FILM COMPLETO IN ITALIANO :: ” I DISPERATI DI SANDOR ” ( traduz. letterale : ” Poveri giovani ” )- UN FILM DEL 1964 DIRETTO DA MIKLOS JANCSO’ – durata : 1h 26 minuti ca + qualcosa sul regista

 

I disperati di Sandór (Szegénylegények) è un film del 1964 diretto da Miklós Jancsó.

Il film fa parte di una trilogia che comprende  L’armata a cavallo (1967) e Silenzio e grido (1968)

 

Interpreti e personaggi

 

  • János Görbe: János Gajdar
  • Zoltán Latinovits: Imre Veszelka
  • Tibor Molnár: Kabai
  • Gábor Agárdi: Torma
  • András Kozák: Ifj. Kabai
  • Béla Barsi: Foglár
  • József Madaras: Magyardolmányos
  • János Koltai: Béla Varju
  • István Avar: Vallató I
  • Lajos Öze: Vallató II

 

https://www.youtube.com/watch?v=8p707ZYM-Co

 

Trama

Ungheria, 1860. L’Austria ha ristabilito la sua egemonia schiacciando il movimento nazionalista di Luigi Kossuth. L’esercito raduna un gruppo di persone all’interno del quale sospetta la presenza di alcuni capi dell’insurrezione. Con l’inganno, i militari tentano di strappare ai ribelli l’identità dei seguaci del patriota Sándor Rózsa, uno dei leader dei moti del 1848, per giustiziarli.

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Ungheria, 1869. La polizia austro-ungarica, al comando del conte Raday, cerca di individuare, tra i gruppi di rivoluzionari del 1848 passati al brigantaggio, gli uomini – chiamati “i senza speranza” – del leggendario Sándor Rosza. Finiranno tutti sul patibolo. Presentato a Cannes 1966, il film impose il nome di Jancsó all’attenzione della critica internazionale e forma – con L’armata a cavallo (1967) e Silenzio e grido (1968) – una sorta di trilogia storico-rivoluzionaria. In tutti e 3 i film il regista isola un gruppo di personaggi in un luogo aperto e ne analizza i rapporti in una ieratica e geometrica azione, ritmata da lunghi, sinuosi piani-sequenza. All’insegna di un radicale pessimismo il suo codice poetico si definisce per una serie di rifiuti: dell’intreccio narrativo, degli aspetti più esteriori del realismo socialista (romanticismo, sentimentalismo, pompierismo epico), della psicologia, dell’illusione del realismo, dei moventi ideologici. La traduzione letterale del titolo è “Poveri giovani”.

DA :

https://www.mymovies.it/film/1965/idisperatidisandor/

 

 

DA :

 

MEDIA CRITICA — IL CINEMA RITROVATO- BOLOGNA 2013

I disperati di Sandor

 

 

Il Cinema Ritrovato, XXVII Edizione, 29 giugno – 6 luglio 2013, Bologna

Cinemascope claustrofobico

Nella sezione Bigger Than Life, il Cinema Ritrovato ha ospitato alcuni film europei contraddistinti dall’utilizzo del Cinemascope: tra questi l’impressionante I disperati di Sandor (1966, titolo internazionale The Round-Up) di Miklós Jancsó.

Nel film il confinamento e l’eliminazione sistematici dei rivoluzionari superstiti che parteciparono ai moti del 1848 per l’indipendenza di Ungheria rimandano esplicitamente alle conseguenze dell’invasione sovietica del ’56. Il susseguirsi dei pianisequenza è quasi impercettibile, ma non lascia scampo: il Cinemascope è perfetto per esaltare gli spazi e le rigorose geometrie, ma paradossalmente espande al massimo il senso di oppressione, nonostante la vastità degli spazi e l’orizzonte a perdita d’occhio ricordino certe

