PEPI MERISIO, ” IL FOTOGRAFO CHE HA RACCONTATO IL NOVECENTO ” E’ MORTO IERI A BERGAMO A 90 ANNI — ERA NATO A CARAVAGGIO NEL 1931 — guardano le sue foto è impossibile non sentirlo vicino—

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO AUTORITRATTI ?

Giuseppe Merisio, noto come Pepi Merisio (Caravaggio, 1931 – Bergamo, 3 febbraio 2021), è stato un fotografo e fotoreporter italiano.

 

 

NOTIZIE KN BREVE SU IL FATTO QUOTIDIANO DEL 3 FEBBRAIO 2021 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/03/morto-pepi-merisio-addio-al-grande-fotografo-italiano-che-ha-raccontato-il-novecento/6088692/

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

Pepi Merisio: Fienagione a Cogne, 1959. © Pepi Merisio, g.c.

 

 

 

 

Merisio9

 

 

UNA SPOSA A VILLA D’ADDA, 1965. © Pepi Merisio, g.c.

 

 

 

 

 

 

Merisio10

 

 

 

 

 

 

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Pepi MerisioLe gerle, Teglio 1962

DAL FACEBOOK : ” GALLERIA VALERIA RELLA “, 13 MAGGIO 2018 –

https://www.facebook.com/valeriabellastampe/?__tn__=-UC*F

 

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

 

 

 

 

 

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

 

 

 

 

 

 

GIOCHI PERDUTI

 

 

 

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

IL GIOCO

 

 

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

 

 

 

 

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

 

IL GIOCO —

 

 

 

 

 

 

invito inaugurazione Pepi merisio - Forma Meravigli.indd

 

 

 

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

 

Pepi Merisio

 

 

 

 

 

Merisio, Le rogazioni, Valsassina 1960

Merisio, Le rogazioni, Valsassina 1960

 

 

Pepi Merisio è, con Ermanno Olmi, l’autore che forse meglio di ogni altro ha colto quel clima milanese degli anni ’60 in cui ogni segno dice della trasformazione, annusando e restituendo il passaggio dall’odore di campagna allo smog metropolitano.

Reporter che lavora su una qualità complessiva dell’immagine non retorica e non eloquente, scrutatore attento e capace di una partecipazione emotiva non simulata, Merisio lavora parimenti sul paesaggio e sulle persone.

Usa, sempre, un tono come sommesso, una sorta di pudore espressivo che si traduce nella saldezza pacata delle inquadrature, nell’implicazione di luci non forzate, in un gioco di pose che non teatralizza: per raccontare non serve sottolineare, non occorrono sovratoni. Basta ciò che si offre allo sguardo, se lo sguardo sia sufficientemente acuminato da saperlo cogliere.

L’autore mette in campo una sorta di simpatia, di autentica pietas verso le persone, e lascia che trapeli sereno l’amore che porta a questi luoghi, a una terra che ha carezzato e che lo ha carezzato. Per questo il percorso delle sue immagini si snoda come un ciclo che, allo sguardo d’oggi, ha il valore di una costruzione rapsodica, in cui ciascuno degli episodi è in se stesso una storia, e la tessera di un racconto ampio e compiuto.

 

 

Merisio, Emigranti, 1966

Merisio, Emigranti, 1966

 

DA :

FLAMINIO  GUALDONI BLOG ARCHIVE

http://flaminiogualdoni.com/?p=4760

 

 

 

 

DALLA :

 

MOSTRA ANTOLOGICA / PEPI MERISIO

https://www.labottegalab.com/mostra-antologica-pepi-merisio/

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

 

 

 

 

 

Merisio2

 

 

 

 

 

 

MOSTRA ANTOLOGICA / PEPI MERISIO

 

 

 

 

 

Merisio3

 

 

 

 

 

Merisio4

 

 

 

 

 

 

Merisio5

 

 

 

 

 

Merisio6

 

 

 

 

 

Merisio8

 

 

 

 

 

 

Merisio12

 

 

 

 

 

Merisio14

 

 

 

 

 

Merisio15

 

 

 

 

 

Merisio16

 

 

 

 

 

 

Merisio17

 

 

 

 

 

 

Merisio18

 

 

 

 

 

 

Merisio19

 

 

 

 

 

Merisio20

 

 

 

 

 

Merisio21

 

 

 

 

 

Merisio22

 

 

 

 

 

 

 

Merisio24

 

 

 

 

 

 

Merisio25

 

 

 

 

 

 

 

 

Merisio26

 

 

 

 

 

 

 

Merisio27

 

 

 

 

 

 

Merisio28

 

 

 

 

 

 

Merisio29

 

 

 

 

 

Merisio30

 

 

 

 

 

 

Merisio31

 

 

 

 

 

Merisio32

 

 

 

 

 

 

 

Merisio33

 

 

 

 

 

Merisio34

 

 

 

 

 

 

Merisio35

 

 

 

 

