video, 0.48
http://www.museomaga.it/mostre/132/Kerouac__Beat_Painting
Jack Kerouac ( Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969) è stato uno scrittore, poeta e pittore statunitense.
È considerato uno dei maggiori e più importanti scrittori statunitensi del XX secolo, nonché “padre del movimento beat“, perché nei suoi scritti esplicitò le idee di liberazione, di approfondimento della propria coscienza e di realizzazione alternativa della propria personalità relative a un gruppo di poeti statunitensi che venne chiamato Beat Generation.
Fu Kerouac a coniare il termine beat, con intento religioso e non politico-contestatario, come lo fu invece per la maggior parte degli scrittori legati al movimento beat. Beat per lo scrittore era l’equivalente di “beato”:
«Fu da cattolico […] che un pomeriggio andai nella chiesa della mia infanzia (una delle tante), Santa Giovanna d’Arco a Lowell, Mass., e a un tratto, con le lacrime agli occhi, quando udii il sacro silenzio della chiesa (ero solo lì dentro, erano le cinque del pomeriggio; fuori i cani abbaiavano, i bambini strillavano, cadevano le foglie, le candele brillavano debolmente solo per me), ebbi la visione di che cosa avevo voluto dire veramente con la parola “Beat”, la visione che la parola Beat significava beato.»
Il suo stile ritmato e immediato, chiamato dallo stesso Kerouac prosa spontanea, ha ispirato numerosi artisti e scrittori della Beat Generation e musicisti come il cantautore statunitense Bob Dylan. Le opere più conosciute sono Sulla strada, considerata il manifesto della Beat Generation, I sotterranei, I vagabondi del Dharma e Big Sur, che narrano dei suoi viaggi attraverso gli Stati Uniti d’America e delle brevi permanenze in qualche località.
continua:
https://it.wikipedia.org/wiki/Jack_Kerouac
JACK KEROUAC E NEAL CASSADY
Neal Cassady fu il Dean Moriarty di On the road. Kerouac e Cassady si incontrarono nel ’47, e tra i due nacque un sodalizio assoluto. Kerouac proveniva da una famiglia cattolica, fin dall’infanzia imbevuto del concetto del peccato e rimase sempre cattolico e devoto a S. Teresa di Lisieux. Anche il termine beat che coniò per lui significava ‘beato’. Beati tutti coloro che non seguono le regole della società. Da ragazzo fu sportivo e campione di footbal americano. Ma rimase sempre indeciso tra il vitalismo e il dedicarsi alla letteratura. L’incontro con Cassady fu fatale. Cassady visse l’adolescenza con un padre alcolizzato, non aveva cultura, ma voleva fare lo scrittore. Viaggiava con uno zaino pieno di libri, ed amava rubare auto, come diceva lui le prendeva ‘in prestito’. Macinava chilometri da una costa all’altra degli States e viveva di espedienti. Aveva una lunga fedina penale, era stato in carcere, ma tentò sempre di crersi una certa rispettabilità. Cassady era una forza della natura, impossibile resistere al suo fascino. Tutto il contario di Kerouac, introverso e indeciso. Cassady gli insegnò il fascino del viaggio, e scrivere senza seguire le regole. Da parte sua Cassady era attratto da Kerouac, voleva essere come lui, uno scrittore. Morì come visse: a poco più di quarant’anni fu ritrovato privo di vita lungo i binari di un treno ed imbottito di ogni genere di droghe.
foto Fanpage
foto Ticinolive
senza titolo– foto Artribune
foto Ansa
foto Ansa.it
ANSA.IT — LIFESTYLE — 5 NOVEMBRE 2017
Il volto inedito di Jack Kerouac pittore
Dal 3/12 al Maga 80 opere del padre della Beat Generation
Dipinti e opere grafiche svelano il volto segreto di Jack Kerouak in una grande mostra allestita dal 3/12 al 28/4 al Museo Maga di Gallarate (Varese). Esposte circa 80 opere del padre della Beat Generation, in gran parte mai viste in Italia, che saranno affiancate da materiale documentario di sicuro interesse, come le fotografie di Robert Frank ed Ettore Sottsass, un progetto di Peter Greenaway, oltre al video dell’intervista (da Rai Teche) che gli fece Fernanda Pivano. Con il titolo ‘Jack Kerouac. Beat Painting’, la rassegna accende una luce inedita su una delle icone letterarie del XX secolo, grazie alla curatela di Sandrina Bandera, Alessandro Castiglioni ed Emma Zanella, che hanno messo a punto una selezione in grado di illustrare il suo vasto e sfaccettato campo di azione. Tra i fondatori della Beat Generation, Jack Kerouac rappresentò il movimento letterario e artistico che a partire dalla fine degli anni ’40 sconvolse e scandalizzò Usa ed Europa, dove le sue opere furono tradotte quasi subito.
