Natura morta con cavolo e zoccoli, novembre-dicembre 1881
Olio su tela
34,5×55 cm
Van Gogh Museum, Amsterdam
Natura morta con terracotta, bottiglia e zoccoli
fine novembre – metà dicembre 1881
Olio su tela
39×41,5 cm
Museo Kröller-Müller- Otterlo
ALTRE FOTO SOPRATTUTTO DEL GIARDINO
OTTERLO
Otterlo – Veduta
Arch at nds-nl.wikipedia
il villaggio di Otterlo, foto tripadvisor
Otterlo (municipalità di Ede) è un villaggio della provincia dei Paesi Bassi della Gheldria, presso il parco nazionale De Hoge Veluwe.
Nel villaggio si trova il museo Kröller-Müller, dal nome di Helene Kröller-Müller, che ospita una considerevole collezione di opere di Vincent van Gogh.
il parco nazionale De Hoge Veluwe
il parco nazionale De Hoge Veluwe
Museo Kroller-Muller Otterlo Paesi Bassi
Otterlo, Kröller-Müller Museum. Photo by Jannes Linders
Il Museo Kröller-Müller è un luogo dove le cose belle si fondono insieme. La combinazione unica di arte, natura e architettura garantisce ai visitatori un’esperienza davvero indimenticabile. Un’esperienza che suscita tutti i sensi. Il museo è un paradiso per gli amanti dell’arte, esperti e neofiti. Il museo è una seconda casa per Vincent van Gogh. Il museo vanta quasi 90 dipinti e più di 180 disegni, diventando così il secondo più grande collezione di Van Gogh nel mondo.
Inoltre, il museo ospita numerose opere di maestri moderni, tra cui Claude Monet, Georges Seurat, Pablo Picasso e Piet Mondriaan. Mostre temporanee assicurano che il museo tenga il passo con l’attualità e mantenga vivo l’interesse del pubblico.
Il museo si trova in uno dei più grandi giardini di scultura in Europa, di oltre 25 ettari, in cui sculture moderne si fondono con lo sfondo naturale. Il giardino fa da sfondo a circa 160 sculture di artisti di spicco, da Aristide Maillol a Jean Dubuffet, e da Marta Pan a Pierre Huyghe.
da:
http://www.arte.it/luogo/kr%C3%B6ller-m%C3%BCller-museum-6405
OPERE DI VAN GOGH : I PRIMI ANNI — 1881 – 1883
Natura morta con cappello di paglia
fine novembre – metà dicembre 1881
Olio su carta montato su tela
36,5×53,6 cm
Otterlo Museo Kröller-Müller
Spiaggia di Scheveningen
agosto 1882
Olio su tela
35,5×49,55 cm
Winona
Minnesota Marine Art Museum
Dune
agosto 1882
Olio su tela
36×58,5 cm
Collezione privata
Van Gogh aveva coltivato sin da piccolo la sua vocazione pittorica, ma mai l’aveva approfondita in modo sistematico e continuativo con corsi o letture di manuali. Per iniziare Vincent, armato di una tenace volontà espressiva, lesse il Cours de dessin e l’Exercices au fusain di Charles Bargue, copiando tutte le tavole e gli eserciziari ivi proposti.
Grazie a Théo, che gli inviava le nuove pubblicazioni di Goupil, van Gogh informò i primi orientamenti di gusto, dimostrando una singolare predilezione per i dipinti di Jean-François Millet, pittore realista dei contadini e della povera gente. Ormai completamente votatosi alle Belle Arti, nell’ottobre 1880 Vincent si recò a Bruxelles: «sento che è assolutamente necessario avere sotto gli occhi delle buone cose, e come pure veder lavorar gli artisti […] una volta padrone della matita o dell’acquerello o dell’acquaforte, potrò ritornare al paese dei minatori di carbone o dei tessitori per lavorare meglio, ispirandomi alla natura più di quanto possa fare qui. Ma prima devo impadronirmi un poco della tecnica».
Il soggiorno brussellese fu assai fecondo: Vincent, infatti, familiarizzò sempre più con il disegno prospettico e anatomico e, soprattutto, rilevò come le sue aspirazioni pittoriche fossero finalmente condivise dai genitori, contentissimi che il figlio avesse superato la sua crisi di misticismo e che stesse finalmente studiando per un mestiere redditizio e ragguardevole, seppur tardivamente.
Vincent restò a Bruxelles sino all’aprile 1881, quando si trasferì dai genitori a Etten, città presso la quale Théodorus era stato chiamato per il suo pastorato.
