ORANGUTAN DEL BORNEO ALLA ZOO DI BERLINO
David Arvidsson
MAPPA DELLO ZOO DI BERLINO
L’orango del Borneo (Pongo pygmaeus Linnaeus, 1760) è una scimmia ominide, endemica del Borneo.
Ha una vita media dai 35 ai 40 anni in natura; in cattività può raggiungere i 60 anni.
I maschi arrivano ad una altezza di circa 1,4-1,7 m e pesano fino a 118 kg, mentre le femmine pesano intorno ai 50 kg. Gli arti anteriori sono molto più lunghi e forti di quelli posteriori, e possono addirittura toccare le caviglie quando l’animale è in piedi; l’apertura delle braccia può anche superare i 2 metri.
Nel loro habitat naturale gli oranghi trascorrono la maggior parte della vita sugli alberi, perché le loro zampe non sono adatte per camminare sul terreno. L’orango, utilizzando i rami degli alberi gode di un’ampia libertà di movimento. Le fronde degli alberi costituiscono anche un valido riparo: ogni notte l’orango le usa per costruirsi un giaciglio sospeso sopra il terreno.
L’orango è un animale capace di relazionarsi molto bene con l’uomo. Riesce ad apprendere dal comportamento dell’uomo ed è in grado di compiere azioni simili ad esso (piantare chiodi, tagliare un pezzo di legno con la sega, anche solo osservandolo). Si tratta comunque di animali fisicamente molto più forti dell’uomo, avvicinarne uno senza criterio potrebbe rivelarsi molto pericoloso.
UN PICCOLINO—
L’orango è un grande mangiatore di frutta. Il 60% della dieta è basato sulla frutta selvatica: litchi, frutti del rambutan, dell’albero del pane, manghi e il suo frutto preferito, il durian. Tuttavia, l’elemento più importante nella dieta dell’orango sono i fichi soprattutto perché nascono in diversi periodi dell’anno.
Quando l’orango trova frutti maturi, ne mangia fino a riempirsi per poi partire in cerca di un’altra fonte di cibo. Spesso capita che debba dividere un albero con i suoi simili o con altre scimmie e uccelli: si tratta di uno dei rari momenti in cui più oranghi si ritrovano nella stessa zona.
L’orango è diffuso nelle calde e umide foreste tropicali del Borneo, che coprono bassipiani, colline e persino paludi costiere.
Nel 2016 la IUCN Red List ha classificato Pongo pygmaeus come specie a rischio critico di estinzione (Critically Endangered).[1]
La caccia a questo animale è vietata.
Nel Borneo esiste un centro per la tutela di questi animali. La mascotte di questo centro, già dalla fine degli anni ’70 è un orango femmina. Le sono stati insegnati più di trenta segni dell’alfabeto per le persone non udenti ed in tal modo riesce a interloquire con gli esseri umani.
In questo centro arrivano molti piccoli d’orango, spesso orfani, perché le loro madri vengono uccise per impossessarsi dei piccoli. Le donne-collaboratrici di questo centro fungono da madre a questi cuccioli. Controllando la dentatura ed esaminando pelo e sangue (DNA), i veterinari riescono a risalire all’età dell’animale. Gli oranghi rimangono 7/8 anni con la madre e spesso, se le madri hanno altri cuccioli e li allattano, diventano gelosi. Dopo essere stati curati e cresciuti, gli oranghi sono liberati in un parco naturale. Sotto la pelle, viene inserito un microchip, in modo da poter riconoscere ogni individuo.
Kutai National Park, Borneo
NeilsPhotography
Semenggok Forest Reserve, Sarawak, Borneo
Eleifert – Opera propria
Male Bornean Orangutan (“Ňuňák”) in Zoo Ústí nad Labem, Czechia ( REPUBBLICA CECA )
Miraceti – Opera propria
Usti nad Labem (Czechia)
USTI NAD LABEN E’ SOPRA PRAGA, QUASI AL CONFINE CON LA GERMANIA
UN PICCOLO SALVATO
rank wouters da antwerpen, belgium – Flickr
Sembrano davvero sorridere come esseri umani e i piccoli hanno un’aria da monelli un po’ spaesati.