Jack Kerouac, Sacred Heart, N.D., olio su carta. 23×30,5 cm
Dipingo solo belle cose. Uso vernici da pareti e colla, uso il pennello e lepunte delle dita. In pochi anni potrei diventare un pittore di primo piano. Se lovoglio. E quando potrò vendere i mie dipinti potrò comperarmi un pianoforte ecomporre musica. Perché la vita è una noiaJack Kerouac, October 10, 1956, Mexico City
Jack Kerouac, Truman Capote, 1959, olio su tela, 51×40,3 cm
Jack Kerouac, Senza Titolo, N.D., olio su tela, 40×29,5 cm
La forza di queste opere risiede soprattutto nell’identità totale che Kerouac seppe condensare tra vita, produzione letteraria e ogni altra espressione creativa come la musica, il canto, la poesia, il cinema.
Jack Kerouac, Raven, n.d., olio su tela
Jack Kerouac, Senza Titolo, N.D., pennarello e inchiostro su carta, 20×12,5 cm
senza titolo, olio su cartone
dettaglio
senza titolo, tempera, china e colla su carta
Deposizione di Cristo, 1966
Jack Kerouac, Senza titolo, china su carta
Le opere di Kerouac sono state finora esposte in solo alcuni selezionati musei come il Whitney Museum of American Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo ZKM di Karlsruhe e rimaste per decenni a Lowell (Massachusetts), città natale dello scrittore, all’interno del lascito testamentario gestito dal cognato, John Sampas, e in seguito ceduto ad una serie di collezionisti privati facenti capo al Rivellino LDV, Locarno (CH).
Il percorso si articolerà in differenti nuclei in grado di sviluppare riflessioni che intrecciano la vita e la poetica di Kerouac, dai ritratti di personaggi famosi quali Joan Crawford, Truman Capote, Dody Muller
o il Cardinal Montini ai riferimenti alla cultura beat, da Robert Frank a William S. Burroughs.
senza titolo
FERNANDA PIVANO
FERNANDA PIVANO ED ETTORE SOTTSASS
La mostra approfondirà inoltre le relazioni tra Kerouac e l’Italia, attraverso una selezione di fotografie scattate da Robert Frank e da Ettore Sottsass alla moglie Fernanda Pivano, ad Allen Ginsberg e allo stesso Kerouac e sarà arricchita da un progetto inedito di Peter Greenaway dedicato proprio a Kerouac.
Una speciale sezione video amplierà gli orizzonti culturali dell’evento, con la proiezione dell’intervista di Fernanda Pivano a Jack Kerouac, per gentile concessione di Rai Teche e di Pull My Daisy (1964), il cortometraggio (30 min.) sceneggiato da Kerouac, diretto da Robert Frank e Alfred Leslie, e recitato da alcuni protagonisti della Beat Generation, quali Allen Ginsberg e Gregory Corso.
Jack Kerouac, Senza Titolo, N.D., olio e pennarello, 14 x21,2 cm
Considerato uno dei fondatori della Beat Generation, Jack Kerouac rappresentò il movimento letterario e artistico che a partire dalla fine degli anni quaranta sconvolse e scandalizzò i valori della società degli Stati Uniti e dell’Europa, dove le sue opere furono diffuse e tradotte quasi immediatamente.
Davanti alla borghesia che aveva saputo creare i solidi presupposti del rinnovamento post bellico, egli prefigurò la liberazione culturale e sessuale e un nuovo modello di vita che avrebbe portato, globalmente, la gioventù alla rivoluzione degli anni Sessanta.
Rigettando gli ideali tecnologici del dopoguerra i Beat e il gruppo di Kerouac, Ginsberg, Owen, Ferlinghetti difesero una nuova etica, quasi tribale, di carattere spontaneista, che poi sarebbe sfociata nel movimento Hippie, nell’opposizione alla guerra del Vietnam e nella ‘tre giorni di pace e musica rock’ di Woodstock.
Oltre alla dimensione espositiva, assume uno specifico rilievo anche una pubblicazione scientifica edita da Skira, che rilegge in modo complessivo l’opera pittorica di Kerouac.
senza titolo
Apre il libro un saggio di Sandrina Bandera dedicato alle fonti e alle relazioni con la storia dell’arte europea nel percorso di formazione dell’artista. La seconda parte del catalogo è dedicata all’importanza della dimensione del sacro, dalla tradizione cattolica alla cultura buddista, nell’opera di Kerouac, principalmente attraverso il contributo critico di Stefania Benini.
Seguono alcuni saggi dedicati a diversi aspetti della cultura Beat: Franco Buffoni affronta la storia e i rapporti con la cultura italiana e la contemporaneità, Virginia Hill approfondisce i nessi con la moda anni sessanta ed Enrico Camporesi parla di cinema e suono.
La quarta sezione, introdotta da Francesco Tedeschi, si occupa più specificatamente delle relazioni tra Kerouac e la cultura artistica a New York tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta: dall’espressionismo astratto al jazz.
Completa la pubblicazione, una testimonianza di Arnaldo Pomodoro sulla Beat Generation raccolta da Ada Masoero e una biografia ragionata di Jack Kerouac messa in parallelo ai grandi eventi storici e culturali che coinvolsero e sconvolsero gli Stati Uniti e l’Europa di Stefania Benini, della Saint Joseph’s University, Philadelphia.
Jack Kerouac, Senza Titolo, N.D., pennarello, acquerello e vinavil su carta, 28×22 cm
TESTO E ALCUNE OPERE DA :
Lo scrittore Kerouac fu anche pittore. Un viaggio nei suoi accesi dipinti beat