Shūsaku Arakawa
美術出版社 (Bijutsu Shuppan-Sha, Ltd.)
MADELINE GINS
Shūsaku Arakawa e la moglie, scrittrice e architetta, Madeline Gins
Shūsaku Arakawa (荒川 修作 Arakawa Shūsaku; Nagoya, 6 luglio 1936 – Manhattan, 18 maggio 2010) è stato un artista e architetto giapponese.
Studia matematica e medicina all’Università di Tokyo, e frequenta la Musashino Art University.
Dal Giappone arriva a New York nel 1961 con 14 dollari in tasca, l’indirizzo di Marcel Duchamp e un’esperienza neodadaista che lo aveva costretto a lasciare il Giappone. Inizia a produrre dipinti diagrammatici, disegni e altri lavori concettuali che implicano lettere, codici e segni che indagano i meccanismi della percezione umana.
Nel 1962, Arakawa incontra Madeline Gin che ben presto diventa sua moglie e insieme esplorano la mortalità attraverso “la creazione di edifici costruiti per fermare l’invecchiamento”. Nel 1990 entrambi sviluppano la teoria dell’ “architettura procedurale” studiando come le loro teorie impattassero la vita dell’uomo. Per Asaka e Gins, la forma ideale di casa è quella che mette i suoi residenti in una “relazione perpetua con ciò che è circostante”.
Esempi delle loro architetture sono: “The Reversible Destinty Lofts” a Mitaka, “Site of Reversible Destiny” a Yoro, e un lavoro permanente a Nagi MOCA (in Giappone) e “Bioscleave House” una casa privata a Long Island che costò ad entrambi 2 milioni di dollari e otto anni di lavoro.
Fondano la Reversible Destiny Foundation nel 2010, che fu fondamentale per i loro sviluppi filosofici e artistici, ma anche per supportare la ricerca nel campo dell’arte, dell’architettura e della scrittura.
Arakawa lavorò con note istituzioni come: Metropolitan Museum of Art, New York; Museum of Modern Art, New York; Centre Georges Pompidou, Parigi; The National Museum of Art, Osaka; and the National Museum of Modern Art, Tokyo. Ha collaborato anche con numerose istituzioni private.
In Italia la Galleria Milano espone le sue opere nel 1983 e successivamente nel 2005 nella mostra “Arakawa/Gins – Pittura, film, architettura”.
Ha rappresentato il Giappone alla Trentacinquesima Biennale di Venezia del 1970 ed ha partecipato anche a Documenta IV nel 1968 e Documenta VI nel 1977.
Muore a 73 anni il 18 Maggio 2010 a Manhattan.
da :
https://it.wikipedia.org/wiki/Sh%C5%ABsaku_Arakawa
L’interno del Reversible Destiny Office – Yoro, parte di un parco di quattro acri creato dagli artisti Arakawa e Madeline Gins nella prefettura di Gifu, in Giappone. Credito…Arakawa e Madeline Gins, “Site of Reversible Destiny – Yoro Park”, 1993-95, Giappone © 1997
THE NEW YORK TIME MAGAZINE
Di Marie Doezema
- 20 agosto 2019
L’architettura potrebbe aiutarti a vivere per sempre?
Per una coppia di artisti d’avanguardia, la vita eterna non era solo un sogno, era una possibilità. A patto che tu fossi impegnato in un’esistenza scomoda.
LA RICERCA DELL’immortalità è sempre stato un pensiero sotteso all’architettura. Dalle piramidi, progettate come scalinate imponenti così l’anima del faraone defunto avrebbe potuto salire al cielo, al New York Coliseum, lo spazio espositivo di Robert Moses, molte strutture vengono create con un occhio verso una vita eterna.
Ma Madeline Gins e suo marito, Shusaku Arakawa (che era solo il suo cognome), artisti concettuali e architetti dilettanti di New York degli anni ’60 considerati come un ponte tra i movimenti Dada e Fluxus, hanno avuto un approccio più letterale, anche se stravagante. Imbrogliare la morte: la coppia pretendeva di credere che le loro strutture potessero effettivamente consentire ai loro abitanti la vita eterna.
La loro filosofia, che ha rivendicato una vasta gamma di fan, dal romanziere italiano Italo Calvino (che ha scritto il testo per le loro mostre in galleria) al poeta Robert Creeley, si chiamava Reversible Destiny.
Vivere troppo comodamente era catastrofico per la condizione umana, sostenevano. Invece, Gin, nata a Long Island, che era anche una poetessa, e Arakawa, arrivato a New York dal Giappone nel 1961 dopo aver frequentato la scuola d’arte, pensavano che gli esseri umani dovessero vivere in un perenne stato di instabilità.
Hanno ipotizzato che gli edifici potessero essere progettati per aumentare la stimolazione mentale e fisica, che a sua volta avrebbe prolungato la vita indefinitamente. Un’avversione per gli angoli retti, un’assenza di simmetria e un costante spostamento delle elevazioni stimolerebbe il sistema immunitario, acuirebbe la mente e condurrebbe all’immortalità.
All’interno della casa Bioscleave (Villa con estensione della durata di vita)
Matt Harrington
Credito…Arakawa e Madeline Gins, “Reversible Destiny Lofts Mitaka – In Memory of Helen Keller”, 2005, Tokyo, Giappone
appartamenti a Mitaka-Giappone
yoro park
Reversible Destiny Foundation
Bioscleave House
se volete qualcosa in più, forse qui trovate …
https://slought.org/resources/architecture_against_death
Case scomode ma bellissime. Ci si potrebbe trascorrere le vacanze.