FILM COMPLETO IN ITALIANO :: ” Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica ” DI DAMIANO DAMIANI DEL 1971 — durata : 1 h 40 minuti ca

 

 

Confessione di un commissario di polizia (Damiano Damiani, 1971 poster Francia) | The Savage Bunch

 

Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica è un film del 1971, diretto da Damiano Damiani.

 

Soggetto Damiano Damiani, Fulvio Gicca Palli

Sceneggiatura Damiano Damiani, Salvatore Laurani

Fotografia Claudio Ragona

Montaggio Antonio Siciliano

Musiche Riz Ortolani

Scenografia Umberto Turco

 

 

Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica ( 1971) - Film - Movieplayer.it

 

 

 

Interpreti e personaggi

  • Franco Nero: dott. Traini, sostituto procuratore
  • Martin Balsam: commissario Giacomo Bonavia
  • Marilù Tolo: Serena Li Puma
  • Claudio Gora: procuratore generale Malta
  • Luciano Catenacci: Ferdinando Lomunno
  • Giancarlo Prete: Giampaolo Rizzo
  • Arturo Dominici: Avvocato Canistraro
  • Michele Gammino: Michele Gammino
  • Adolfo Lastretti: Michele Li Puma
  • Nello Pazzafini: detenuto
  • Calisto Calisti: un mafioso
  • Wanda Vismara: cameriera di Traini
  • Adele Modica: Lina Paladino, amante di Bonavia
  • Roy Bosier: Giuseppe Lasciatelli
  • Giancarlo Badessi: Onorevole Grisì
  • Filippo De Gara: Nicotra, il sindaco
  • Giuseppe Alotta: detenuto
  • Paolo Cavallina: Se stesso
  • Gianni Palladino: agente di polizia
  • Giancarlo Palermo:

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=x7TRGCKJJsA

 

 

Confessions of a Police Captain (1971) - IMDb

 

Trama

Palermo, il commissario Bonavia induce, sotto la minaccia di un ricatto, a dimettere dal manicomio della città il pregiudicato Michele Li Puma; il commissario è al corrente di antico rancore di Li Puma nei confronti di Ferdinando Lomunno, un noto costruttore, stimato nella comunità e con amicizie politiche influenti, ma che nasconde in realtà un’intensa attività di carattere mafioso, che non è mai riuscito ad incriminare. Bonavia confida che, una volta uscito, Li Puma cercherà di rivalersi nei confronti di Lomunno che lo ha fatto rinchiudere con la complicità della sorella Serena, al tempo amante del costruttore, ed infatti il giorno dopo egli, travestito da poliziotto, fa irruzione nel suo studio sparando ed uccidendo tre sicari incaricati da Lomunno, nel frattempo avvertito, di aspettarlo, trovando a sua volta la morte.

Delle indagini viene incaricato, oltre a Bonavia, il Sostituto Procuratore della Repubblica Traini il quale viene messo immediatamente al corrente dal commissario dei rapporti intercorrenti tra Li Puma ed il costruttore e le conoscenze e le amicizie che quest’ultimo ha in seno alla politica ed alla pubblica amministrazione. Traini il giorno dopo riceve la visita dell’avvocato Canistraro che riferisce che Lomunno, resosi irreperibile, è disponibile a rispondere alle domande del Sostituto Procuratore ma solo a condizione che questi si rechi da lui, paventando un suo pericolo di vita nel caso di una fuga di notizie, a causa dell’ostilità della polizia ed in particolare del commissario; Traini informa a sua volta il procuratore della Repubblica Malta che lo autorizza ad incontrare Lomunno all’insaputa di Bonavia.

Durante il colloquio Lomunno lascia capire che non teme il commissario, ritenendosi viceversa preoccupato dai suoi “concorrenti”, ma una volta che il magistrato ha lasciato il luogo dell’incontro, viene raggiunto dall’avvocato, da un parlamentare e da un consigliere comunale che gli chiedono spiegazioni sul suo comportamento e facendogli capire che, in caso le cose dovessero complicarsi e dovessero emergere elementi che porterebbero alla luce le connivenze sul nuovo piano regolatore essi lo scaricherebbero. Lomunno reagisce con forza, lasciando intendere che non teme le loro minacce e che i voti che ha “regalato” ai politici può in ogni momento mandarli in altre direzioni e spiegando che l’inganno nei confronti del magistrato serve a fare in modo che sia lui ad orientare le sue indagini verso Bonavia ma si rifiuta di confidare agli “amici” il nome della persona che lo ha avvertito dell’arrivo di Li Puma.

