IL MANIFESTO DEL 25 MAGGIO 2021
https://ilmanifesto.it/soprintendenza-speciale-unica-scacco-matto/
Soprintendenza speciale unica, scacco matto.
Patrimonio a rischio. L’idea del ministro Franceschini di creare un organismo con i super poteri per sveltire le procedure in materia di beni culturali e paesaggio significa il commissariamento della tutela
Dario Franceschini
© LaPresse
Arianna Di Genova
EDIZIONE DEL 25.05.2021
PUBBLICATO25.5.2021, 0:03
AGGIORNATO24.5.2021, 20:06
Così, la transizione ecologica – che suona liberatoria e densa di promesse future – nel nostro paese sarà a carico dei centri storici, dei siti archeologici e del paesaggio, bene comune immateriale su cui da anni si concentrano tutti gli attacchi possibili. E la parola semplificazione, che cancella l’odiosa burocrazia in vista della ripartenza sprint, quell’elefantiaco processo di atti e controatti che tiene sotto scacco l’Italia si trasforma in un escamotage per sganciarsi dagli «orpelli» che ancorano saldamente al territorio il patrimonio culturale e ne sorvegliano la longevità, difendendo memoria e sua trasmissione.
L’idea di una Soprintendenza speciale unica con super poteri per bypassare le «cugine Cenerentole» locali, che dovrebbe essere istituita «per sveltire le autorizzazioni», crea un brutto precedente e va nella direzione auspicata fin dai tempi renziani: allentare quei fastidiosi legacci della tutela e indebolire i pareri negativi dei dirigenti preposti lì dove si ritiene sia utile procedere, a dispetto di tutto e con una logica mercantile che però tende a scaricarsi la coscienza perseguendo la green economy e, perché no, anche la «Netflix della cultura».
Il ministro Franceschini ha assicurato che l’articolo 9 della Costituzione detta legge in materia (pure morale), ma ha anche affermato che sta lavorando a norme che ritiene «coraggiose» per le novità che contengono.
L’accerchiamento delle norme contenute nel Codice dei beni culturali è dunque doppio: da una parte, attraverso la Soprintendenza unica che esautora e scavalca tutti e dall’altra, con l’immissione al Mic di un buon numero di dirigenti di fascia II, di nomina politica (non per formazione o concorsi):
stanno andando a prendere i posti vacanti di addetti in pensione, mai sostituiti. Così, l’endemica carenza di personale tecnico non più assunto (va considerato il fatto che, nel Mic invece di snellirsi si sono moltiplicate a pioggia le direzioni) diventa il fertilissimo terreno per mettere radici con propri uomini e donne governativi/e, mentre la regola del silenzio/assenso si riduce da 45 a 30 giorni. Il commissariamento della tutela è servito.
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 24 MAGGIO 2021
Cambiare la Costituzione per devastare il Paesaggio.
Ambiente, assalto all’articolo 9
di Tomaso Montanari | 24 MAGGIO 2021
La caccia grossa della variopinta maggioranza (coesa nel perseguire i peggiori obiettivi) che sorregge il governo Draghi ha tra le prede l’articolo 9 della Costituzione.
Nella scorsa settimana il fantasma del Parlamento è apparso per aggiungere al suo esemplare dettato (“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) una coda dagli effetti eversivi:
“La Repubblica tutela l’ambiente e l’ecosistema, protegge le biodiversità e gli animali, promuove lo sviluppo sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni”.
Ma cosa può mai esserci di male in queste parole, così apparentemente “verdi”?
Poiché una costante giurisprudenza della Corte Costituzionale ha stabilito che l’ambiente è già protetto dalla Carta (dal combinato disposto degli articoli 9 e 32, quello che tutela il diritto fondamentale alla salute) questa aggiunta sarebbe superflua: ma la politica non conosce il superfluo.
