ANTONELLA NAPOLI, Turchia, torna libero lo scrittore Ahmet Altan dopo 4 anni e mezzo di carcere– ARTICOLO 21- 15 APRILE 2021 + qualcosa sullo scrittore turco liberato

 

Articolo21

15 APRILE 2021

Turchia, torna libero lo scrittore Ahmet Altan dopo 4 anni e mezzo di carcere

 

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ahmet altan

 

Ahmet Altan (Ankara, 2 marzo 1950) è un giornalista e scrittore turco, editorialista dei giornali HürriyetGüneşMilliyet e Yeni Yüzyıl, fondatore nel 2007 del quotidiano Taraf che affrontava i più grandi tabù in Turchia come il genocidio degli armeni e la discriminazione contro i curdi.

Dopo il tentato colpo di stato del 15 luglio 2016 contro il regime di Recep Tayyip Erdogan, il giornale è stato chiuso con decreto governativo e Altan arrestato, insieme al fratello Mehmet, con l’accusa di cospirazione e di far parte del movimento di Fethullah Gülen, in esilio negli Stati Uniti. È stato processato e condannato in un primo tempo, nel febbraio 2018, all’ergastolo, e successivamente liberato dal carcere il 14 aprile 2021 per annullamento delle condanne da parte della Corte Suprema turca.

Suo padre era Çetin Altan (1927-2015), scrittore, pubblicista e dal 1965 al 1969 rappresentante nel Parlamento turco del partito laburista. Il fratello minore di Altan, Mehmet Altan, è professore di economia all’Università di Istanbul e autore di diversi libri di saggistica politica.

Nell’aprile 1995, durante il suo periodo al giornale Milliyet, Altan ha fatto ricorso ad un gioco mentale per progettare un paese, chiamato Kürdiye (invece di Türkiye), in cui i turchi erano oppressi e assimilati dai curdi. Così in questo gioco Mustafa Kemal non era un turco nato a Salonicco, ma era visto come un curdo nato a Mosul. E dopo la Guerra d’Indipendenza aveva ricevuto il titolo onorifico di Atakürd (padre dei curdi) al posto di Ataturk (padre dei turchi). In questo paese sognato da Altan, l’esistenza di un popolo turco è stata negata ed è quindi stata sottoposta a una politica di assimilazione forzata. Con questo gioco mentale Altan ha voluto attirare l’attenzione sul problema curdo in Turchia. Per questo articolo Ahmet Altan è stato arrestato, quindi rilasciato e condannato a 18 mesi di carcere dalla Corte per la sicurezza di Stato. In seguito al ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, la condanna è stata in seguito convertita in una multa.

Nel 2007 fonda e dirige il quotidiano Taraf con un’impronta decisamente dissidente nei confronti del governo. Nel settembre 2008 Altan pubblica un articolo, intitolato “Oh, Mio Fratello”, dedicato alle vittime del genocidio armeno. È uno scandalo: viene attaccato dal partito di estrema destra Great Union Party, quindi accusato, in base all’articolo 301 del codice penale turco, di “denigrazione” della nazione turca.

Ahmet Altan e il fratello Mehmet sono stati arrestati con l’accusa di aver diffuso “messaggi subliminali” sull’imminente colpo di stato del 14 luglio.  “Messaggi subliminali” diffusi alla vigilia del colpo di stato in una trasmissione televisiva in diretta su un canale affiliato al movimento Gülen.  Ahmet Altan è stato inizialmente rilasciato dalla custodia della polizia, ma il pubblico ministero ha presentato appello con successo.

Autori, musicisti, artisti e accademici – tra cui tre vincitori di premi Nobel – hanno denunciato in una lettera aperta dopo l’arresto dei fratelli Altan “la campagna diffamatoria del governo”. I quasi 300 firmatari includono Orhan Pamuk, Elena Ferrante, Roberto Saviano, JM Coetzee, Nick Hornby, Herta Müller e Günter Wallraff. Si sono rivolti al governo turco e al pubblico per porre fine a quella che hanno definito la “vendetta contro i pensatori e gli autori più brillanti del paese”.

