IL MANIFESTO DEL 18 GIUGNO 2021
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Un tetto e legami solidali. Il nuovo corso dei movimenti.
Roma. Spin Time e le altre occupazioni
Giuliano Santoro
EDIZIONE DEL 18.06.2021
PUBBLICATO 17.6.2021, 23:59
Ad un certo punto di C’eravamo tanto amati, il film di Ettore Scola, l’infermiere comunista e romano Antonio, interpretato da Nino Manfredi, lamenta di essere stato scavalcato a sinistra da «una suora di Potere operaio». L’immagine racchiude una linea che nel corso dei decenni nella città del potere spirituale del Vaticano e di quello secolare del governo centrale del Campidoglio tiene la relazione tra cristiani di base e movimenti sociali.
C’È UNA TRADIZIONE di preti di strada che si sono interfacciati alle mobilitazioni: dai baraccati del Mandrione di don Roberto Sardelli che si accamparono nella piazza del Campidoglio per rivendicare i loro diritti (1974) ai migranti che occuparono l’ex pastificio della Pantanella e dei quale si accorse prima di tutti don Luigi Di Liegro (1990), passando per la comunità in lotta per la casa alla Magliana condotta da padre Gerard Lutte. Da questo punto di vista non dovrebbe stupire l’intervento del cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di Papa Bergoglio, che due anni fa si è calato nel tombino che ospita la centralina elettrica del palazzo occupato da Spin Time Lab, all’Esquilino, e ha rotto i sigilli per ridare la luce alle 400 persone, di cui 100 bambini, che dal 2013 hanno trovato casa in questo enorme casermone che un tempo ospitava gli uffici dell’Inpdap.
QUELLI CHE SI SCANDALIZZANO per il dibattito delle primarie in uno spazio occupato ignorano (o fanno finta di ignorare) che le occupazioni hanno accompagnato la storia della Capitale, almeno fin dalla seconda metà del Novecento.
Adesso circa diecimila persone vivano in palazzi occupati dalle diverse componenti dei movimenti per il diritto all’abitare.
Spin Time nasce dall’evoluzione di una di queste sigle, Action, che dagli anni Novanta accompagna pratiche radicali a tentativi di interlocuzione con le forze della sinistra storica.
LE ALTRE ORGANIZZAZIONI che danno vita ai movimenti per la casa, dal Coordinamento cittadino di lotta per la casa ai Blocchi precari metropolitani, seguono strategie e tradizioni diverse ma ugualmente hanno bisogno di aprire vertenze, strappare tavoli di confronto con le istituzioni, ottenere accordi che riconoscano diritti. Sempre di più tutto questo significa non limitare la propria azione alla conquista di spazi fisici ma accogliere i bisogni delle persone nella loro totalità: ecco perché Spin Time si pone il problema di costruire welfare dal basso, di fungere da polo attrattivo per associazioni del territorio, di organizzare eventi culturali.
Spiegava l’altro giorno una operatrice del centro Matemù, che si trova nel quartiere e organizza corsi gratuiti per ragazzi dagli 11 ai 25 anni, che questo modo di agire è la dimostrazione che la famiglia tradizionale non esiste, è solo una costruzione ideologica: «Nei momenti di difficoltà nessuna presunta ‘famiglia naturale’ può farcela da solo, c’è una rete più ampia di solidarietà e relazioni, di vicini di casa e conoscenti, che si attiva attorno a una persona». Alcuni lo chiamano mutualismo, altri «fare società»: di sicuro con la pandemia si è manifestato in maniera ancora più evidente.
VIRGINIA RAGGI fa quello che sono state tentate di fare le precedenti amministrazioni: diffida di ciò che considera ingovernabile e impossibile da irregimentare secondo i canoni della politica istituzionale. Ma è anche in seguito al ciclo di occupazioni degli scorsi anni che la Regione Lazio ha stanziato 200 milioni di euro per il diritto alla casa. I movimenti chiedono che vengano usati per recuperare edifici già costruiti, in modo da riprendersi gli spazi lasciati vuoti dalla speculazione. Un primo esempio potrebbe venire dal delicato tavolo di trattativa che i 300 che vivono nel palazzo di via del Caravaggio, a Tor Marancia, stanno tenendo in piedi. Lo spazio è in cima alla lista degli sgomberi sul tavolo del prefetto. Ma di fronte alla rivendicazione del diritto a resistere degli occupanti, la Regione e, in misura minore, il Campidoglio hanno tirato fuori una lista di decine di appartamenti lasciati liberi nel corso degli anni tra le case popolari. Alloggi vuoti: senza la mobilitazione della gente senza casa sarebbero rimasti inutilizzati.
da “ htthttps://www.facebook.com/spintimelabs
L’UNICO PALAZZO OKKUPATO E’ IL VOSTRO
Martedì scorso Spin Time ha ospitato il primo dibattito fra i candidati alle primarie di centro-sinistra a Roma.
