ANSA.IT — 2 GIUGNO 2021 : Un caveau per il Museo Salce, tesoro di manifesti d’epoca + mostra di Renato Casaro + Ciclo di Sant’Orsola di Tommaso da Modena

 

 

ANSA.IT — 2 GIUGNO 2021 

https://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/veneto/2021/06/02/un-caveau-per-il-museo-salce-tesoro-di-manifesti-depoca_5210b435-1ade-4b50-a2f6-4c826158446b.html

Un caveau per il Museo Salce, tesoro di manifesti d’epoca.

Il 12 giugno Franceschini a Treviso per inaugurare la nuova sede

 

 

Un caveau per il Museo Salce, tesoro di manifesti d’epoca

 

 

 

Un caveau per il Museo Salce, tesoro di manifesti d’epoca

 

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante edifici

DAL FACEBOOK : Museo Collezione Salce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TREVISO – Un grande caveau blindato costruito in quello che fu uno dei luoghi sacri più importanti di Treviso custodirà un tesoro prezioso quanto fragile fatto di oltre 50mila manifesti pubblicitari, la raccolta pubblica di grafica pubblicitaria più importante del mondo, insieme con quella di Parigi.

Il 12 giugno ci sarà anche il ministro della Cultura Dario Franceschini per inaugurare la nuova sede del Museo Nazionale Collezione Salce nell’antica chiesa di Santa Margherita, presa in cura dai fiorentini che risiedevano in città, restaurata con i fondi del dicastero e con il contributo della Regione Veneto. Sarà anche l’occasione per inaugurare la prima grande mostra del museo – rinviata a più riprese a causa della pandemia – dedicata a Renato Casaro, maestro dei manifesti dei grandi capolavori del cinema western, che fino al 30 settembre sarà ospitata anche nella seconda sede del Museo nazionale in San Gaetano e ai Civici Musei di Santa Caterina.

 

 

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone e il seguente testo "AMADEUS"

IMMAGINE DAL FACEBOOK : Museo Collezione Salce

 

 

Lo spazio espositivo – per brevità già indicato con l’ acronimo ”Cs” – racconterà ai visitatori, agli studiosi e agli appassionati del genere la storia e i risultati della passione che spinse l’imprenditore trevigiano Nando Salce a mettere insieme, pezzo dopo pezzo, una collezione senza pari. Fino al 1962, quando morì, il cavalier Salce aveva raccolto di persona più di 26 mila affiche, alcuni risalenti perfino al Settecento. Poi, come egli stesso aveva raccomandato ai familiari, questa miniera di pezzi che hanno fatto la storia della cartellonistica, dei gusti collettivi e del costume venne donata allo Stato e ospitata, fino ad oggi, in sedi temporanee.

 

“E’ impossibile indicare le quotazioni di mercato se la collezione fosse messa in vendita – dice Chiara Matteazzi, della Direzione nazionale dei Musei del Veneto – Si tratta di pezzi di valore molto diversificato. Nella Collezione si hanno pezzi unici, dal valore altissimo, ma anche altri di cui esistono diversi esemplari sul mercato o in collezioni private. Considerato anche il loro ottimo livello di conservazione, credo non sarebbe azzardato ipotizzare un importo di diverse decine di milioni di euro”. Al patrimonio lasciato da Salce si sono aggiunte con gli anni altre migliaia di pezzi grazie alle donazioni di collezionisti privati e agli acquisti sul mercato internazionale, proseguendo la cronologia dai primi anni Sessanta a oggi. Ogni ”pezzo” è stato fotografato, classificato e inserito in una banca data elettronica, così da consentirne la ricerca e lo studio da parte di tutti e da ogni luogo del mondo.

 

 

 

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L’intervento nella chiesa di Santa Margherita ha creato un enorme parallelepipedo, blindato e con sistemi di sicurezza in grado di resistere anche al fuoco e a un eventuale allagamento. I manifesti sono riposti in grandi cassettiere di metallo che un sistema computerizzato è in grado di muovere e presentare a chi li richiede. In caso di consultazione, il manifesto verrà estratto dalle casse e collocato sul piano di lavoro sotto il controllo della rete di telecamere e del personale.

 

Museo nazionale Collezione Salce | Direzione regionale Musei Veneto

https://polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-nazionale-collezione-salce

 

Oltre alle sezioni della mostra ”Renato Casaro. L’ultimo cartellonista del cinema. Treviso, Roma, Hollywood”, nella Chiesa di Santa Margherita sarà mostrato anche il ciclo delle Storie di Sant’Orsola di Tommaso da Modena, uno dei capolavori della pittura europea del ‘300. La tecnologia virtuale – attraverso un imponente mapping show dinamico che coinvolge le pareti alte 13 metri e l’intero pavimento – consentirà di ricreare il luogo per il quale ciclo era stato ideato e realizzato, la cappella di ponente dell’abside. Gli affreschi originali non sono andati perduti grazie allo ‘stacco’ realizzato tra il 1882 e l’anno successivo, prima dell’abbattimento di gran parte dell’edificio, dall’abate Luigi Bailo e ora fanno parte del patrimonio del Museo Civico di Santa Caterina.

