I QUADRI CHE TROVATE IN QUESTO POST SONO TUTTI DI RENATO BARILLI
Renato Barilli, TOMASSONI Italo
Renato Barilli ( Bologna, 18 agosto 1935 ) è un critico d’arte, critico letterario e accademico italiano.
Renato Barilli, MARCHINI Simona
Laureato in Lettere nel 1958, prese parte alla neoavanguardia degli anni sessanta in ambito letterario come membro del gruppo 63.
Renato Barilli, TRIONE, Vincenzo
Dal 1970 ha insegnato Estetica e poi dal 1972 Storia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna, presso il DAMS – dove è stato professore ordinario di Fenomenologia degli stili dal 1980 e dove ha diretto il dipartimento di Arti visive. Dopo aver cessato l’attività lavorativa nel 2011, rimane professore emerito dell’Università di Bologna.
Renato Barilli, VUKOTIC Milena
Ha scritto numerosi saggi di storia dell’arte e di critica letteraria, occupandosi in particolare di arte e letteratura contemporanea e del Postmoderno, e ha curato numerose mostre. Parallelamente alla Transavanguardia di Achille Bonito Oliva ha scoperto e promosso il gruppo di artisti italiani da lui definito dei Nuovi-nuovi ed è stato tra i primi a interessarsi dell
Renato Barilli, DI PIETRANTONIO Giacinto
Negli anni si è occupato spesso di critica letteraria, dedicando attenzione alle nuove forme di romanzo in relazione al nouveau roman francese. È stato curatore, assieme a Niva Lorenzini e Gabriele Pedullà, del “laboratorio di lettura e discussione” RicercaBO.
Nel 1998 ha vinto il premio Feronia-Città di Fiano per la critica militante.
Nel 2012 venne ripubblicato il suo saggio sulla storia e teoria della retorica.
Nel 2016 ha curato la mostra Bologna dopo Morandi 1945-2015 esposta a Palazzo Fava.
Renato Barilli, Alla firma degli autografi
Renato Barilli, CANELLA Leonardo
INTRODUZIONE DI RENATO BARILLI
Renato Barilli, COLIN Gianluigi
Renato Barilli, CONTESSI Gianni
Renato Barilli, DE SETA Cesare
Renato Barilli, MENDINI Alessandro
Renato Barilli, MUSSINI Pietro
Renato Barilli e Gino de Dominicis all’inaugurazione del Padiglione Italia alla Biennale del 1972 © AAF – ArchivioArte Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Renato Barilli, SALVATORI Giuseppe
1980- VENEZIA
Renato Barilli, SARGENTINI Fabio
Studi sulla narrativa italiana contemporanea, Mursia editore, 1980
Renato Barilli, AIKEMA Bernard
LE IMMAGINI DEI QUADRI DI RENATO BARILLI SONO PRESE DA ARTRIBUNE, A CURA DI VALENTINA TANNI, 26 MARZO 2019
Dalla pittura alla teoria e ritorno. Intervista a Renato Barilli
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 24 MAGGIO 2021
Quattro casi di «destino cinico e baro». Saragat/Craxi/Prodi/Renzi
Renato Barilli
Questo saggio è alquanto inconsueto per chi mi conosce soprattutto come critico d’arte e di letteratura, ma mi può capire se visita pure il mio blog, www.renatobarilli.it, in cui dedico ogni domenica una nota di carattere anche politico, come del resto risulta pure dal mio “Autoritratto a stampa”, del 2010.
La mia fede nella socialdemocrazia non dovrebbe quindi essere una sorpresa per nessuno, e proprio in nome di questa mia opzione di fondo esamino i casi di quattro uomini politici, attivi in modi e tempi diversi, accomunati però da quello che per primo è stato definito da Giuseppe Saragat un destino “cinico e baro”. Una espressione di questo genere avrebbe potuto uscire pure dalla bocca di Bettino Craxi, di Romano Prodi e infine di Matteo Renzi, figure politiche a cui di volta in volta e in gradi diversi è andato il mio consenso, il che mi spinge ad accomunarli in questa sorta di commosso elogio, tardivo per i primi due, ma per fortuna ancora propizio e riparatore per Prodi e Renzi.