La vita familiare a Etten procedette senza scossoni: anzi, Vincent aveva anche l’opportunità di stare fisicamente con Théo e di discutere con lui delle proprie paure e incertezze professionali. A frantumare l’equilibrio che si era raggiunto sopraggiunse una cugina di Vincent, Cornelia Adriana Vos-Stricker, detta Kee: era costei una donna rimasta vedova da poco tempo, ma che catturò subitaneamente il cuore di van Gogh, che se ne disse profondamente innamorato. La Kee, tuttavia, non aveva ancora superato il lutto del marito e pertanto respinse Vincent, complice anche le virulente polemiche provenienti dai genitori di lui, i quali ritenevano inopportuni, se non penosi, dei corteggiamenti così insistenti. Vincent, per di più, maturò una vera e propria idiosincrasia nei confronti degli ambienti accademici: fu questa la goccia che fece traboccare il vaso, siccome Théodorus e Anna si erano sempre mossi nel solco del conformismo più rigoroso e mai avrebbero potuto accettare che il primogenito non facesse altrettanto.[
Nell’estate 1881 van Gogh, per sottrarsi all’ostracismo dei genitori, si recò all’Aja, dove discusse con i pittori Teersteg e Mauve delle proprie velleità artistiche. Nonostante la lontananza il sentimento per Kee esitò a scemare e, in autunno, le avanzò una proposta concreta di matrimonio: al suo rifiuto di riceverlo, di fronte ai genitori della donna, van Gogh si ustionò volontariamente una mano sulla fiamma di una lampada, in modo da dimostrare loro la serietà delle sue intenzioni.
Seppur lacerato da pensieri suicidi a causa dell’innamoramento non corrisposto con la cugina, Van Gogh in questo periodo lavorò alacremente, producendo sotto l’influenza del Mauve una Natura morta con cavolo e zoccoli e una Natura morta con boccale di birra e frutta.
L’aiuto economico di Mauve e del fratello (che gli inviava mensilmente del denaro) gli permisero di potersi mantenere per un po’ a L’Aia; malgrado ciò, dopo pochi mesi, litigò con il pittore, che spingeva Vincent a esercitarsi copiando calchi in gesso, mentre lui ostinato continuava nel volersi ispirare direttamente alla realtà. Van Gogh avrà sempre molta difficoltà a relazionarsi con altri pittori, anche quelli che lui stima fortemente.
In questo periodo l’unico che mostrava considerazione per le sue possibilità era il connazionale Johan Hendrik Weissenbruch (1824-1903), artista già noto e apprezzato.
La spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta
agosto 1882
Olio su tela
34,5 x 51 cm
Amsterdam Van Gogh Museu
Donne che rammendano reti sulle dune
agosto 1882
Olio su tela
Montréal Collezione François Odermatt,
Ragazza in un bosco
1882
Olio su tela
37×58,8 cm
Otterlo Museo Kröller-Mülle
Due donne nel bosco
agosto 1882
Olio su carta su tela
35×24,5cm
Collezione privata
Ragazza in strada con due carrozze sullo sfondo
agosto 1882
Olio su tela
42,0×53,0 cm
Winterthur Villa Flor
Ragazza nel bosco
agosto 1882
Olio su tela
35×47 cm
Collezione privata
Gruppo di vecchie case con la nuova chiesa a L’Aia
agosto 1882
Olio su tela su cartoncino
34×25 cm
Collezione privata
Fattorie a Loosduinen vicino L’Aia all’alba
agosto 1883
Olio su tela
33×50 cm
Utrecht Centraal Museum
Mucca sdraiata
agosto 1883
Olio su tela
30×50 cm
Collezione privata
Mucche nel prato
1883
Olio su tela
31×44 cm
Collezione privata
Fattorie
settembre 1883
Olio su tela
35 x 55,5 cm
Amsterdam Van Gogh Museum
Fattoria tra gli alberi
settembre 1883
Olio su tela
28,5×39,5 cm
Varsavia Museo di papa Giovanni Paolo
Bordo del bosco
agosto-settembre 1883
Olio su tela su pannello
33,8×48,5 cm
Otterlo Museo Kröller-Müller
Pescatore sulla spiaggia
agosto 1883
Olio su carta montato su tela
51,1×32,8 cm
Otterlo Museo Kröller-Müller
La moglie del pescatore sulla spiaggia
agosto 1883
Olio su carta montato su tela
51,6×33,9 cm
Otterlo Museo Kröller-Müller
Due donne nella brughiera, 1883
Olio su tavola
27,5 x 36,5 cm
Amsterdam Van Gogh Museu
Contadino che brucia l’erba
ottobre 1883
Olio su tavola
30,5×39,5 cm
Collezione privata
Barca della torba con due figure
ottobre 1883
Olio su tavola
37×55,5 cm
Assen Drents Museum
Fattoria con pile di torba
ottobre 1883
Olio su tavola
37,5×55,0 cm
Amsterdam Van Gogh Museu
Panorama con dune
agosto 1883
Olio su pannello
33,5×48,5 cm
Collezione privata
Passerella che attraversa un fosso
agosto 1883
Olio su tela
60×45,8 cm
Vincent van Gogh, Dolore (6-9 novembre 1882); gesso nero, 44,5×27 cm, The New Art Gallery, Walsall.
