LAURA PUTTI foto JOSEF KOUDELKA ( MAGNUM ) ::: Josef Koudelka la fotografia è un’arte nomade– REPUBBLICA DEL 6 APRILE 2017 ++ALTRO

 

 

JOSEF KOUDELKA NEL 2014

 

Koudelka.jpg

JOSEF KOUDELKA A VENEZIA NEL 1986

 

 

 

Josef Koudelka (Boskovice, 10 gennaio 1938) è un fotografo ceco.

Lavorò come ingegnere aeronautico a Praga e Bratislava, mentre già si interessava di fotografia. Iniziò a ottenere commissioni da riviste di teatro, e in questo modo, con una vecchia Rolleiflex, iniziò a fotografare con regolarità il dietro le quinte delle produzioni sceniche del Teatro di Praga.
1967 Koudelka decise di rinunciare alla carriera di ingegnere per dedicarsi completamente alla fotografia.

 

È molto nota la testimonianza fotografica che ha offerto sulla fine della Primavera di Praga: Koudelka era rientrato da un viaggio per un servizio fotografico sugli zingari della Romania, appena due giorni prima dell’invasione sovietica, nell’agosto 1968. Svegliato da una telefonata si precipitò in strada mentre le forze militari del Patto di Varsavia entravano a Praga per soffocare il riformismo ceco. I negativi di Koudelka lasciarono Praga seguendo canali clandestini, nelle mani dell’agenzia Magnum Photos, e finirono per essere pubblicate sul periodico The Sunday Times, in maniera anonima, contrassegnate unicamente dalle iniziali P.P., sigla di Prague Photographer (“fotografo di Praga”), nel timore di rappresaglie contro di lui e la sua famiglia.

Le sue immagini di quegli eventi divennero drammatici simboli internazionali. Nel 1969 l'”anonimo fotografo ceco” fu premiato con la Robert Capa Gold Medal dell’Overseas Press Club, per la realizzazione di fotografie che richiedevano un eccezionale coraggio.

Solo 16 anni dopo, alla morte del padre, le sue fotografie furono accreditate con il suo nome.

 

( la biografia prosegue dopo le foto )

 

Invasion 68 Prague Josef Koudelka

 

 

 

 

 

 

Invasion 68 Prague Josef Koudelka

 

 

 

 

 

Invasion 68 Prague Josef Koudelka mostra palermo

 

 

FOTO DELL’INVASIONE RUSSA DEL  ’68 A PRAGA SONO DEL LINK:

 

https://www.themammothreflex.com/wp-content/uploads/2019/01/Invasion-68-Prague-Jo

 

 

continua la biografia::

 

Grazie all’interessamento della Magnum presso le autorità britanniche, poté ottenere un visto per lavoro di tre mesi con cui volò nel 1970 in Inghilterra, dove fece richiesta di asilo politico. Nel 1971 entrò nell’agenzia fotografica Magnum Photos e vi rimase per più di una decade. Nomade nel cuore, continuò a vagare per l’Europa armato della sua fotocamera e con poco altro.

Negli anni settanta e ottanta, Koudelka proseguì il suo lavoro grazie al sostegno di numerosi riconoscimenti e premi, continuando ad esporre e pubblicare importanti progetti come Gypsies (1975, il suo primo libro) e Exiles (1988, il secondo).

 

Signed; Josef Koudelka - Gypsies - 1975 - Catawiki

 

 

Exiles: Amazon.it: Koudelka, Josef, Delpire, Robert: Libri in altre lingue

 

CHAOS: Amazon.it: KOUDELKA JOSEF: Libri in altre lingue

 

Tutti i libri acquistabili di Josef Koudelka | MUSA FOTOGRAFIA

 

 

L'archeologia nell'archeologia: le fotografie di Koudelka a Roma - ArtsLife

 

 

Dal 1986 ha lavorato con una fotocamera panoramica e una selezione delle foto ottenute è stata pubblicata nel libro Chaos, del 1999. Koudelka ha pubblicato oltre una dozzina di libri di sue fotografie, inclusa la più recente opera, il volume retrospettivo Koudelka, del 2006.