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inquadrature western. Nemmeno per un secondo le distese pianeggianti e il cielo sgombro comunicano un qualsivoglia senso di apertura o libertà, fosse anche come mero, speranzoso anelito. Nella stessa direzione va l’utilizzo di un sottofondo sonoro fatto di cinguettii e fruscii (la musica è totalmente assente) che piuttosto che naturali appaiono particolarmente stranianti, perché è impossibile ricondurli ad alcuna fonte visibile, e accrescono dunque la sensazione di dissociazione coatta rispetto alle ordinarie coordinate spazio-temporali. L’immensità degli spazi è l’estensione del metafisico deserto dell’umanità in cui i prigionieri si trovano rinchiusi: non c’è poi troppa differenza tra le anguste celle, i cortili e l’esterno, forme diverse della stessa trappola mortale. Il bianco e nero è tagliente e impietoso, le figure umane indistinti segni neri e bianchi oppure volti segnati che attendono la morte. I carcerieri non devono sforzarsi troppo per mettere in atto una tortura psicologica (quella fisica è quasi assente, si passa direttamente all’impiccagione): basta annullare l’identità perché gli istinti di sopravvivenza mettano l’uno contro l’altro; dimostrare incessantemente che non c’è via di fuga, che si può solo girare in tondo, incatenati e col volto coperto, mentre il tempo perde di senso e lo spazio si muta nel suo contrario. I disperati di Sandor è una lezione di cinema estremo e austero, impressionante e maestoso: quelli che si credono i protagonisti vengono spazzati via da un momento all’altro,  la prevaricazione (di una parte dell’altra, e dell’immagine sul tutto) è totale, la lezione della Storia, segnata dall’ultima scena, è tragica e cruda.

I disperati di Sandor [Szegénylegények, Ungheria 1966] REGIA Miklós Jancsó.

 

 

 

DOVE NACQUE IL REGISTA ::: A VAC

32 km a nord di Budapest

 

 

 

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VAC, FOTO TRIPADVISOR

 

 

Immigrazione / Ungheria, detenzione automatica per i richiedenti asilo · Immezcla

VAC E’ QUASI AL CONFINE CON LA SLOVACCHIA

 

 

Vàc  è un’antica città ungherese della provincia di Pest, sede episcopale cattolica  che sorge sulla riva sinistra del Danubio a 32 km a nord di Budapest e all’inizio dell’Ansa del Danubio.

...  Dopo la cacciata dei turchi, Vác si trasformò, grazie all’opera del vescovo italiano Cristoforo Migazzi, in una bella città barocca e tale è tuttora.

 

da :

https://it.wikipedia.org/wiki/V%C3%A1c

 

 

Vác – Veduta

VAC DAL DANUBIO

Ediedi – Opera propria

 

IL REGISTA MIKLOS JANCSO’– 1921 -2014

 

 

 

Miklós Jancsó, la poesia della rivoluzione | Paperstreet

Miklós Jancsó obituary | Film | The Guardian

 

Miklós Jancsó - Director - Films as Director:, Other Films:, Publications

 

Miklós Jancsó (Vác, 27 settembre 1921 – Budapest, 31 gennaio 2014) è stato un regista e sceneggiatore ungherese.

Miklós Jancsó nacque a Vác, nell’Ungheria Centrale, il 27 settembre del 1921 da padre ungherese, Sándor Jancsó, e da madre romena, Angela Poparada[1][2]. Dopo gli studi in un collegio religioso, dal 1939 al 1944 studia giurisprudenza, etnologia e storia dell’arte a Kolozsvár, in Transilvania (al secolo parte dell’Ungheria). In questo periodo l’Ungheria, alleata delle Potenze dell’Asse, viene occupata dall’esercito tedesco (19 marzo 1944).

Al termine del conflitto, studia cinema presso l’Accademia d’Arte Teatrale e Cinematografica di Budapest. Orientato verso i principi del socialismo, nel dopoguerra Jancsó aderisce ai cosiddetti collegi popolari, nati con lo scopo di rifondare la cultura e di creare una coscienza di classe nei figli dei contadini e degli operai per la costruzione di un’autentica “democrazia popolare”. In questo periodo gira numerosi cortometraggi documentaristici, alcuni dei quali maturati durante un viaggio nella Repubblica Popolare Cinese.

