CESARE PAVESE E BIANCA GARUFI — un primo approccio—+ due poesie dalla raccolta ” La terra e la morte ” di Cesare Pavese

 

 

 

Fuoco grande - Cesare Pavese,Bianca Garufi - copertina

Fuoco grande

 Cesare Pavese, Bianca Garufi

Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili. Scrittori
Anno edizione: 2008
Formato: Tascabile
In commercio dal: 1 dicembre 2008
A cura di
  • Mariarosa Masoero

 

Questo testo fu ritrovato, postumo, fra le carte di Pavese: è il romanzo, incompiuto, di un amore e di un segreto, scritto a quattro mani con un’amica (la stessa cui sono dedicati i Dialoghi con Leucò). Silvia ritorna a Maratea dopo lungo tempo, accompagnata da Giovanni, con cui ha una relazione. Ad attenderla, però, c’e un segreto di famiglia fino ad allora assai ben conservato. Con un procedimento davvero originale per la nostra letteratura, Cesare Pavese e Bianca Garufi raccontano, a capitoli alterni, il punto di vista di Giovanni e quello di Silvia. I fatti sono i medesimi, le versioni divergono.

Un gioco di specchi a due voci dove si rifrange una sola storia, una delle piú forti e aspre narrate da Pavese.

 

 

Una bellissima coppia discorde. Il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi (1945-1950).: A cura di Mariarosa Masoero. (Centro di studi di letteratura ... - Saggi e testi Vol. 20) (Italian Edition) eBook: Cesare Pavese, Bianca Garufi: Kindle Store - Amazon.com

 

Una bellissima coppia discorde.

Il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi (1945-1950)

 

Curatore: M. Masoero
Editore: Olschki
Collana: Centro studi lett. it. Piemonte Gozzano
Anno edizione: 2011
Pagine: XVI-166 p., ill.
20 euro, prezzo pieno
Curatore: M. Masoero
Editore: Olschki
Collana: Centro studi lett. it. Piemonte Gozzano
Anno edizione: 2011
Pagine: XVI-166 p., ill.
LA STAMPA DEL 24 NOVEMBRE 2011

Pavese: cantami o Circe

Raccolto per la prima volta il carteggio completo dello scrittore con Bianca Garufi, la donna che più ha influito sulla sua creatività

 

Pavese: cantami o Circe

LORENZO MONDO
(Torino,  1931) è un critico letterario, scrittore e giornalista italiano. Ha vinto il Premio Grinzane Cavour Cesare Pavese per la saggistica nel 2006 con Quell’antico ragazzo. Vita di Cesare Pavese.

Bianca Garufi, si sa, è stata la donna che più ha contato per Cesare Pavese dal punto di vista creativo. Anche per questo appare stimolante metterla a confronto con lui attraverso il loro carteggio pubblicato per la prima volta nella sua completezza. Ne va dato merito a Mariarosa Masoero che, avvalendosi della confidenza ottenuta in vita da Bianca, ha potuto disporre delle carte postume e in particolare delle lettere, mettendo a frutto per il ricco apparato di note il suo talento investigativo ( Una bellissima coppia discorde , a cura di Mariarosa Masoero, Olschki, 162 pagine, 20 euro).

 

Sicché nulla ormai ci sfugge di questo importante segmento della biografia pavesiana. Il carteggio prende avvio dal 1945, a ridosso del «magnifico autunno» che vide nascere a Roma l’amore tra Cesare e l’avvenente siciliana, e si conclude nel 1950, con accenti di placata lontananza.

L’esordio del loro rapporto, prima ancora che avvampasse la passione, sembra suggerire un mutuo riconoscimento di natura intellettuale: «Hai un modo di dire le cose – scrive Pavese – che fa venire in mente i graffiti preistorici: qualcosa di tranquillamente familiare e insieme mitologico». È quasi il preannuncio del comune interesse per il mondo delle origini, che troverà espressione nei Dialoghi con Leucò . La donna lascerà intendere di avere ispirato il primo di essi, Le streghe : «Ti dicevo ogni tanto di prenderti Circe e di manipolarla a piacere». La manipolazione letteraria arriva a identificare Bianca con l’antica maga, a prestare le sue fattezze all’Artemide della Belva : «Una magra ragazza selvatica», con «quegli occhi un poco obliqui, occhi fermi, trasparenti, grandi dentro». Un’aura mitica che ricorre nel breve, intenso canzoniere dedicato a lei («Terra rossa, terra nera / tu vieni dal mare…»), poesie che Cesare scrisse «per l’amore e il dolore di me».

Sono le trasposizioni di un legame che si è fatto d’un subito intimo e travolgente: «Tu sei veramente una fiamma che scalda ma bisogna proteggere dal vento. A volte non so se un mio gesto tende a scaldarmi o a proteggerti. Anzi allora m’immagino di fare le due cose insieme e questa è tutta la mia e la tua tenerezza come una cosa sola».