Sien
Caduta l’idea di matrimonio con Kee, nel gennaio 1882 Vincent si infatuò di una prostituta trentenne, alcolizzata e butterata dal vaiolo, Christine Clasina Maria Hoornik, detta «Sien», madre di una bambina e in attesa di un altro figlio. «Non si può vivere troppo a lungo e impunemente senza una donna. E io non credo che quello che alcuni chiamano Dio, altri Essere Supremo e altri ancora Natura possa essere irragionevole e spietato. In altre parole, sono arrivato a questa conclusione: devo cercare di trovarmi una donna. E, grazie a Dio, non ho dovuto cercare troppo a lungo»: in questa lettera (la n. 164), parlando della propria relazione con Sien, Vincent rivela la propria concezione sulla Natura, razionale eppure misericordiosa, e in grado per questo di fargli trovare una donna con cui sposarsi.
Dopo il parto Sien e Vincent vissero insieme ed egli, preso da un instancabile zelo missionario, pensò anche di sposarla, sperando di sottrarla alla sua triste condizione. Scrisse al pittore van Rappard: «Quando la terra non viene messa alla prova, non se ne può ottenere nulla. Lei, è stata messa alla prova; di conseguenza trovo più in lei che in tutto un insieme di donne che non siano state messe alla prova dalla vita».
Van Gogh, con la frequentazione di Sien, contrasse tuttavia la gonorrea e fu ricoverato in ospedale dove – secondo le lettere a Theo – eseguì un ritratto, andato perduto, del dottor Cavenaille, il medico che lo ebbe in cura. Se Sien riuscì con l’aiuto di Vincent a emanciparsi dalla prostituzione, è pur vero che le conseguenze di questo recupero furono gravissime: i guadagni derivanti da tale attività, infatti, scomparvero ed il pittore, per non fare la fame, fu costretto ad abbandonare momentaneamente i pennelli, oppresso com’era da problemi finanziari pesantissimi.
«Non posso vivere facendo maggiori economie di quante già non ne faccia, ho economizzato tutto il possibile; ma il lavoro si sta sviluppando particolarmente in queste ultime settimane e riesco a malapena a controllarlo ormai – voglio dire, le spese che comporta […] La mia costituzione fisica sarebbe abbastanza buona se non avessi dovuto digiunare tanto a lungo, ma si è sempre trattato di scegliere, o digiunare o lavorare meno e ho sempre scelto la prima soluzione, ma ora sono troppo debole. Come faccio a reagire? Ciò ha un tale influsso, chiaro ed evidente, sul mio lavoro che non vedo il modo di andare avanti»
(Lettera 259 )
La situazione si fece ben presto insostenibile per entrambi: Vincent, da un lato, non voleva più soffocare le proprie aspirazioni artistiche e quindi tornò a dipingere, convinto com’era dell’inutilità dei suoi tentativi di redenzione dell’amata, mentre Sien, stanca di vivere di stenti, ritornò a prostituirsi, con grande rammarico del pittore. Alla fine van Gogh comprese come il suo destino e quello di Sien fossero inconciliabili e, spronato da Théo, lasciò la donna. Il naufragio dei suoi progetti familiari spronò Vincent a dedicarsi con maggiore assiduità all’arte: nel settembre del 1883, come se volesse fuggire dalle sue responsabilità, andò a vivere nel nord dei Paesi Bassi, nella Drenthe, regione ricca di torbiere, spostandosi spesso e ritraendo gli operai e i contadini della regione mentre sono intenti nel duro lavoro. Si recò anche a Nieuw-Amsterdam e a Zweeloo, sperando invano di conoscere il pittore Max Liebermann che aveva abitato nei dintorni. In compenso, la gita a Zweeloo venne da lui immortalata in vari disegni e in una vivissima lettera a Théo. Isolarsi dal mondo, tuttavia, non era la soluzione ai suoi problemi: lo stesso Vincent ne era consapevole, e non sopportando più la solitudine nel dicembre del 1883 tornò a vivere con i genitori, che nel frattempo si erano trasferiti a Nuenen, nel Brabante.
«Vincent si è ormai lasciato alle spalle gli anni della formazione. Ha trent’anni …» commenta il Metzger «… purificato dal fervore religioso e dal bisogno di sacrificarsi per il prossimo, dal sogno di una vita familiare e dalla delusione di un abbandono annientante, ha recuperato in sé una sorta di superiorità che gli consente di sviluppare la propria arte indipendentemente dalle condizioni in cui vive. A Nuenen crea presto i primi capolavori, i primi “Van Gogh”».
TESTO DA :
https://it.wikipedia.org/wiki/Vincent_van_Gogh
Che belli questi quadri e che tormenti ci sono dietro!