Nel periodo di incertezza politica della destalinizzazione, con la Rivoluzione ungherese del 1956 e l’ascesa al potere di Imre Nagy, si fa spazio la proposta di una fuoriuscita dell’Ungheria dal Patto di Varsavia e di una riduzione del ruolo ideologico e politico del Partito dei Lavoratori Ungheresi. Nell’autunno dello stesso anno, la rivolta guidata da Nagy sarà sconfitta dall’intervento militare dell’Armata Rossa. In questo difficile clima politico e culturale nasce il cosiddetto “Nuovo cinema ungherese”, di cui Miklós Jancsó sarà uno degli esponenti più autorevoli.

 

CONTINUA NEL LINK :

https://it.wikipedia.org/wiki/Mikl%C3%B3s_Jancs%C3%B3

 

 

 

 

RAI NEWS – 1 FEBBRAIO 2014

 

https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Vizi-privati-pubbliche-virtu-e-molti-piani-sequenza-addio-a-Miklos-Jancso-0c520c23-010a-4fdf-8901-e2cbfa3b1a60.html

 

 

” Vizi privati, pubbliche virtù” e molti piani sequenza: addio a Miklós Jancsó

È morto a 92 anni il regista ungherese Miklós Jancsó, vincitore del premio per la miglior regia al Festival di Cannes nel 1972 e celebre per i piani sequenza. Attivo anche in Italia tra anni ’60 e ’70 dove girò un film scandalo con la futura Cicciolina.

 

 

 

Miklós Jancsó, foto di Rita Molnár (wikipedia)

 

01 febbraio 2014

 

È morto a 92 anni il regista ungherese Miklós Jancsó, vincitore del premio per la miglior regia al Festival di Cannes nel 1972 per ‘Salmo Rosso’.

La morte di Jancso, sopraggiunta dopo una lunga malattia, è stata annunciata dall’Associazione dei registi ungheresi. 

Nato il 27 settembre 1921 a Vac, una cittadina a nord di Budapest, si diplomò in cinematografia nel 1951. Noto per i suoi lunghi piani sequenza e per rappresentare lo scorrere del tempo nelle sue epopee storiche attraverso i cambi di costume, Jancsó fu premiato a Cannes per il racconto delle rivolte contadine ungheresi del 19esimo secolo. 

Tra i più autorevoli esponenti del “Nuovo cinema ungherese”, Jancso conquistò la notorietà internazionale con la trilogia che comprende “I disperati di Sandór” (1964), “L’armata a cavallo” (1967), tratto dall’opera omonima del 1926 dello scrittore russo Isaak Babel, e “Silenzio e grido” (1968).

A Cannes nel 1975 fece scandalo con ‘Vizi privati, pubbliche virtù’  (soggetto e sceneggiatura erano dell’allora moglie italiana Giovanna Gagliardo) per le scene di nudo integrale: quella che per lui era una metafora dell’essere indifesi, gli attirò grande attenzione, pubblico e polemiche. ‘Vizi privati, pubbliche virtù’, in cui compare anche Ilona Staller non ancora nota come Cicciolina, fu uno dei film che il regista girò in Italia, dove si trasferì nel 1968 e dove rimase per dieci anni, prima di tornare a Budapest. 

Tra le altre pellicole italiane si ricorda la prima del 1970, ‘La pacifista’ con protagonista Monica Vitti.

Considerato uno dei grandi cineasti del 20esimo secolo a fianco di Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman, nel 1990 Jancsó venne insignito del Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia. Jancsó, che ricevette per due volte il premio Kossuth, più alto riconoscimento artistico in Ungheria, si separò dalla Gagliardo, conociuta a Budapest nel 1968 e con cui visse e lavorò per dieci anni a Roma, nel 1980, per sposare l’anno dopo Zsuzsa Csákány.

Negli anni successivi si dedicò soprattutto al teatro e alla televisione.

 

 

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1 risposta a FILM COMPLETO IN ITALIANO :: ” I DISPERATI DI SANDOR ” ( traduz. letterale : ” Poveri giovani ” )- UN FILM DEL 1964 DIRETTO DA MIKLOS JANCSO’ – durata : 1h 26 minuti ca + qualcosa sul regista

  1. Donatella scrive:

    Grazie per farci conoscere o ricordare questo grande regista. Tantissimi anni fa avevo visto “L’armata a cavallo”, ma credo di non avere capito niente per mancanza di basi.

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