VENTO DI PRIMAVERA, TRAILER–++ FILM COMPLETO IN ITALIANO, un film del 2010 diretto da Roselyne Bosch con Jean Reno e Mélanie Laurent + NOTIZIE + DUE CRITICHE

 

 

 

 

 

Vento di primavera (La rafle) è un film del 2010 diretto da Roselyne Bosch con Jean Reno e Mélanie Laurent. Il film racconta la retata del Velodromo d’Inverno (avvenuta a Parigi il 16 luglio 1942), nella quale ci fu un arresto di massa degli ebrei, effettuato dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’operazione di rastrellamento.

Interpreti e personaggi

  • Jean Reno: Dottor David Sheinbaum
  • Mélanie Laurent: Annette Monod
  • Gad Elmaleh: Schmuel Weismann
  • Raphaëlle Agogué: Sura Weismann
  • Hugo Leverdez: Jo Weismann
  • Mathieu Di Concerto e Romain Di Concerto: Nono Zygler
  • Oliver Cywie: Simon Zygler
  • Sylvie Testud: Bella Zygler
  • Anne Brochet: Dina Traube
  • Denis Ménochet: Corot
  • Roland Copé: Maresciallo Petain
  • Jean Michel Noirey: Pierre Laval
  • Rebecca Marder: Rachel Weismann
  • Adèle Exarchopoulos: Anna Traube
  • Catherine Allégret: Concierge “Tati”
  • Thierry Frémont: Capitano Pierret
  • Jean-Pierre Lorit: Dottor Jousse
  • Frédéric Moulin: René Bousquet
  • Isabelle Gélinas: Hélène Timonier
  • Armelle: Direttrice della scuola infermiere
  • Caroline Raynaud: Paule Pétiveau
  • Charlotte Driesen: Charlotte Weismann
  • Sandra Moreno: Lucienne
  • Maurice Vaudaux: Abate Bernard
  • Salomé Sebbag: Louise Zygler
  • Nastasia Juszczak: Renée Traube
  • Udo Schenk: Adolf Hitler
  • Thomas Darchinger: Heinrich Himmler

 

 

 

 

 

 

Trama

Nella notte fra il 15 e il 16 luglio del 1942, il destino degli ebrei subisce un repentino cambiamento in seguito ad un accordo tra i nazisti e le autorità francesi per l’arresto e la deportazione di 15.000 ebrei, accordo che porta al rastrellamento del Velodromo d’Inverno (Vélodrome d’Hiver). Il quartiere della Butte Montmartre non sfugge a questa sorte, anzi la famiglia di Joseph Weissmann, un bambino ebreo di dieci anni, ed i loro vicini vengono arrestati dopo aver provato a fuggire in diversi modi.

Dopo due giorni, gli ebrei vengono portati in un campo di transito a Beaune-la-Rolande nel dipartimento della Loira. Affamati e deboli, gli ebrei affrontano condizioni durissime. L’infermiera Annette dimostra un grande coraggio perché cerca di denunciare le condizioni degli ebrei (segue per esempio la dieta dei prigionieri) e dopo qualche giorno si presenta debole e stanca dal prefetto a cui aveva più volte reso nota la situazione attraverso le sue lettere che erano rimaste tutte senza risposta. Pochi giorni dopo, i genitori ed i bambini più grandi vengono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz; solo i più giovani rimangono con la speranza di un loro ritorno che non si verificherà. Annette deve raddoppiare gli sforzi, nonostante la fatica, per prendersi cura di loro.

 

 

Personaggi

  • Un’infermiera, inviata al Velodrome d’Hiver, capisce la drammatica situazione della popolazione ebraica catturata nella retata; in seguito, accetta di seguire i deportati al campo di Loiret. Il personaggio è tratto dalle interviste di Annette Monod, l’infermiera che decise di seguire gli internati fino ai campi di concentramento.

  • Il personaggio del piccolo Nono Zygler fu inventato grazie al racconto di Annette Monod, che raccontò del suo protetto, un bambino di tre anni di nome Jacquot, di cui non si ebbero più notizie dopo la liberazione. Il piccolo Nono pronuncia alcune frasi di Jacquot, che la sua protettrice non ha dimenticato.

  • Joseph Weismann è il bambino che riesce a scappare dal campo, subito prima del trasporto al campo di sterminio. Joseph Weismann è uno dei superstiti che Roselyne Bosch è riuscita a contattare nella fase di documentazione che ha preceduto le riprese. La regista, dopo aver visto un’intervista a Weismann, ha spedito una lettera al suo indirizzo del ’40, sperando in una sua risposta o in quella di un membro della sua famiglia, che sorprendentemente è arrivata qualche giorno più tardi. Il superstite le raccontò alcuni particolari della vicenda, anche se con molta difficoltà a causa del dolore che provava.

  • David Scheinbaum, il medico ebreo a cui erano affidate le cure di tutti gli internati. Questo personaggio fu inventato grazie a frammenti di vita di vari medici di cui la regista venne a conoscenza durante le sue ricerche.

 

 

Regia

La regista Rose Bosch ha deciso di creare un film sul rastrellamento del Vel’ d’Hiv dato che la famiglia del marito, di origine ebraica, aveva vissuto a Montmartre vicino alla famiglia di Weismann (il bambino protagonista del film). Inoltre, suo padre fu detenuto in uno dei campi di internamento di Francisco Franco. La fase di documentazione che ha permesso di portare sullo schermo la retata del Vélodrome d’Hiver ha occupato un lungo periodo di intenso lavoro, in cui la Bosch ha visionato materiale video, trasmissioni radiofoniche e libri e archivi. La ricerca è durata circa tre anni, tra le 7 e le 9 ore al giorno, cinque giorni a settimana.

 

 

DA : 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Vento_di_primavera_(film_2010)

 

 

CRITICA I

 

Il film di Rose Bosch Vento di primavera arriva nei cinema per celebrare l’ annuale Giornata della memoria riservata alla Shoah. E’ la sua funzione principale, civile e didascalica, ma la forza delle emozioni che sprigiona si fonda anche su una robusta qualità narrativa. Non un capolavoro (come Arrivederci ragazzi di Malle, per esempio) ma un’ opera densa di valore. Nella Francia piegata e occupata dai nazisti e governata dal fantoccio collaborazionista maresciallo Petain, il 16 luglio 1942 vennero rastrellati e deportati 13mila ebrei parigini. Si tratta di una ricostruzione sia pur con molte libertà di fantasia: resta saldo il riferimento a fatti e persone assolutamente veri. La regista vuole dare la misura della convivenza tra buoni e cattivi comportamenti nella popolazione francese. Non fa sconti alle responsabilità gravi ma rende anche l’ idea della varietà e della presenza di atteggiamenti umani e giusti. È prova storica del fondamento di questa prospettiva il fatto che a fronte di una richiesta quasi doppia da parte delle autorità tedesche sfuggirono alla retata dei solerti funzionari francesi quasi altrettanti ebrei, trovando rifugio presso cittadini non ebrei. L’ aspetto più mostruoso dell’ episodio, al centro del film, è l’ enorme numero di bambini coinvolti. Dei 13mila deportati solo poche decine sopravvissero, tra loro nessuno degli oltre 4mila bambini. Il film tiene a mostrarci in parallelo alla vita quotidiana di persone normali e indifese, quella dei massimi responsabili: Hitler e Himmler, Pétain e il suo primo ministro Laval. L’ effetto, soprattutto nel mettere in scena Hitler, è parodistico e caricaturale. E indebolisce il film. I personaggi sono molti ma spiccano quello di un medico ebreo interpretato da Jean Reno e quello di un’ infermiera non ebrea (protestante) interpretato da Melanie Laurent che molti ricorderanno in Bastardi senza gloria di Tarantino. Ma l’impatto emotivo più forte viene dai piccoli protagonisti che la regista ha saputo scegliere con sapienza. Facendo loro vivere la vicenda secondo lo stesso spirito che animava La vita è bella di Benigni.

