IL MANIFESTO DEL 22 MAGGIO 2021
Subappalto libero, i sindacati pronti allo sciopero generale
Senza Diritti. Lo prevede la bozza del decreto Semplificazioni, fortemente voluta da palazzo Chigi. Battaglia politica nel governo: Giovannini, Pd e Leu sono contrari. Oseranno ribellarsi in Cdm a Draghi? Nel Pnrr si prevedeva entro maggio il decreto su conferenze dei servizi e Valutazione di impatto ambientale. Sugli appalti l’intervento era previsto entro l’anno con legge delega
Un grande cantiere
Massimo Franchi
EDIZIONE DEL 22.05.2021
PUBBLICATO21.5.2021, 23:59
Le bozze si susseguono e hanno sempre un punto confermato: subappalto senza soglia. Stiamo parlando del decreto Semplificazioni, un provvedimento che dovrebbe andare in consiglio dei ministri la prossima settimana. Ma che nel governo ha un’urgenza quanto meno sospetta. Si tratterebbe del primo provvedimento legato al Pnrr e della prima riforma chiesta dalla commissione Europea come condizione per erogare i 200 miliardi del Recovery fund.
IN REALTÀ LA REAZIONE FURIOSA dei sindacati – che con gli edili minacciavano già lo sciopero generale giovedì – è dovuta anche alla contestazione di questa imposizione europea e dei tempi della riforma stessa.
Nell’ultima bozza – ancora provvisoria – del decreto Semplificazioni l’unica cosa a cambiare è il numero dell’articolo dedicato al tema subappalti: prima era il 24, ora è il 33: «Modifiche all’articolo 105 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 in materia di subappalto», preferendo usare il numero della legge e non nominare il Codice degli appalti.
Ma il contenuto non cambia. L’attuale limite del 40% – introdotto come deroga al Codice degli appalti e in vigore per tutto il 2021 – scompare per lasciare spazio ad una dicitura più generica sulla cessione totale dei lavori:
«il contratto non può essere ceduto», recita la norma ricalcando fin qui il vecchio codice e «non può essere affidata a terzi – questa la novità – l’integrale esecuzione delle prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto». La soglia è abrogata anche per gli appalti specialistici «di notevole contenuto tecnologico».
Le 45 pagine del decreto Semplificazioni sono state richieste a pezzi ai vari ministri ma l’assemblaggio è stato fatto con cura a palazzo Chigi dove il tema della liberalizzazione del subappalto è considerato indispensabile.
CONTRARI A LIBERALIZZAZIONE sono sicuramente il ministro Enrico Giovannini – che ieri ha incontrato Cgil, Cisl e Uil sul Pnrr promettendo «confronto continuo» – così come tutti i ministri del Pd e di Leu, ma nella battaglia politica per ora stanno soccombendo contro la destra e palazzo Chigi.
Ieri dopo i sindacati degli edili è toccato alle categorie del commercio e del terziario parlare apertamente di sciopero in caso di presenza della norma nel decreto.
«Con la liberalizzazione del subappalto e la reintroduzione del massimo ribasso il governo si accinge a dare un duro colpo alle tutele di lavoratrici e lavoratori dei servizi in appalto – scrivono Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uilt – .
Si compie una scelta astraendosi dalla realtà, visto che già così di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che, negli appalti di servizi, vivono spesso inseguendo imprese che non pagano stipendi e svaniscono nel nulla ad ogni cambio appalto è già di per se fonte di maggiore precarietà – stigmatizzano – .Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uilt si dichiarano «disponibili e pronti al confronto» ed al contempo «se la scelta che il governo intende fare è quella di decidere con Decreto, scaricando gli effetti negativi sulle lavoratrici e i lavoratori, la risposta sarà il contrasto e la mobilitazione fino allo sciopero generale», concludono.
Le confederazioni – Cgil, Cisl e Uil – hanno già comunicato ai ministri che se la liberalizzazione del subappalto e alla logica delle gare al massimo ribasso saranno nel decreto Semplificazioni «con queste due cose si arriva anche alla mobilitazione generale», avverte Landini, ricordando che già le due categorie più interessate dal provvedimento, l’edilizia e il commercio, «hanno dichiarato di essere pronte allo sciopero generale».
Per i sindacati si tratterebbe di tornare «alla giungla». Logiche che «sono contro la salute e la sicurezza delle persone e contro la qualità delle opere. Non si semplifica proprio nulla, si torna solo indietro», dice Landini.