Il premio Nobel turco per la letteratura, Orhan Pamuk, ha scritto sul quotidiano italiano la Repubblica il 10 settembre 2016 riferendosi alle iniziative di Altan:

«Oggi in Turchia dire la verità è un atto di coraggio e di forza, come quelli che possiede Ahmet Altan. (…) La libertà di pensiero non esiste più. Stiamo passando a grande velocità da uno stato di diritto a un regime del terrore […] Sono pieno di rabbia ed esprimo la mia più acuta critica all’arresto dello scrittore Ahmet Altan, una delle penne più importanti del giornalismo turco, e di suo fratello Mehmet Altan, un rinomato accademico ed economista.»

 

Nel gennaio 2018, la Corte costituzionale turca ha ordinato il rilascio di Altan dopo tre anni di carcere, ma il tribunale penale lo ha respinto. Il 16 febbraio 2018, lo stesso giorno in cui il giornalista turco-tedesco Deniz Yücel è stato rilasciato dalla custodia, Altan (come altri cinque giornalisti turchi) è stato condannato all’ergastolo in quello che l’opposizione ha definito un processo-farsa.

Gli altri condannati sono suo fratello Mehmet Altan, il giornalista Nazlı Ilıcak e i giornalisti di Taraf  Şükrü Tuğrul Özşengül, Yakup Şimşek e Fevzi Yazıcı.

Il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, ha invitato la Turchia a rispettare le decisioni della propria Corte costituzionale.

 

Yasemin Çongar ritira il Geschwister Scholl Prize a nome di Ahmet Altan.

Il 4 novembre 2019, dopo che la condannata è stata ridotta a dieci anni di carcere in seguito alla decisione della Corte costituzionale di far cadere le accuse più gravi, Altan è stato rilasciato in libertà vigilata, ma è stato nuovamente arrestato otto giorni più tardi, il 12 novembre, a seguito delle obiezioni del Procuratore generale: “pericolo di fuga” e “non pieno pentimento”. Il Pen Club parla di “giorno nero per la giustizia” di Ankara, Amnesty International di “ingiustizia scandalosa”.

Il 7 gennaio 2020 è stato condannato a 5 anni e 11 mesi per “offese al presidente” e “propaganda del terrorismo”, condanna che si aggiunge a quella dei 10 anni.

Il 14 aprile 2021 è stato rilasciato dal carcere, dopo una sentenza della Corte di Cassazione turca che ha ribaltato la sua precedente condanna. Il giorno precedente una sentenza della Corte europea dei diritti umani aveva stabilito che la sua detenzione, durata oltre 4 anni, era illegittima e costituiva una violazione dei suoi diritti

 

DA : 

https://it.wikipedia.org/wiki/Ahmet_Altan

 

2018

Non rivedrò più il mondo è il messaggio che Altan lancia dalla sua cella: è un testo breve, che contiene molti universi. È uno scioccante diario di prigionia, dall’irruzione della polizia in casa di Ahmet e del fratello Mehmet fino alla notizia della condanna a vita in regime duro. È una galleria di personaggi e incontri miserabili in cui l’ingiustizia prende corpo e volto. È un inno all’immaginazione e al suo potere di evadere dalle quattro mura che la costringono riconquistando aria e spazio. È un ragionamento di straordinaria lucidità sui concetti universali di vita, morte, tempo, destino. È un elogio della scrittura come forma irrinunciabile di dignità dell’individuo. Da un lato, c’è un «corpo in trappola», dall’altro «una mente che non si curava e rideva di ciò che sarebbe accaduto al corpo, si credeva intoccabile ed era intoccabile ». Le parole di questa mente che non si rassegna al silenzio, strappate al regime di massima sicurezza, colpiscono come sassi e lasciano una traccia indelebile.

