Giuseppe Caliceti ( Modena, 1964 – vive da sempre a Reggio Emilia ) è un maestro elementare che insegna a Reggio Emilia da oltre trent’anni. È autore di numerosi libri per bambini, ragazzi e adulti. Nel 2003 ha vinto il premio di narrativa Elsa Morante L’Isola di Arturo. È l’inventore e il responsabile del servizio comunale Baobab/Casa della letteratura italiana per ragazzi di Reggio Emilia, che da oltre quindici anni fa incontrare i più importanti autori italiani con classi di studenti delle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado e dell’università. È il papà di Gioia Sofia.
DA : https://www.topipittori.it/it/autore/giuseppe-caliceti
Ha un blog :
https://www.ibambiniciparlano.it/
IL MANIFESTO DEL 15 APRILE 2021
https://ilmanifesto.it/parliamo-della-canzone-guantanamera/
Parliamo della canzone «Guantanamera»
I bambini ci parlano. La rubrica che dà voce ai più piccoli
Giuseppe Caliceti
EDIZIONE DEL15.04.2021
PUBBLICATO14.4.2021, 23:59
Mi spiegate l’ultima canzone che abbiamo imparato? Quando abbiamo letto e spiegato il testo? Quando vi ho fatto vedere il video?
«Il video era quello di Zucchero, un cantante che conosceva anche mio padre. Io invece no, ma lui sì». «È una canzone bellissima! A me è piaciuta molto!» «A me è piaciuta la storia, però era difficile da cantare». «Sì, un po’ è difficile, però ce l’abbiamo fatta anche questa volta!» «È una canzone…. Non è una canzone italiana». «Infatti lui, Zucchero, la cantava insieme a quelli con la pelle marroncina. Non nera, ma un po’ nera». «Sì, marroncina. Come T. Infatti lei non viene dall’Africa, ma da Santo Domigo. Tua mamma la conosceva questa canzone?» Sì. La sapeva. La sa cantare anche lei. Però in spagnolo, non in italiano».
«Zucchero è italiano, però». «Cosa vuol dire? Uno può cantare anche delle canzoni che non sono del suo paese». «Anche perché poi le parole le puoi cambiare e la musica… Insomma, la musica è sempre la stessa. È sempre uguale». «Anche a me è piaciuta perché ha un bel ritmo, quando la senti dopo ti viene voglia di cantarla e di ballare». «Anche le ragazze che aiutavano Zucchero a cantarla, avevano la pelle marroncina, infatti, non la pelle tutta bianca». «Poi erano bellissime e cantavano benissimo».
Mi spiegate il racconto della canzone?
immagine dal suo blog —
«È la canzone del suo amore». «Il racconto è la sua storia, cioè che lui è una ragazzo sincero e dice che ama lei». «Lei ci hai detto che è una contadina. Il paese è Guanta. Come è?» «Il paese si chiama Guantanamera. No, Guantanamo. Perciò il ritornello dice che lei è la contadina del paese di… Di quel paese lì». «Per me era bellissima, perché lui se no non si innamorava». «Dove cresce la palma vuol dire che lui è nato nel paese delle palme, dove crescono le palme». «Lui dice che coltiva una rosa e la rosa è come un segno dell’amore. Allora è per questo che si capisce che lui la ama». «Ma non era la rosa rossa che vuol dire che la ami?» «No, non importa, tutte le rose. Non importa il colore. È sempre un simbolo dell’amore». «Sì, un segno, ho capito, come un anello». «Anche l’anello è un simbolo dell’amore? No, del matrimonio». «Ma se si sposano, si amano, no?» «Infatti lui, alla fine, dice che non coltiva per lei un’altra pianta, un altro fiore. Dice che non coltiva l’ortica perché poi punge. E anche il…» «il cardo, l’altra pianta che abbiamo visto sulla lim. ( = lavagna interattiva multimediale ) – Perché ha un fiore anche lei ma non è bello come la rosa….»
Poi abbiamo cercato di capire l’altra cosa del versi…
«Sì, che i versi sono come le righe di una canzone. Cioè, che i versi delle poesie sono come i versi delle canzoni, cioè non scrivi fino alla fine ma vai a capo prima, così sono più lunghi e fai prima a finire». «Ah, quando alla lim ci hai fatto vedere il colore!» «Il colore cremisi acceso vuol dire…. Rosso… Come il rosso della rosa… Perché la rosa poi è sempre quella dell’amore eccetera eccetera…» «Poi quando lui dice che lei vuole strappargli il cuore, non è veramente così, è solo un modo di dire che io lo sapevo già: vuol dire che la ama tanto che è come se il suo cuore ha una calamita e va fuori e va da lei».