«Oltre al merito – gli fa eco – il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi – c’è un problema di metodo: nel Pnrr il governo ha scritto entro maggio il decreto Semplificazioni avrebbero riguardato conferenze dei servizi e Valutazione di impatto ambientale, mentre sugli appalti l’intervento veniva previsto entro l’anno con una legge delega: è quindi uno schiaffo al parlamento. Così come è odioso che la liberalizzazione del sub appalto, che aumenterà il lavoro insicuro, arrivi nei giorni in cui si parla di lotta ai morti sul lavoro», conclude Genovesi.
ANSA.IT — 21 MAGGIO 2021 -19.50
Semplificazioni, multe per chi frena la digitalizzazione della P.a.
Nella bozza del decreto viene eliminata la soglia del 40% per il subappalto. E se i Comuni non sono rapidi nei lavori sulle scuole, il ministero dell’Istruzione potrà sostituirsi
Cittadini in fila davanti all’anagrafe a Roma
I dirigenti pubblici diventano responsabili della transizione digitale della P.a e chi frena sarà sanzionato secondo la gravità delle violazioni, da tagli alla retribuzione fino alla perdita dell’incarico. Lo prevede la bozza del decreto Semplificazioni, ancora oggetto di confronto.
Sarà l’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale, a vigilare, verificare e segnalare le “violazioni degli obblighi di transizione digitale” alla presidenza del Consiglio per l’eventuale esercizio di “poteri sostitutivi”.
Sono previste anche multe da 10mila a 100mila euro per chi non fornirà dati e documenti richiesti dall’Agid per il monitoraggio delle attività.
Si prevede anche un subappalto senza soglia.
L’attuale limite del 40% – introdotto come deroga al Codice degli appalti e in vigore per tutto il 2021 – scompare per lasciare spazio ad una dicitura più generica sulla cessione totale dei lavori: “il contratto non può essere ceduto”, recita la norma ricalcando fin qui il vecchio codice e “non può essere affidata a terzi – questa la novità – l’integrale esecuzione delle prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto”. La soglia è abrogata anche per gli appalti specialistici “di notevole contenuto tecnologico”.
Torna invece nella bozza il cosiddetto ‘appalto integrato’, in cui progettazione ed esecuzione dei lavori possono essere oggetto della stessa gara e quindi affidati allo stesso aggiudicatario. Per le opere del Recovery viene infatti abrogato il divieto di affidamento congiunto previsto dal Codice degli appalti. “L’aggiudicazione – si legge inoltre – può avvenire sulla base del criterio del prezzo più basso”.
Un’altra novità riguarda l’edilizia scolastica. Il ministero dell’Istruzione adotterà linee guida tecniche generali e avrà poteri sostitutivi degli enti locali nella progettazione e esecuzione dei lavori di costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza delle scuole: in caso di inerzia potrà diffidare gli enti ad adempiere entro 30 giorni e poi sostituirsi. Fino al 31 dicembre 2026, inoltre, sindaci e presidenti di provincia avranno i poteri di commissari per riqualificazione edilizia delle scuole. È anche previsto che le autorizzazioni siano rese entro 30 giorni, dopo i quali si intendono approvate.
ANSA.IT — 23 MAGGIO 2021 –10.23
Semplificazioni: Landini, scelta indecente. Pronti a sciopero.
Paese indietro 20 anni. Valutiamo con Cisl e Uil la mobilitazione. Salvini: ‘Azzerare il codice degli appalti’
“È una vera scelta indecente quella che si appresta a fare il governo”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini commenta il decreto Semplificazioni in un’intervista a ‘La Repubblica’ minacciando lo sciopero generale: “Alcune nostre categorie sono già pronte. Noi lo valuteremo insieme a Cisl e Uil”.
Dal canto suo, invece, il leader della Lega Matteo Salvini chiede di “azzerare il Codice degli appalti” e sulle grandi opere “di dare il potere ai sindaci” e di usare le norme Ue.
“La via d’uscita finale su cui stiamo lavorando è l’azzeramento del codice degli appalti e l’utilizzo delle norme europee che sono più veloci e snelle. E io darei ai sindaci i poteri diretti sulle grandi opere”, dice su ‘La Stampa’ parlando delle Semplificazioni in vista delle opere da realizzare con il Recovery.
Alla proposta di Letta sulla tassa di successione risponde con una contro-proposta: “Per invertire la rotta un’idea ce l’ho, tassiamo Amazon e i colossi come Amazon, che in Europa hanno fatturati giganteschi e di tasse pagano cifre ridicole”. Poi si dice “conquistato” da Mario Draghi.