 

 

MUSEI CIVICI TREVISO.IT

Musei Civici<br/>Treviso - - Logo

https://www.museicivicitreviso.it/it/news-ed-eventi/news-ed-eventi/dettaglio/renato-casaro

 

 

Renato Casaro

 

Renato Casaro

L’ultimo cartellonista del cinema. Treviso, Roma, Hollywood

Apertura della mostra al pubblico: 13 giugno 2021

 

 

Il grande cartellonista originario di Treviso firmò i manifesti per molti capolavori del cinema, come L’ultimo imperatore, C’era una volta in America, Rambo, Amadeus, Balla coi lupi, 007. 

La mostra sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022 presso il Museo Santa Caterina, mentre presso le due sedi del Museo Salce sarà visitabile fino al 1 maggio 2022.

 

 

 

STORIE DI SANT’ ORSOLA DI TOMMASO DA MODENA (1355-1358 )

 

 

 

Congedo di sant’Orsola dalla madre

 

 

 

 

Tommaso da Modena – Sankta Ursulas avfärd.jpg

UN’ALTRA FOTO

 

 

 

 

 

Battesimo del fidanzato di Orsola

Marco Pedretti – Opera propria

 

 

 

 

DETTAGLIO

 

 

DETTAGLIO

MARCO PEDRETTI

 

 

Il capolavoro trecentesco di Tomaso da Modena risale al 1355-1358 circa. Le Storie di sant’Orsola erano un tema ricorrente nell’arte pittorica medievale. Fu scoperto nel 1882-83 dall’abate Luigi Bailo in una cappella della chiesa di Santa Margherita degli Eremitani, a Treviso. Si trattava di una chiesa già sconsacrata, adibita a stalla e maneggio militare dall’esercito francese, di cui era in parte iniziata la demolizione.

 

 

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Inga Tomane – Opera propria

 

 

Luigi Bailo, fra l’incomprensione generale, incalzato e intralciato dai demolitori, col solo aiuto dei giovani trevigiani Antonio Carlini e Girolamo Botter, con pochissimi mezzi e attuando empiricamente la tecnica dello stacco, riuscì a salvare pressoché integralmente il ciclo di Storie.

 

 

 

Tommaso da Modena. Storie di Sant Orsola (2).jpg

Inga Tomane – Opera propria

 

 

Trasferendo l’intonaco dipinto su telai lignei mobili, riuscì a portare le Storie della santa in museo, assieme ad altre pitture provenienti da Santa Margherita. Risulta salvato, in questa eccezionale azione di recupero, un totale di 120 m² di affreschi. La chiesa, oggi sconsacrata, ospita anche altri affreschi tre e quattrocenteschi restaurati in situ.

 

 

 

Tommaso da Modena. Storie di Sant Orsola (3).jpg

Inga Tomane – Opera propria

 

 

Nella cappella originaria, in Santa Margherita, i riquadri affrescati si disponevano sulle tre pareti: le due laterali maggiori e quella di fondo, sopra l’altare.

 

 

 

 

Tommaso da Modena. Storie di Sant Orsola (4).jpg

Inga Tomane – Opera propria

 

 

 

Undici riquadri narrativi erano disposti, a coppie, sulle pareti laterali, su tre registri sovrapposti, mentre l’ultima scena del Martirio, da sola, occupava uno spazio doppio nella parte inferiore della parete destra. Alla sommità dei due raggruppamenti, assecondando il soffitto a volta, erano due scomparti in forma di lunette ogivali raffiguranti la Madonna annunziata e l’Angelo annunziante, dei quali si conserva solo il primo. Sulla parete sopra l’altare, stretta tra due alte finestre a lancia, era il riquadro con Sant’Orsola e le compagne in gloria.

 

 

 

Tommaso da Modena. Storie di Sant Orsola (5).jpg

Inga Tomane – Opera propria

 

 

 

Le scene si basano sulla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. Narrano la vicenda di Orsola, figlia cristiana del re di Bretagna, che porta a conversione il suo futuro marito, il figlio pagano del re d’Inghilterra; il pellegrinaggio intrapreso verso Roma da Orsola, seguita da 11.000 vergini (pellegrinaggio cui si unisce anche il Papa), la conduce a Colonia, dove è compito della santa convertire gli Unni. A Colonia, narra la leggenda, Orsola fu martirizzata assieme alle compagne e al Papa, poiché si era negata al principe unno.

 

 

La storia è sceneggiata dal pittore con abilissima regia, proponendo un racconto partecipato, descritto con minuzia e compiacimento nei profili femminili, nelle pose, nei particolari dell’abbigliamento e dell’ambientazione. Fornisce un modello esemplare di raffinatezza ed eleganza gotici e rivela i vari protagonisti nei loro risvolti psicologici, attraverso la mimica facciale e delle mani, con un’efficacia narrativa assolutamente inedita e moderna.

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Storie_di_sant%27Orsola_(Treviso)

 

ALCUNE IMMAGINI SONO DA:

 

https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Storie_di_sant%27Orsola_by_Tommaso_da_Modena,_Musei_civici_di_Treviso?uselang=it#/media/File:Tommaso_da_Modena_%E2%80%93_Sankta_Ursulas_avf%C3%A4rd.jpg

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