Spiegate bene perché dice che la sua vita è ferita…
«Perché si sente male, se la vede. Forse perché lei non lo ama». «O forse lo ama, non c’è scritto. Forse è solo perché lui la ama molto».
Se i vostri genitori vi chiedono perché il maestro vi ha fatto imparare questa canzone cosa rispondete?
«Che era per San Valentino, la festa degli innamorati». «Sì, perché qui nella canzone c’era lui che parlava dell’amore per lei, per la contadina. Era molto innamorato, per me. A me è piaciuta molto». «Io nel disegno ho fatto lei, lui, la rosa bianca, che non la ho colorata, e poi anche il cuore rosso perché anche il cuore è un segno dell’amore». «Anche a me è piaciuta molto. Anche quando noi bambini abbiamo provato a ballarla. Però… Però le femmine erano più brave di noi a ballarla». «Io avevo vergogna e non ho ballato». «Io ho imparato come si ballava questa canzone ascoltando la musica e guardando come ballavano le ragazze del video che abbiamo visto all’inizio».
https://www.youtube.com/watch?v=4JsJJd70xSM
GUANTANAMERA
Yo soy un hombre sincero
De donde crecen las palmas
Yo soy un hombre sincero
De donde crecen las palmas
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma
Guantanamera
Guajira Guantanamera
Guantanamera
Guajira Guantanamera
Mi verso es de un verde claro
Y de un carmin encendido
Mi verso es de un verde claro
Y de un carmin encendido
Mi verso es un ciervo herido
Que busca en el monte amparo
Guantanamera, guajira
Cultivo la rosa blanca
En junio como en enero
Qultivo la rosa blanca
En junio como en enero
Para el amigo sincero
Que me da su mano franca
Guantanamera, guajira
Y para el cruel que me arranca
El corazon con que vivo
Y para el cruel que me arranca
El corazon con que vivo
Cardo ni ortiga cultivo
Cultivo la rosa blanca
Guantamera, guajira
Con los pobres de la tierra
Quiero yo mi suerte echar
Con los pobres de la tierra
Quiero yo mi suerte echar
El arroyo de la sierra
Me complace mas que el mar
Guantanamera, guajira
TESTO IN ITALIANO
Sono un uomo sincero
Della terra delle palme
Sono un uomo sincero
Della terra delle palme
E prima di morire voglio
Far nascere i miei versi dall’anima
Guantanamera
Guajira guantanamera
Guantanamera
Guajira guantamera
Il mio verso è di un verde chiaro
E di un cremisi acceso
Il mio verso è di un verde chiaro
E di un cremisi acceso
Il mio verso è un cervo ferito
Che cerca rifugio nel monte
Guantanamera guajira.
Coltivo una rosa bianca
A giugno come a gennaio
Coltivo una rosa bianca
A giugno come a gennaio
Per l’amico sincero
Che mi dia la sua mano libera
Guantanamera guajira…
E per colui che mi strappa
Il cuore che mi fa vivere
E per colui che mi strappa
Il cuore che mi fa vivere
Non coltivo né cardo né ortica
Coltivo una rosa bianca
Guantanamera guajira
Con i poveri della terra
Voglio condividere la mia sorte
Con i poveri della terra
Voglio condividere la mia sorte
Il ruscello della sierra
Mi seduce più del mare
Guantanamera guajira…
testo e traduzione da :
http://www.salsaschool.it/testi-traduzioni/guantanamera—testo-e-traduzione_20.html
Guantanamera è una canzone popolare cubana di grande fama internazionale, le cui origini risalgono al XIX secolo.
Il testo della canzone è stato eseguito alternando il ritornello Guantanamera, guajira guantanamera, ripetuto due volte, ad ognuna delle quartine della poesia. Versos sencillos è una raccolta del poeta ed eroe nazionale cubano José Martí, che la scrisse durante le Guerre d’Indipendenza dalla Spagna. Divenne poi simbolo della lotta contro l’Imperialismo e contro gli Stati Uniti d’America, divenendo uno dei canti della Rivoluzione socialista di Fidel Castro e simbolo di lotta e giustizia sociale.
Nel 1993 la musica è stata attribuita dalla corte suprema di Cuba al popolare personaggio radiofonico degli anni trenta José Fernández Diaz, meglio noto come Joseíto Fernández.
Secondo alcune fonti l’origine di tale musica era il bolero creolo in uso attorno al 1830 nella zona di Guantánamo, nella Cuba orientale, che a sua volta affondava le sue origini nella passacaglia spagnola di 100 anni prima, una lenta danza in tempo triplo basata su uno schema armonico che si ripeteva su quattro o otto battute. Nella versione di Guantánamo del 1830 l’esecuzione alla chitarra di tale schema collegava l’aria alla montuna, che era il tipo di bolero suonato nella Cuba orientale, distinto da quello che si suonava in altre zone cubane, chiamato son.