Il vero scopo lo si capisce leggendo i giornali di questi giorni. 80 sindaci del Pd invocano “abbattiamo la burocrazia! La democrazia è velocità!”. Al furore “futurista” degli amministratori “di sinistra” che chiedono le mani libere (come ogni destra liberista), risponde la gesuitica ipocrisia del “loro” ministro Franceschini, che dichiara:
“Per il decreto Semplificazioni sto proponendo, per il mio dicastero e le Soprintendenze, nuove regole molto innovative che renderanno tutto più rapido senza indebolire la tutela di paesaggio e beni culturali”. Geniale: per rispettare le regole facendo quello che si vuole c’è solo una strada, cambiare le regole! A partire dalla prima: l’articolo 9 della Costituzione. Ma come può giovare ai sindaci della betoniera l’introduzione di un’ulteriore tutela?
Lo spiega l’entrata a gamba tesa del presidente di Legambiente ( VEDI SOTTO, ARTICOLO ), che rilascia un’intervista al vetriolo contro le soprintendenze. Ecco i veri nemici dell’ambiente: non le multinazionali, i governi, le banche. No: gli odiati soprintendenti! Colpevoli di dire no a pale eoliche alte 130 metri piantate su enormi piattaforme di cemento armato che si vorrebbero piazzare sui crinali dell’Appenino, magari sopra i tratturi sannitici e vicino monumenti straordinari. O a ettari ed ettari di pannelli fotovoltaici nelle più belle campagne italiane, o sui tetti dei centri storici.
Ed è qua che si capisce cosa debba espugnare il cavallo di Troia del nuovo articolo 9: il paesaggio. Inserire lo “sviluppo sostenibile” tra i principi fondamentali della Carta significa metterlo alla pari della tutela del paesaggio.
Ecco la strategia dell’ambientalismo industriale italiano: mettere ambiente contro paesaggio, per continuare a far girare la macchina dei soldi privati a spese del territorio pubblico. Facendosi pure santificare come paladini dell’ambiente.
Ma mettere l’ambiente contro il paesaggio è come dire che per impiantare in un corpo alcuni dispositivi che dovrebbero contribuire a farlo vivere di più, si può deformarne il volto in modo indelebile.
Questo vuol dire che dobbiamo rinunciare alle rinnovabili?
No, vuol dire che dobbiamo stare in guardia rispetto agli enormi grumi di interesse (non di rado di stampo mafioso, come nel caso dell’eolico) che si stanno riciclando nell’ambiguo concetto di “sviluppo sostenibile” (un ossimoro), continuando a sigillare suolo col cemento o col metallo. Se davvero si volessero tenere insieme ambiente e paesaggio la strada c’è: da anni ogni Regione dovrebbe approvare un Piano paesaggistico, e proprio quella è la sede in cui decidere dove mettere questi impianti, senza lasciare l’iniziativa alla speculazione privata. Invece di cambiare le regole, bisognerebbe far funzionare quelle che ci sono: il MiC ha tutti gli strumenti per indurre le Regioni inadempienti (quasi tutte) a redigere i piani, ma non l’ha fatto.
In uno studio importante appena uscito su Giustizia insieme, il giurista Paolo Carpentieri ( ARTICOLO, SOTTO ) spiega come rischia di finire: “Si ha, in conclusione, la sensazione che la ‘transizione ecologica’ finirà come al solito per risolversi in un grande greenwashing del vecchio refrain della “Crescita&Sviluppo”, con sacrificio ulteriore dei paesaggi del già ‘Bel Paese’.
La questione di fondo, come al solito, è culturale: forse la transizione ecologica “vera” non è quella della così detta green economy, totalmente organica e interna alle vecchie logiche del profitto e della crescita del Pil, ma è prima di tutto quella, mentale e culturale, basata su un nuovo modo di pensare e di guardare al mondo, su un nuovo stile di vita, sul recupero del senso del limite e su un profondo ripensamento della scala dei valori, con l’abbandono del consumo fine a se stesso e del falso slogan contradditorio dello ‘sviluppo sostenibile’, nella ricerca di un equilibrio stabile e duraturo”.