Destra, Calenda e Raggi, insieme a una parte della parte della stampa, hanno attaccato l’evento per il fatto di essersi svolto fra le nostre mura. Intendiamo quindi rispondere alle principali accuse che sono state rivolte a noi e/o ai candidati che hanno preso parte al dibattito. “Spin Time è uno spazio illegale che non va legittimato, partecipare all’incontro è stata un’offesa a chi rispetta le regole. ”L’esperienza di Spin Time nasce nell’illegalità, con l’occupazione di un gigantesco palazzo ex sede degli uffici dell’Inpdap, chiusi dal 2003 e abbandonati dal 2008.Nel 2003 lo stabile diventa oggetto di una “cartolarizzazione” ad opera del ministro Tremonti, una delle sue operazioni di “finanza creativa”, che consente ad una banca d’affari, la Finnat, di incassare più di 1 miliardo di euro. L’occupazione non ha tolto casa a nessuno ma la ha anzi restituita a più di 450 persone, 150 famiglie provenienti da 24 nazionalità diverse. In sé Spin Time è un aiuto per il Comune: garantisce alloggio e sgrava il pubblico dal pagamento della quota economica che paga ai residence per ogni famiglia in emergenza abitativa, 2700€ ciascuno. In questo ci onoriamo della definizione che ci ha dato Paolo Maddalena, presidente emerito della Corte Costituzionale, che ci ha definito “difensori della legittimità costituzionale”: l’articolo 42 della nostra Costituzione sancisce la funzione sociale e l’accessibilità universale della proprietà. Ci chiediamo quindi cosa sia effettivamente più legittimo tra il nostro laboratorio di rigenerazione urbana e quell’operazione speculativa, che nel 2004 aveva venduto circa 400 edifici pubblici – tra cui il nostro – alla banca Finnat: sicuramente legale, certamente illegittimo.
“Spin Time è un luogo insicuro”
.Diverse testate tra cui “il Messaggero” hanno scritto che a Spin Time l’evento si sarebbe svolto in spregio alle norme basilari di sicurezza.
L’evidente falsità di questa accusa sta nel fatto che, prima dell’incontro, abbiamo ricevuto le forze dell’ordine inviate dalla questura e dal commissariato di zona, le quali hanno accertato, dopo aver eseguito un sopralluogo nell’edificio, la presenza di regolari vie d’uscita in caso di emergenza. Inoltre sempre alla loro presenza abbiamo rispettato tutte le normative anti-covid vigenti.
“I candidati hanno fatto una figuraccia”
Su questo i fatti parlano da sé, c’è un motivo se il primo nonché unico confronto in presenza fra i candidati alle primarie del centrosinistra si è svolto proprio in un luogo come Spin Time.
Il nostro è da sempre un laboratorio che consente l’incontro tra esperienze diverse e favorisce i processi di democrazia. Mentre le forze politiche e ancora di più i media hanno completamente oscurato il confronto di idee fra i candidati alle primarie, il nostro spazio è stato l’unico a dare rilevanza a questo appuntamento e quindi fare in modo che i giornali e di conseguenza molte cittadine e cittadini ne fossero partecipi.
Ci domandiamo inoltre la ragione per cui la Sindaca di Roma abbia deciso di esprimersi in modo diretto, senza domande né contraddittorio, su giornale di proprietà di importanti costruttori romani, per sparare a zero contro un luogo che ha ospitato in più occasioni non solo il vicesindaco Bergamo e l’assessore all’urbanistica Montuori, ma numerose realtà, come quelle che sono intervenute martedì, che rappresentano una parte importante della cittadinanza attiva della nostra città.
Se Spin Time è un ricettacolo di criminalità e degrado non si spiega perché l’associazione di una scuola modello come la Di Donato o esponenti della Chiesa di Francesco come l’elemosiniere del Papa Konrad Krajewski, o ancora le ragazze e i ragazzi di Scomodo che hanno costruito qui la loro redazione, i collettivi teatrali che a Spin Time organizzano le prove degli spettacoli o i giovani del collettivo 4Hopes4Rome abbiano deciso di fare di questo luogo la loro casa.
Probabilmente la cosa più fastidiosa è stata che un palazzo occupato come il nostro abbia deciso di occuparsi anche dei “palazzi del potere”, della “vostra” politica che forse non dovrebbe essere affare di tutti ma appannaggio di pochi. Aprirsi alla città e ospitare un dibattito, che era in realtà l’occasione per molti di portare le proprie vertenze e rivendicazioni agli occhi della politica costretta ad ascoltare è stato il vero crimine, rendere gli invisibili meno invisibili.
TUTTE LE IMMAGINI, OLTRE AL TESTO, SONO DAL FACEBOOK :
SPIN TIME LABS –link sopra
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Chissà se qualcosa si muove.
Chissà se qualcosa si muove. Bella la vignetta di Biani.