http://www.mufoco.org/virgilio-carnisio-milano-1962-1972/
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VIRGILIO CARNISIO ( MILANO, 1938 )
Biografia: Virgilio Carnisio (Milano, 1938) si avvicina alla fotografia nei primi anni Sessanta con l’urgenza di fissare quei luoghi che stavano scomparendo nella sua città, Milano. Inizia un lavoro di documentazione analitica del capoluogo lombardo che tutt’oggi prosegue osservando le radicali trasformazioni in atto nella città. Della fotografia non ha mai fatto una professione, che avrebbe sentito costrittiva, e continua a fotografare ancora oggi per passione. Nel corso degli anni prosegue e affina la sua ricerca nell’ambito del reportage in bianconero di impostazione prevalentemente sociale, indagando diverse realtà, quali la Valsesia, l’Italia, l’Europa, l’Asia, fino all’America. Autore di oltre 25 libri fotografici, ha esposto in oltre 100 mostre collettive e 190 mostre personali in Italia ed all’estero ed è stato recensito sui principali quotidiani e su varie riviste. Le sue fotografie fanno parte di collezioni pubbliche e private.
IL SUO SITO CON LE FOTOGRAFIE
http://www.virgiliocarnisio.it/
ARHIVIO FOTOGRAFICO — CON TANTE FOTOGRAFIE BELLE
https://www.archiviofotografico.org/portfolios/virgilio-carnisio/
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Che bella questa Milano che abbiamo fatto in tempo a vedere.
da milanese recente apprezzo tuttora il fascino discreto della “brutta città che è la mia” (Dario Fo -Leo Chiosso- Fiorenzo Carpi)
Confesso che in quegli anni – ed anche prima, anche assai prima – sono stato spesso a Milano ed anche per tempi quasi lunghi, non una “toccata e fuga” insomma, eppure non ricordo nulla di quei luoghi che ora guardo con una nostalgia del tempo. Allora, pare, non avessi tempo per “vedere”. Ricordo solo un episodio – ma impossibile da dimenticare – . Ero a Milano per consegnare un servizio alla agenzia stampa e poi le sorelle Giussani/Diabolik , insieme ad un mio caro amico e fotografo Carlo Mascetti – che non può più leggermi da anni ormai, ciao Carlo – tutti e due forniti di una meravigliosa Hasselblad e tutte e due del mio amico. Io la tenevo inoperosa appoggiata al petto con la cinghia mentre Carlo ad un certo punto preso da pura follia cominciò a fotografare perchè aveva trovato “cosa e come ” fotografare. Ne usci, quando alcuni giorni dopo le visionammo, un bellissimo quadro della Milano assente ( così mi venne di chiamarla ), anche se era la Milano viva e quotidiana fatta di volti stanchi e sciupati, allegri e indaffarati, della bottega del verduraio che sfiorava con le verdure le rotaie del tram, il calzolaio e quel residuo di osterie dove si mangiava malissimo a prezzi doppi che a Roma 🙂 . Una Milano, insomma che so di aver visto bene quando avevo sei/sette anni ed ero a casa da mia nonna, ma, purtroppo, di allora poco ricordo se non che , per andare a Ronco Briantino prendevamo la corriera a Piazza Castello e tutti gli anni il luogo della fermata era sempre un po’ diverso 🙂 . E da lì andavamo in vacanza dalla prozia (sorella della nonna ) in Brianza.
E va bene, lo so, la mia solita tiritera ma quelle fotografe hanno smosso ricordi così offuscati da parere inesistenti e invece ci sono.
E’ vero, Milano è una brutta città molto amata.
CHE BELLO CHE OGNI TANTO RITORNI A QUESTA TUA ” CASETTA ” DI PERIFERIA ORMAI PASSATA, CIAO BEL ROBERTO ! NON FARCI MAI MANCARE LE TUE TIRITERE, COME LE CHIAMI TU, CHE SONO ASSOCIAZIONI LIBERE—MENTRE SI PROCESSANO NELLA MENTE, UN ABRACCIO GRANDE COME LA TUA ROMA. CH.