I due inquirenti cominciano a studiarsi, diffidando reciprocamente l’uno dell’altro, arrivando anche ad intercettarsi le telefonate, fino a quando Bonavia rivela al Magistrato che la sua avversione nei confronti di Lomunno deriva dalla morte di un suo amico, il sindacalista Giampaolo Rizzo: un onesto rappresentante sindacale che in passato si era schierato apertamente contro il costruttore, subendo dapprima un attentato ed in seguito, accresciuta la sua popolarità, ucciso e sepolto in una cava dai sicari di Lomunno che, allo scopo di eliminare l’unico testimone, avevano ucciso anche un bambino che aveva assistito al delitto e che Bonavia aveva cercato di proteggere.

Traini lo accusa, ancora non formalmente, del tentato omicidio di Lomunno ma Bonavia entra in contatto con Serena che, avendo capito che Lomunno intende ucciderla al fine di eliminare l’ultimo testimone, si rende disponibile a testimoniare contro di lui, mentre il Magistrato viene informato dai medici del manicomio, spaventati dopo il rapimento del figlio di uno di loro, che è stato proprio Bonavia ad indurli a fare uscire Li Puma dall’istituto, sotto la minaccia di incriminarli per la loro mala gestione. A quel punto gli eventi sembrano precipitare e Bonavia, dopo essere stato messo sotto accusa, uccide Lomunno in un ristorante, lasciando al Magistrato la sua confessione, scagionando l’agente Gammino che, per proteggere il commissario, si era auto accusato delle intercettazioni telefoniche a Traini.

Questi nel frattempo inizia a ricostruire le attività criminose di Lomunno e dei politici a lui collegati e si mette a sua volta alla ricerca di Serena ma, dopo che la donna gli aveva telefonato, avendo saputo dalla televisione dell’arresto di Bonavia, grazie ad una spiata viene trovata dai sicari, uccisa e sepolta in un pilone di cemento, impedendo al Magistrato la possibilità di proseguire le sue indagini. Bonavia viene informato in carcere della sparizione di Serena e chiede a Traini chi fosse presente al momento in cui ha ricevuto la telefonata e questi risponde “il Procuratore Malta”, rifiutando decisamente l’illazione del commissario che l’alto magistrato possa essere implicato, ma venendo persuaso a proseguire le indagini “in ogni direzione”.

Bonavia viene ucciso in carcere durante una proiezione cinematografica e Traini, ormai convinto della connivenza di Malta, lo incontra in Tribunale fissandolo senza parlargli, lasciando intendere che non fermerà le sue indagini.

 

 

 

FOTOBUSTA CINEMA - Confessione Di Un Commissario Di Polizia ... - M. Tolo - 1971 - EUR 9,99 | PicClick IT

 

 

Riconoscimenti

  • Gran Premio 1971 al Festival di Mosca

 

 

CRITICA —

 

Damiani aveva già esplorato il campo poliziesco giudiziario meridionalistico nel “Il giorno della civetta”, e raggiunge qui un risultato di buon livello grazie a una solida sceneggiatura a due protagonisti ben assortiti. Un film senza sfumature, ma chiaro e coraggioso. (Francesco Mininni, Magazine italiano tv). Accuratamente disegnato tanto nei personaggi principali quanto in quelli di contorno, il film si avvale di un linguaggio asciutto ed essenziale, di un ritmo costantemente teso di un accorto dosaggio dei colpi di scena. (Segnalazioni Cinematografiche).

 

DA : https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/confessione-di-un-commissario-di-polizia-al-procuratore-della-repubblica/20448/

 

 

 

Scena del film "Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica" - Regia Damiano Damiani - 1970 - L'attrice Marilù Tolo davanti a un attore non identificato

MARILU’ TOLO

 

 

What are you going to do, tear down half the city – The New Inquiry

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