Lontanissimo da questo salto culturale, il governo del cemento cinge d’assedio l’articolo 9 della Costituzione.
LINKS::
- L’INTERVISTA A STEFANO CIAFANI, PRESIDENTE LEGAMBIENTE
+++ VALE LEGGERLA !
Rinnovabili, Legambiente: “Le soprintendenze frenano la transizione ecologica”
Dobbiamo costruire impianti fotovoltaici ed eolici, ma i soprintendenti dicono sempre no. Il ministro Franceschini aggiorni le linee guida sulla installazione
di Luca Fraioli
STEFANO CIAFANI, PRESIDENTE LEGAMBIENTE
REPUBBLICA DEL 19 MAGGIO 2021
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/05/19/news/legambiente_accusa_le_soprintendenze_frenano_la_transizione_ecologica_-301656639/
2.
4 MAGGIO 2021
Paesaggio, ambiente e transizione ecologica
di Paolo Carpentieri, Consigliere di Stato
Sommario: 1. Premessa. 2. Le ragioni profonde (culturali e giuridico-ordinamentali) della distinzione tra “ambiente” e “paesaggio”. 3. Le radici storiche della nozione giuridica di “paesaggio”. 4. Le radici storiche della nozione giuridica di “ambiente”. 5. I punti essenziali della distinzione. 6. Tracce nella giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte di giustizia dell’Unione europea. 7. Unificazione o differenziazione delle competenze. 8. Decarbonizzazione e paesaggio. 9. Conclusioni.
SINTESI ( ABSTRACT ):
Sulla premessa della ancora valida – ma non da tutti condivisa – distinzione giuridica tra “ambiente” e “paesaggio”, lo scritto si domanda se l’idea della “transizione ecologica” (oggi inveratasi nella trasformazione del Ministero dell’ambiente, già “dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare”, in, per l’appunto, “Ministero della transizione ecologica”) non rischi di “fagocitare”, nell’inseguimento di chimerici obiettivi su scala “globale” di lotta ai gas climalteranti, la funzione (naturalmente “locale”) di tutela del paesaggio, presa nella trappola logica del “pensare globale – agire locale” (lo slogan degli ambientalisti industriali), in forza della quale si sacrifica quied ora ( qui e ora ), concretamente e attualmente, la bellezza dei paesaggi italiani, in nome di una speranza di riduzione su scala globale – eventuale, indiretta, futura e incerta – dei gas ad effetto serra, e dietro la quale agiscono in realtà molto concreti e potenti interessi economici locali delle imprese del settore (finanziati con lauti incentivi statali, a carico della finanza pubblica e delle bollette dei consumatori).
La conclusione è che – ferma restando l’urgenza della lotta al mutamento climatico, la condivisibilità dell’idea dell’economia circolare[1], etc. – sarebbe auspicabile evitare che questa transizione ecologica finisca per tradursi in un ulteriore pregiudizio per la qualità dei paesaggi italiani e in un ulteriore depauperamento delle risorse ecosistemiche (e non solo alimentari) dell’agricoltura.
articolo completo nel link sopra
NOTA:
CONSIGLIERE DI STATO / CONSIGLIO DI STATO:
Il Consiglio di Stato è, nell’ordinamento italiano, un organo di rilievo costituzionale.
Previsto dall’articolo 100 della Costituzione, che lo inserisce tra gli organi ausiliari del Governo, è organo giurisdizionale, ed è anche massimo giudice speciale amministrativo, in posizione di terzietà rispetto alla pubblica amministrazione italiana, ai sensi dell’articolo 103 della Costituzione.
La sua sede è Palazzo Spada, a Roma.
PALAZZO SPADA A ROMA
Lalupa
nel link :
https://it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_di_Stato_(Italia)