 

Come la ferita di una spada. Quartetto ottomano. Vol. 1 - Ahmet Altan - copertina

2018

Il primo volume della saga Quartetto ottomano, il capolavoro dell’autore turco Ahmet Altan sulla crisi e il crollo dell’Impero Ottomano.

 

Il secondo volume del Quartetto ottomano, l’affresco-capolavoro dello scrittore turco Ahmet Altan, segue le vicissitudini dei personaggi che avevamo conosciuto nel primo volume, Come la ferita di una spada. Ne emerge un affresco impressionante per potenza e vivacità della crisi dell’Impero ottomano all’inizio del ‘900, attraverso le storie intrecciate di personaggi vivissimi alle prese con amori tormentati, intrighi, giochi di potere e rivolte.

Questo secondo romanzo si apre subito dopo il tentativo di suicidio di Hikmet Bey, figlio del medico personale del sultano, mentre cerca di dimenticare la donna all’origine della sua tristezza, la sua sposa, la bellissima e superba Mehpare Hanım. Mentre in un ospedale di Salonicco Hikmet ritrova lentamente le forze e la voglia di vivere, le cose cambiano nella capitale ottomana. Il potere del sultano è minacciato, si prepara la rivolta, le strade di Istanbul diventano teatro di ogni violenza. Siamo alla vigilia di un episodio della fine dell’Impero: la controrivoluzione del 31 marzo 1909.

Il lettore si ritrova così trasportato in un affresco allucinante dove la Storia si svolge attraverso i ritratti e i destini di una moltitudine di personaggi a tutto tondo. Ciò che colpisce è anche l’attualità di questa storia. A oltre cent’anni di distanza da quegli eventi, la Turchia contemporanea resta alle prese con problemi e situazioni che vengono da quell’epoca e ancora ne portano i segni evidenti.

 

 

 

 

Cover: Scrittore e assassino - Ahmet Altan

Ambientato sulla costa mediterranea della Turchia, in uno scenario favoloso di mare, ulivi e vigne, ma anche teatro di conflitti ed emozioni violente, il romanzo di Altan racconta l’arrivo di uno scrittore in una cittadina lacerata da lotte tra bande per il controllo di traffici e del potere.

All’inizio l’uomo si tiene in disparte e cerca di approfittare della bellezza dei luoghi e della sua estraneità per ritrovare il filo della sua vocazione di scrittore, smarritosi dopo anni di successi e fallimenti. Ma la passione erotica incontrollabile per una donna che si rivelerà al centro delle lotte locali lo spinge a entrare nel gioco delle alleanze e degli scontri armati.

Mentre gli avvenimenti si tingono del nero dell’odio e dell’avidità, e del rosso della passione e della sensualità, il protagonista riesce a mantenere uno spazio di riflessione e di confronto con Dio sui grandi temi del destino e del libero arbitrio, per capire quanto il suo mestiere di costruire trame somigli a quello del Creatore.

Un’atmosfera e una vicenda che ricordano quelle di un altro capolavoro letterario: Il minotauro di Benjamin Tammuz.

 

 

2018

Il volumetto che pubblichiamo si apre con una lettera al presidente turco in cui 51 premi Nobel chiedono la scarcerazione di Ahmet Altan e il ristabilimento dello stato di diritto in Turchia.Seguono tre straordinari documenti scritti dall’autore recentemente condannato all’ergastolo. Si tratta di tre memorie difensive in cui Altan, in uno stile chiaro, efficace e letterario, difende le idee di giustizia, di onestà, di legalità e mette in ridicolo non solo le accuse contro di lui ma anche il sistema corrotto e violento che sta trascinando il suo paese verso la dittatura.Capovolgendo la situazione che lo vede nel banco degli imputati, Altan scrive: “Giudicherò coloro che, a sangue freddo, hanno ucciso il sistema della giustizia consentendo l’arresto di migliaia di cittadini innocenti. Non ho il potere di punire la gente né d’incarcerarla e, in ogni caso, non vorrei mai avere questo potere. Ma ho il potere di svelare l’omicidio, di identificare l’assassino, di mostrare le armi sanguinarie usate per questo infido delitto e di raccontare i crimini che sono stati commessi”.

