EMANUELE LAURIA :: INTERVISTA :: Barca: “I manifestanti di Washington? Non limitiamoci a chiamarli criminali” –REPUBBLICA DEL 8 GENNAIO 2021 

 

 

REPUBBLICA DEL 8 GENNAIO 2021 

https://www.repubblica.it/politica/2021/01/07/news/intervista_a_barca-281597755/

 

Barca: “I manifestanti di Washington? Non limitiamoci a chiamarli criminali”

di Emanuele Lauria

L’ex ministro sotto tiro per un tweet: “Nessuno giustifica i tumulti ma le forze progressiste dovrebbero interrogarsi sulle disuguaglianze sociali alla base delle derive autoritarie. Le critiche del Pd? C’è un dibattito culturale in quel partito?”

08 GENNAIO 2021

“Non pensavo che una banalità facesse tanto scalpore”. A 24 ore dal tweet che legava i tumulti di Washington (anche) alle “enorme disuguaglianze sociali” degli Usa, l’ex ministro Fabrizio Barca deve fare i conti con una valanga di insulti social e con censure politiche. Si dice sorpreso solo in parte e di certo non ci sta a passare per incendiario.

La accusano di avere tentato di trovare una giustificazione all’assalto al Campidoglio.

“Solo qualcuno in malafede può confondere la giustificazione con la spiegazione. Quelli che non provano almeno a spiegare si limitano ad attribuire la rabbia dei manifestanti a comportamenti umani individuali e li dichiarano inevitabili. I giustificatori, è evidente, sono loro”.

Obiezione diffusa: gente che fa irruzione in un parlamento non può che essere definita anzitutto criminale.

“Ovvio che stiamo parlando di criminali, ma dopo che lo hai detto hai capito chi e cosa li ha condotti lì? Un pazzo? È solo un problema psicologico? O ti domandi pure perché un popolo ha eletto quel pazzo nel 2016 e ora gli ha dato 70 milioni di voti?”.

Già. Perché?

“Torniamo al punto. C’è un consenso che viene da territori che si sentono abbandonati o che più precisamente soffrono un prolungato declino economico e sociale. Non parliamo semplicemente di poveri, ma di persone che non si sentono riconosciute nei loro valori e nelle loro identità dalle classi dirigenti. I dem americani, i progressisti europei devono offrire a questo pezzo di popolo un’alternativa. Se non c’è, la rabbia sfocia nella ricerca di un Cesare. Parliamo di Trump ma è un fenomeno che, forse ce lo siamo dimenticati, riguarda anche l’Italia”.

 

Lei parla di forte tendenza autoritaria.

“Una dinamica pericolosa, al centro degli studi del forum Disuguaglianze Diversità. Per contrastarla bisogna capirla, come non riuscimmo a fare con il fascismo”.

Ma ha pensato che almeno la tempistica della sua analisi, con i tumulti in corso, potesse essere sbagliata?

“Ma su, tutti sapevamo cosa stesse per avvenire. Io mi sono solo chiesto. e non solo nelle ultime ore, quale consenso desse forza a chi scende in piazza. Ci sarebbe un’altra domanda: perché non hanno fermato chi protestava come hanno sempre fatto con Black Lives Matter?”

 

Eppure l’hanno attaccata anche i suoi ex compagni del Pd.

“Non sono sorpreso. C’è un dibattito culturale dentro il partito democratico?”.

 

Il deputato renziano Marattin l’ha liquidato con un “questo qui”.

“Bruttino, eh? Ma un segno dei tempi. Mi ha fatto piacere la solidarietà di persone con idee diverse dalle mie, Calenda e Pierluigi Battista: ho mandato loro un messaggio”.

Da possibile leader del centrosinistra a sospettato di simpatie repubblicane: un bel salto.

(ride) ” Ma io sono un rigoroso sanderiano…”.

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