhan non sono le sequenze più simili al correlato coronavirus del pipistrello. Il fatto lascia perplessi perché, sebbene l’origine prossimale di Sars-CoV-2 rimanga poco chiara (zoonosi versus incidente di laboratorio), tutte le spiegazioni ragionevoli convergono sul fatto che a un livello più profondo il genoma di Sars-CoV-2 sia derivato dai coronavirus dei pipistrelli”.

“Ci si aspetterebbe quindi – prosegue il suo ragionamento – che le prime sequenze del virus riportate siano le più simili a questi coronavirus di pipistrello, ma” in questo caso “non sembrerebbe essere così”.

Le prime sequenze di Sars-CoV-2 sono state raccolte a Wuhan a dicembre, ma queste sono più distanti” dal gruppo dei coronavirus del pipistrello correlati “rispetto alle sequenze raccolte a gennaio da altre località della Cina o anche da altri Paesi”, avverte Bloom avanzando alcune possibili spiegazioni di questa incongruenza.

Lo scienziato ha anche cercato di contattare gli autori cinesi che descrivevano i campioni finiti ‘nel suo mirino’, ponendo loro le domande che restavano aperte dalla sua analisi. Ma non ha ottenuto risposta. Quindi Bloom conclude il documento ribadendo l’incompletezza dei dati che ha potuto analizzare e la difficoltà a trarre conclusioni. L’indagine, sottolinea però, deve continuare.

Lo studio
https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2021.06.18.449051v1

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  1. i. scrive:

    E’ un “giallo” in tutti i sensi.

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