Il ricavato delle vendite di questo libro andrà, tolte le spese di produzione e distribuzione, all’autore. La casa editrice non tratterrà nulla.

 

 

 

 

 

 

 

Turchia, torna libero lo scrittore Ahmet Altan dopo 4 anni e mezzo di carcere.

 

Antonella Napoli

 

Ahmet Altan è finalmente libero. Dopo quattro anni e mezzo di ingiusta detenzione l’editorialista e scrittore turco è potuto tornare dalla sua famiglia. Nella serata di oggi i figli Kerem e Senem lo hanno atteso fuori dal carcere e lo hanno riabbracciato per poi accompagnato a casa nel quartiere di Kadikoy a Istanbul.

La Corte Suprema d’appello della Turchia ha ordinato il rilascio di Altan, revocando la sua condanna per terrorismo e motivando la sentenza citando gli anni di custodia cautelare già scontati dal giornalista. Altan ha così potuto lasciare la prigione di massima sicurezza di Silivri di  Istanbul, dove era detenuto dal 2016.

Il verdetto arriva il giorno dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva stabilito che la detenzione preventiva di Altan era basata su elementi insufficienti a provare un legame con chi ha organizzato il tentativo di colpo di Stato nel luglio del 2016, e ha condannato la Turchia per violazione del diritto alla sua libertà di  espressione.

La Corte europea ha dunque riconosciuto quella che si era configurata da subito come una vera e propria persecuzione da parte delle autorità di Ankara a causa di un suo presunto coinvolgimento nel fallito colpo di Stato del 2016.

“Non c’è alcuna prova che le azioni” di Altan “fossero parte di un piano per rovesciare il governo turco”, hanno detto i giudici della Corte che hanno anche rilevato violazioni nelle disposizioni previste dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo sulla liberta’ di espressione.

La Corte per i diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa ha accolto la richiesta del’avvocato di Altan, Figen Calikusu, che aveva presentato un ricorso a fine 2019, condannando Ankara al pagamento di un risarcimento di 16 mila euro nei confronti del giornalista, ma ha rigettato la tesi di una carcerazione a sfondo politico.

Altan era stato condannato a 10 anni di carcere, mentre 8 anni e 9 mesi erano stati inflitti alla collega e noto volto televisivo Nazli Ilicak. Le condanne erano state chieste dal pubblico ministero, che aveva chiesto la fine del processo per il fratello di Ahmet Altan, l’economista e accademico Mehmet, gia’ libero da giugno 2018.

Richieste formulate in un secondo processo che ha avuto luogo nel 2019, dopo che la sentenza di condanna all’ergastolo emessa nei confronti dei 3 nel marzo 2018 era stata rovesciata dalla suprema corte d’appello turca a luglio. I tre erano finiti sul banco degli imputati con l’accusa di essere affiliati alla rete golpista di Fetullah Gulen, ritenuto la mente del tentato golpe del 15 luglio 2016 e di aver utilizzato una trasmissione televisiva per anticipare il golpe.

La Corte Suprema d’appello turca, con una sentenza separata, ha annullato anche la condanna per terrorismo contro Nazli Ilicak, condannato all’ergastolo nel 2018 insieme ad Altan per ”tentativo di rovesciare l’ordine costituzionale”.

Noti oppositori e critici del presidente turco Recep Tayyip Erdogan,  sono stati accusati di sostenere il movimento fondato da Fethullah Gulen, che Ankara considera un’organizzazione terroristica e  responsabili del tentato golpe di cinque anni fa.

Ma oggi la liberazione di Altan e una buona notizia anche per tutti loro.

 

 

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Ho appena dato il benvenuto ad Ahmet Altan … Primo passo verso la libertà …

 

foto dal twitter :

Figen AlbugaÇALIKUŞU
@FigenCalikusu

https://twitter.com/FigenCalikusu/status/1382388835095547908/photo/1

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