 

Amazon.it: Koudelka - Delpire, Robert - Libri in altre lingue

 

Nel 1987 divenne cittadino francese, mentre poté tornare per la prima volta in Cecoslovacchia solo nel 1991. Il risultato del suo rientro in patria fu Black Triangle, un’opera in cui documentava il paesaggio devastato del suo paese.

 

 

 

EDITORE CONTRASTO, 2020

 

 

 

Amazon.it: The Black Triangle. The Foothills of the Ore Mountains - Josef Koudelka - Libri

 

Nel 1994 fu invitato al seguito del regista Theo Angelopoulos, impegnato nelle riprese del film Lo sguardo di Ulisse, compiendo con lui, fino alla morte di Gian Maria Volonté, un itinerario attraverso Grecia, Albania, Jugoslavia e Romania.

 

 

Instants de cinéma en streaming direct et replay sur CANAL+ | myCANAL

 

 

Koudelka risiede in Francia e a Praga. È padre di tre figli, ciascuno nato in un paese diverso: una figlia in Inghilterra, un’altra figlia in Francia, Lucina Hartley Koudelka e un figlio in Italia, Nicola Koudelka.

 

LA BIOGRAFIA PUBBLICATA SOPRA E’ DI WIKIPEDIA :

https://it.wikipedia.org/wiki/Josef_Koudelka

 

 

 

 

REPUBBLICA DEL 6 APRILE 2017

https://www.repubblica.it/r2-fotorep/2017/04/06/news/josef_koudelka_la_fotografia_e_un_arte_nomade-162311242/

 

Invasion 68 Prague Josef Koudelka

 

Josef Koudelka la fotografia è un’arte nomade

di LAURA PUTTI

foto JOSEF KOUDELKA* / MAGNUM PHOTOS

 

Molti anni fa, quando a scuola qualcuno chiese al piccolo Nicola Koudelka il mestiere di suo padre, il bambino rispose: “È un nomade”. Tutti i reportage fotografici di R2

Francia. Hauts-de-Seine. Parc de Sceaux. 1987.

 SCEAUX – IL CASTELLO

 

 

Sceaux è un comune francese nell’Ile de France ( Dipartimento Haut-de-Seine ), famoso per il suo castello che ha un grande parco

Foto di Sceaux: Immagini e fotografie

il castello

FOTO DI JOSEF KOUDELKA DA REPUBBLICA

Grecia, 1983

Francia. Parigi. 1980.

Irlanda. Aran Island. 1972.

UN’OCCHIATA VELOCE ALLE ISOLE ARAN

Turismo in Aran Islands nel 2021 - recensioni e consigli - Tripadvisor

Le isole Aran (Oileáin Árann in irlandese, Aran Islands in inglese) sono un gruppo di tre isole situato all’imbocco della baia di Galway, nella Repubblica d’Irlanda.

 Sono note per i siti antichi che vi sorgono.

Crociera di Aran Islands e Cliffs of Moher , Galway - 2021

JOSEF KOUDELKA — DI LAURA PUTTI / REPUBBLICA, link sopra

 