Pepi Merisio appartiene al mondo che ha fotografato, a quella civiltà che ha potuto guardare con la macchina fotografica e riprendere, nella sua semplice e sacrosanta verità senza contraffare o cambiare niente, senza adattare le inquadrature a idee ed opinioni altrui. In questa raccolta che presentiamo, c’è una dimensione temporale sempre presente, lo scorrere dei giorni verso il passato, e il passato che ritorna trasformato in una immagine. Il tempo lavora anche sulle fotografie, le nobilita di quella consistente patina di ricordo, di momenti vissuti, di emozione interiore che solo ciò che è irrimediabilmente lontano, quasi perduto, riesce a darci. Ogni fotografia di Pepi Merisio è un contenitore di mille informazioni, di dolci e amare testimonianze: il piccolino sulle ginocchia della madre, il bimbo al banco di scuola, la sposa vestita di bianco che si guarda una smagliatura della calza, la veglia funebre nella vecchia camera matrimoniale. E’ questa, se la consideriamo una piccola sequenza di fotografie diverse ma collegate tra loro dall’universalità dei simboli, la storia essenziale della vita, quella che tutti più o meno abbiamo percorso o percorreremo, intersecandola con quella di altre persone. Molte di quelle immagini le ritroviamo a tracciare una linea di continuità tra il passato e il presente. Sostituendosi alle parole, ci parlano di valli, di monti, di pievi e di cattedrali, di lavoro e di tradizioni, ci mostrano sorrisi, speranze, rassegnazione, nel loro susseguirsi, compongono un racconto che ci riguarda e ci appartiene.

A cura di Serena Del Soldato e Libero Musetti

Testo di Giorgio Tani

 

 

 

Risultato immagini per PEPI MERISIO

Risultato immagini per PEPI MERISIO

2017 

 

Pepi Merisio OGGI

 

Pepi Merisio è nato a Caravaggio nella bassa bergamasca nel 1931 e comincia a fotografare da autodidatta nel 1947. Progressivamente protagonista del mondo amatoriale degli anni cinquanta, ottiene numerosi e prestigiosi riconoscimenti in Italia e all’estero. Nel 1956 inizia la collaborazione con il Touring Club Italiano e con numerose riviste: Camera, Realité, Photo Maxima, Pirelli, Look, Famiglia Cristiana, Stern, Paris Match e numerose altre.Nel 1962 passa al professionismo e l’anno seguente entra nello staff di Epoca, allora certamente la più importante rivista d’immagini italiana. L’ambito ideale della poetica di Merisio è, insieme con la grande tradizione contadina e popolare della provincia italiana, anche il variegato mondo cattolico. Nel 1964 pubblica su Epoca il suo grande servizio “Una giornata col Papa”, avviando così un lungo lavoro con Paolo VI. Dello stesso anno è il suo primo libro dedicato all’amico scultore Floriano Bodini.Da questo momento, mentre continua la collaborazione con le grandi riviste internazionali (celebrii tre numeri monografici di Du sul Vaticano, su Siena e sull’Italia cattolica) avvia un’intensa attività editoriale.Caposaldo, dichiarazione d’intenti e summa preventiva della sua attività di narratore per immagini è l’opera “Terra di Bergamo” in tre volumi, edita nel 1969 per il centenario della Banca Popolare di Bergamo. Da allora ha pubblicato oltre un centinaio di libri fotografici con editori diversi tra i quali Atlantis, Bar Verlag, Conzett e Huber, Orell Fiissli, Zanichelli, Electa, Silvana, Bolis, Editalia, Pubbliepi, Monte dei Paschi, Grafica e Arte, Lyasis e l’ECRA di Roma. Nel 1988 viene nominato dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) Maestro della Fotografia Italiana.Con Mario Luzi ha pubblicato nel 2002 il volume “Mi guarda Siena “ e, nel 2003, per il Centro Studi Valle Imagna, il volume “Per le antiche strade”. Nel 1972 la RAI gli dedica una puntata della trasmissione “Occhio come mestiere” curata da Piero Berengo Gardin. Nel 1979, per la Polaroid, esegue un reportage ora conservato nella Collection Polaroid International di Boston.Particolarmente significative le numerose mostre allestite in Italia e all’estero. Da ricordare le mostre alla Helmaus di Zurigo per i 50 anni di Atlantis (1980); 158 fotografie al Teatro Sociale di Bergamo (1985) e a Palazzo Barberini a Roma (1986); il Duomo guarda Milano all’Arengario (1986);la Valtellina alla Fiera di Milano (1988).Nel 1982 è l’Editoriale Fabbri che lo accoglie nella collana Grandi Fotografi; anche “Progresso fotografico” e “Foto Magazin” gli dedicano due numeri monografici.Professionista di assoluta affidabilità, autore ormai affermato e consacrato, Merisio si identifica perfettamente con i propri temi elettivi: da Bergamo (dove dal 1959 vive con la moglie, due figli e sei nipoti…) egli parte per il mondo riportandovi poi sempre le proprie immagini di solida classicità, compatte ed essenziali in una configurazione che è specchio del suo stile.

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a PEPI MERISIO, ” IL FOTOGRAFO CHE HA RACCONTATO IL NOVECENTO ” E’ MORTO IERI A BERGAMO A 90 ANNI — ERA NATO A CARAVAGGIO NEL 1931 — guardano le sue foto è impossibile non sentirlo vicino—

  1. Donatella scrive:

    Come una foto può raccontare una storia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *