ANPI III Municipio Roma “Orlando Orlandi Posti”
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“Camerati, oggi è il giorno in cui dobbiamo mostrare al viceré la nostra dedizione reagendo,
e sterminando gli etiopici per tre giorni. Per tre giorni vi do carta bianca per sterminare gli etiopici e fare di loro ciò che vorrete.” #GuidoCortese #19febb1937
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Il massacro di Addis Abeba. Una vergogna italiana
Ian Campbell
Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente
Traduttore: Mariacristina Cesa, Nicolina Pomilio
Editore: Rizzoli
Collana: La grande storia
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 12 giugno 2018
Pagine: 660 p., ill. , Rilegato
25 euro prezzo pieno
Il racconto dettagliato e impressionante di una delle peggiori atrocità della storia coloniale del Novecento, per la quale nessun italiano è stato mai processato.
«La più autorevole ricostruzione di una barbarie troppo a lungo trascurata.» – Financial Times
«Il primo resoconto completo di un massacro che anticipa i crimini nazisti più che ricordare le atrocità dell’Europa coloniale. Da tempo il governo etiope ritiene che il suo popolo meriti delle scuse.» – The Economist
Ci sono pagine della storia d’Italia che conosciamo ormai a memoria, e altre su cui ancora non è stata scritta la parola “fine”. E poi ci sono le pagine dimenticate, relegate all’oblio perché troppo dolorose. Anche quelle, però, fanno parte del nostro passato. In questo caso, del nostro passato di “potenza imperialista”.
La mattina del 19 febbraio 1937, ad Addis Abeba, il viceré Rodolfo Graziani e le autorità italiane che da nove mesi governano un terzo dell’Etiopia celebrano la nascita del primo figlio maschio del principe Umberto di Savoia. Ma un gruppo d’insorti riesce a superare i controlli e, all’improvviso, otto bombe a mano seminano il caos tra quei notabili. Di fronte al bilancio – sette morti e decine di feriti, compreso lo stesso Graziani – il Duce ordina la repressione: “Tutti i civili e religiosi comunque sospetti devono essere passati per le armi”.
È così che si scatena uno dei massacri più ignobili della parentesi imperialista italiana: giorni di terrore, tra omicidi e saccheggi, durante i quali migliaia di innocenti vengono trucidati con sistematica brutalità. Repressione che culmina, nel maggio dello stesso anno, con l’eccidio di centinaia di monaci, preti e pellegrini cristiani della Chiesa etiope, tutti disarmati, radunati nel monastero di Debra Libanos.
Intanto, le Camicie nere ne approfittano per azzerare l’intellighenzia del Paese, in un vero e proprio pogrom. Con precisione accademica e passo narrativo, Ian Campell ricostruisce in questo saggio una delle atrocità meno conosciute del regime fascista, analizzandone premesse e conseguenze, senza fare sconti a nessuno. Prefazione di Richard Pankhurst.
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E pensare che il viceré Rodolfo Graziani, tra i personaggi più sanguinari della politica coloniale italiana, al suo paese natale ha un bel monumento che ne esalta le imprese!