Il diario. Quando la politica cercava gli intellettuali (non il contrario) e Renato Barilli fondava il Dams
Furio Colombo, noto anche con lo pseudonimo di Marc Saudade (Châtillon, Val d’Aosta, 1º gennaio 1931), è un giornalista, scrittore e politico italiano.
DA GENNAIO HA 90 ANNI–complimenti vivissimi !
Più giovane di 7 anni di Eugenio Scalfari ( 6 aprile 1924 ) che tra due/ tre anni ne compie 100 !
di Furio Colombo | 24 MAGGIO 2021
veduta di Chatillon
castello di Ussel – Chatillon
articolo ::
Renato Barilli è un bel nome della vita letteraria italiana. Lo certifica il fatto che il libro di cui sto per parlarvi (Quattro casi di destino cinico e baro, GuaraldiLab editore) è dedicato a quattro importanti uomini politici italiani per cui Barilli non ha mai lavorato, non è stata mai richiesta una sua partecipazione o presenza e non è mai stato offerto un incarico.
Eppure la memoria di Barilli sta rivisitando incontri celebri della sua vita e personaggi che hanno cambiate molte vite, in momenti storici segnati da cambiamenti continui, compreso il ripudio e l’affiliazione. Infatti il sottotitolo del libro di Barilli provoca subito un grande stupore (Barilli è critico di letteratura e d’arte) quando elenca i “quattro casi di destino cinico e baro”. Le sue “narrazioni-memoria” si riferiscono a Giuseppe Saragat, Bettino Craxi, Romano Prodi, Matteo Renzi. Sono 4 vertici della politica italiana (quattro presidenti del Consiglio e uno anche presidente della Repubblica). Leggerete, in cerca del paragrafo dove uno dei protagonisti chiede a Barilli di fare il ministro, il curatore, il direttore di museo, il Consigliere culturale per qualcuno o qualcosa; e non lo troverete. Come ci racconta l’autore, gli incontri fra Barilli e i suoi prediletti sono pochi, occasionali, durano pochi minuti e non si ripetono.
C’è una spiegazione: Barilli non cerca e non chiede. È un serio e apprezzato docente universitario di Bologna; fondatore del Dams con Umberto Eco, Benedetto Marzullo, me, e altri reduci del Gruppo 63.Ma in questo noterete l’insolito risvolto del libro: Barilli non si domanda “perché non mi hanno voluto per questa o quella posizione culturale, ma anche politica” (come succedeva a quel tempo).
Invece in questo breve saggio Barilli riflette, con la precisione del notista politico, su quello che ciascuno dei suoi leader prescelti e salvati avrebbe potuto fare, per far nascere intorno al loro potere (quando sembrava nuovo) piccole foreste di creatività culturale. S’intende che questo recensore non vede come si possa mettere Prodi, leader di due governi puliti, accanto a Craxi e Berlusconi, in un libro che altrimenti è accurato. E come si possa pensare a Renzi, il Blair italiano, l’uomo della Leopolda clientelare, come a uno dei personaggi chiave del nostro recente passato. Ma il target del libro è un altro.
Renato Barilli non pretende di imporci la sua classifica, intende invece raccontarci la vita e il pensiero politico di intellettuale italiano; in un periodo in cui era tipico dei politici cercare gli intellettuali e non il contrario. Ma appena gli intellettuali danno segno di riottosa resistenza, interessano meno.
Barilli disegna la mappa dell’isola e le sue zone calde a cui lui non ha quasi mai avuto accesso. Dunque è un diario italiano da non perdere.
QUATTRO CASI DI “DESTINO CINICO E BARO” Renato Barilli – Prezzo: 9,90 – Editore: GuaraldiLAB