Josef Koudelka è uno dei fotografi più grandi del mondo, ma nella percezione del suo figlio italiano – che oggi ha ventidue anni – era un uomo senza fissa dimora. Un vagabondo. Uno zingaro. Come chiamare altrimenti uno che per diciassette anni non ha mai pagato un affitto di casa? Uno che durante la bella stagione girava il mondo con lo zaino e il sacco a pelo a bandoliera, proprio come le macchine fotografiche, e in inverno squattava case di amici e il pavimento dell’ufficio parigino della Magnum per mettere in ordine le foto scattate nei sei mesi più caldi? Diventato fotografo durante uno dei grandi avvenimenti della Storia, Koudelka non è stato mai un cronista. Che il 21 agosto 1968 si trovasse in piazza San Venceslao quando i carri armati russi soffocarono la Primavera di Praga fu un caso, un azzardo. Quel giorno una sua amica gli aveva telefonato alle quattro del mattino urlando: Sono arrivati i russi! Nessuno ne aveva la certezza. Ma il trentenne Koudelka, indeciso fino a quel momento tra la carriera di ingegnere aeronautico – era arrivato a Praga da un villaggio di quattrocento anime per poter fare l’università – e quella di fotografo, prese la rudimentale Exakta, le pellicole cinematografiche tagliate a misura di rullino e diventò una leggenda. La fotografia all’inizio del testo, il braccio maschile davanti alla spianata di San Venceslao, è una delle immagini simbolo della repressione di quel socialismo così diverso dal modello sovietico: l’orologio indica l’ora di quella che avrebbe dovuto essere una manifestazione di protesta il giorno dopo l’invasione sovietica. L’appuntamento del 22 agosto era in realtà una trappola, una provocazione di Mosca per radunare gente in piazza e poter scatenare incidenti che avrebbero giustificato l’ingresso dei soldati sovietici a Praga. Grazie a un passaparola nessuno si presentò, e la foto lo testimonia. L’anno scorso Josef Koudelka ha donato al Centre Pompidou settantacinque fotografie, l’intera serie di Exils, libro pubblicato nell’88, uno dei suoi tre capolavori (con la serie Gitani del ‘75 e con Invasione. Praga ‘ 68 del 2008).

Sono gli scatti di un esule in giro per l’Europa con poco denaro e senza bagaglio. Di uno che, nella vita, non si è mai fermato per più di tre mesi nello stesso posto. “Dall’esilio non si torna mai” dice il fotografo che, fuggito da Praga nel ‘70 e accolto come rifugiato politico in Gran Bretagna, rimase apolide fino all’87, quando divenne cittadino francese. Dal suo esilio permanente ha portato fotografie in bianco e nero, e inquadrature severe, rigorose; panorami nei quali l’uomo sembra spesso perduto, e una bellezza essenziale e solitaria. La tristezza profondissima di chi parte per sempre. Di quell’esilio il Centre Pompidou ha fatto una mostra, la prima in Francia dopo quasi trent’anni.

 Intitolata “Josef Koudelka. La fabrique d’Exil”, la mostra resterà aperta fino al 22 maggio. Su un’ottantina di foto, la metà sono quelle della serie Exils: dalla Spagna all’Irlanda, dalla Francia alla Gran Bretagna, Scozia, Galles, al Portogallo, fino all’Albania, alla Romania, all’Italia. Le altre sono alcuni inediti e una serie di autoscatti in varie situazioni di bivacco. Foto di libertà: l’uomo che scatta ha il tempo che serve, nessuno l’aspetta da qualche parte. Per dormire gli basta srotolare il sacco a pelo nello spazio del mondo. Perfino gli zingari, racconta Koudelka, pensavano che fosse più povero di loro. Oggi, a 79 anni, Josef Koudelka ha due case: una appena fuori Parigi, l’altra nel centro di Praga. E ci è improvvisamente apparso a colori nel bel documentario Koudelka. Shooting Holy Land del regista israeliano Gilad Baram che per quattro anni lo ha seguito mentre fotografava il muro tra Israele e Palestina.
È passato su Artè qualche settimana fa.

JOSEF KOUDELKA

Koudelka è nato a Boskovice, nella Repubblica Ceca, nel 1938. Nell’agosto 1968 documentò l’invasione sovietica di Praga con una serie di scatti che sono entrati nella storia. Nel 1971 entrò nell’agenzia fotografica Magnum Photos; nel 1987 è diventato cittadino francese ed è tornato in patria solo nel 1991. Oggi vive vicino Parigi, ma passa parte dell’anno nella sua casa nel centro di Praga

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1 risposta a LAURA PUTTI foto JOSEF KOUDELKA ( MAGNUM ) ::: Josef Koudelka la fotografia è un’arte nomade– REPUBBLICA DEL 6 APRILE 2017 ++ALTRO

  1. i. scrive:

    “Dall’esilio non si torna mai”: mi sembra una bellissima frase.

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