Resta inquietante la questione della macchia che disonora la Francia: non tutti sanno che ospitò campi di concentramento simili a quelli di sterminio dell’ Europa orientale. Resta sospeso l’ interrogativo sulla possibilità che una minore acquiescenza e una maggiore capacità di unirsi e reagire avrebbe potuto produrre risultati diversi. Simbolico, e non inventato, è l’ episodio dell’ intervento dei pompieri all’ interno del Velodromo d’ Inverno – l’ impianto sportivo parigino che come servì come luogo di concentrazione degli arrestati prima del loro invio al destino finale – per portarvi acqua e conforto trasgredendo gli ordini di polizia. Un film da guardare con rispetto. Che non si limita a farci versare qualche lacrima per osservanza di un’ occasione rituale, ma ci costringe a interrogarci sul male che è stato commesso, che si poteva non commettere, che potrebbe ancora essere commesso e anzi è stato e viene ancora commesso.

 

Autore critica:

Paolo D’Agostini

Fonte critica La Repubblica

Data critica:29/1/2011

 

 

 

La giornalista-produttrice Rose Bosch colma oggi con Vento di primavera (La rafie) una lacuna storica che dovrebbe provocare ancora vergogna e in patria ha interessato 3 milioni di spettatori indignati. Documentata e discreta, l’autrice racconta nel film il rastrellamento degli ebrei francesi ad opera dei tedeschi e dei connazionali collaborazionisti del regime di Vichy, a Parigi, all’alba del 16 luglio ’42. (…) E pochissimi i superstiti, come si evince dalla storia raccontata come un thriller di guerra con attenzione ‘truffautiana’ alle psicologie violentate dei piccoli. (…) Risultato, un film di non scontato valore educativo morale, dove i divi entrano nel gruppo e giocano la partita della Storia insieme coi minorenni. Jean Reno è medico senza frontiere e Mèlanie Laurent, che già combatté i nazi con Tarantino in Bastardi senza gloria, si riserva la zona più sentimentale oliando i meccanismi del cinema della memoria, che è quasi come una tautologia.

Autore critica: Maurizio Porro

Fonte critica: Corriere della Sera

Data critica: 28/1/2011

 

 

 

https://www.comune.re.it/cinema/catfilm.nsf/PES_PerTitolo/396638980E9C12D7C12578DA00408573?opendocument

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3 risposte a VENTO DI PRIMAVERA, TRAILER–++ FILM COMPLETO IN ITALIANO, un film del 2010 diretto da Roselyne Bosch con Jean Reno e Mélanie Laurent + NOTIZIE + DUE CRITICHE

  1. Donatella scrive:

    Del film ricordo la condizione terribile delle persone trattenute nel velodromo. Le mattanze del Cile avevano precedenti terribili.

  2. Natalia Mascaro scrive:

    Ancora ci sono cose da conoscere per non dimenticarle, i testimoni sono ormai defunti, ho conosciuto una testimone la cara Settimia Spizzichino che non smetteva mai di raccontare la sua deportazione ed il suo ritorno .Grazie carissimi amici testimoni avete reso il mondo migliore con la vostra testimonianza. Quindi non solo la data del 27 Gennaio giornata della Memoria ma ogni giorno deve essere di memoria.

    • Chiara Salvini scrive:

      La ringraziamo per il suo bel contributo di memoria e di riflessione, a-rivederci presto. Devo confessare che al momento non ho ricordo di Settimia Spizzichino, sono anche vecchietta e la mia memoria è debilitata, ma andremo senz’altro a cercarla e ne parleremo con quelli che visitano il blog, anche in suo ricordo. Grazie di avercela ricordata! chiara per il blog

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