È il momento in cui Pavese intravede la possibilità di una dedizione assoluta, che riscatti ogni contrarietà, del rapporto sessuale, del temperamento, della sua stessa masochistica ombrosità. Ma la donna, dopo una parentesi di «carnale convivenza», rilutta davanti alle profferte di matrimonio, insiste a considerarlo «un’anima gemella», sostiene di provare per lui «un sentimento familiare che so come fra fratelli e sorelle o come appartenenti alla stessa razza». Il brusco distacco avviene con il primo gennaio 1946, quando Bianca rassegna le dimissioni dalla casa editrice Einaudi (dove entrambi lavorano alla sede romana). Delibera di ritirarsi in una Casa della Salute a Uscio, presso Genova, dove riflettere, in una solitudine pressoché monacale, sulla propria vita. In questi mesi intrattiene una fitta corrispondenza con Cesare per scrivere a quattro mani il romanzo «bisessuato» che uscirà postumo con il titolo di Fuoco grande . L’applicazione alla scrittura, e il magistero che esercita su Bianca, valgono per Pavese come compensazione al fallimento amoroso. Non sopporta tuttavia la sua irrequietezza, lo scoraggiamento, «l’andazzo di sfiorare un’occupazione e poi mollarla, more solito ».

Bianca, che è tentata dal lavoro di traduzione e non rinuncerà a scrivere romanzi, racconti, poesie, non ne fa come Cesare una ragione di vita («Io sono una scrittrice – afferma con ironia – come tu sei un essere umano»). Già sta maturando in lei la svolta che la porterà, dopo lunghi studi, a praticare la psicoterapia junghiana. Per Cesare, invece, la letteratura – quasi con valore di scambio – ha l’assolutezza che pretendeva dall’amore.

Nonostante le consuete bruscherie e reprimende, non mancherà di esserle vicino quando sarà afflitta dalla cattiva salute e dalle ristrettezze economiche, sforzandosi di corrispondere all’insistente richiesta di non dissipare l’antica dolcezza. Ma le lettere vanno diradandosi. L’ultima conservata, del 3 febbraio 1950, è di Cesare. È stato a Roma, ma non ha trovato il tempo di incontrarla. Qualcuno gli ha detto di avere visto la donna venuta dal mare rivestita di un camice bianco: «… facevi non so se la chirurga o la psicanalista». Una coda la troviamo nel diario di Bianca, in cui affiora un vago senso di colpa: «Ho scritto, su queste pagine, che Pavese si è suicidato? (…). Pavese, sciocco, non potevi farti aiutare? Io forse, adesso, ti potevo aiutare».

 

 

 

Bianca Garufi (Roma, 21 luglio 1918 – Roma, 26 maggio 2006) è stata una scrittrice, poetessa e psicoanalista italiana.

 

Nasce a Roma da una famiglia aristocratica siciliana. La mamma Giuseppina Melita, donna di forte temperamento e refrattaria a regole precostituite, unica sopravvissuta della sua numerosa e ricca famiglia dal terremoto che colpì Messina nel 1908, ebbe sulla giovane scrittrice una marcata influenza a livello sia caratteriale – come riconosce già in Romanzo Postumo “più mi ribellavo, più le somigliavo” – sia culturale, diventando una delle più importanti psicoanaliste junghiane dell’ultimo scorcio di secolo. Vive gli anni dell’infanzia in collegio a Roma e le lunghe vacanze estive a Letojanni vicino Taormina e Siracusa.

Da quest’amore per la Sicilia e i suoi abitanti, nasce anche un forte attaccamento alle loro tradizioni e spesso nei romanzi della Garufi ci sono descrizioni così minuziose che fanno ben intendere una conoscenza diretta di tutti gli usi e costumi di questa popolazione, come si può notare in due suoi libri Fuoco Grande (1959) e Il Fossile (1962).

Durante la seconda guerra mondiale, Bianca Garufi è a Roma e partecipa alla Resistenza accanto a Fabrizio Onofri, figura carismatica e storica del Partito comunista italiano e considerato, fino al 1956 dopo l’uscita dal partito per i fatti d’Ungheria, il successore di Palmiro Togliatti. Si ritrovano assieme ad altri “ribelli” in una bottega a Ponte Milvio, il quartier generale dove si erano organizzati per poter portare aiuto a quelli che in quel momento si trovavano in difficoltà e perseguitati. Ma l’aiuto, pur sostenuto da un ideale politico quale il marxismo, veniva dato, soprattutto dalla Garufi, non tanto per una sua militante azione politica e nemmeno per il potere, ma per pura umanità. La Garufi infatti era una donna riservata che non amava mettersi in evidenza e, come dice parlando di se stessa, “Je suis infâme au public“.

 

CONTINUA NEL LINK :

https://it.wikipedia.org/wiki/Bianca_Garufi

 

 

 

 

ore 21:48 CESARE PAVESE —DUE POESIE DALLA RACCOLTA “LA TERRA E LA MORTE ” (ANNI 1945-1946 )

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1 risposta a CESARE PAVESE E BIANCA GARUFI — un primo approccio—+ due poesie dalla raccolta ” La terra e la morte ” di Cesare Pavese

  1. i. scrive:

    Che belle le due poesie!

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