IN APRILE C’ERAVAMO GIA’ ANDATI, MA ABBIAMO VISTO SOLO I FIORI…ERA ANCHE PRIMAVERA…
La riserva naturale del Parco Burcina-Felice Piacenza è un’area naturale protetta di circa 57 ettari istituita nel 1980 con legge della Regione Piemonte e ubicata fra i comuni di Pollone e Biella. Il Comune di Biella è proprietario di quasi tre quarti dell’intera superficie.
L’escursione altimetrica varia dai 570 agli 829 metri sul livello del mare.
La riserva sorge sul colle, o bric, Burcina e si occupa della tutela delle caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche della zona. Più specificatamente cura la valorizzazione delle attività della riserva stessa, oltre che della promozione dell’attività scientifica, culturale e didattica del luogo con un’attività che interessa il mondo della scuola.
La sua gestione è affidata ad un apposito ente autonomo.
Alcuni ritrovamenti nell’area del parco attestano la presenza di Homo sapiens attorno ai 35.000 anni fa. Sul Bric Burcina è anche documentata la presenza di un insediamento protostorico risalente alle età del bronzo e del ferro.
E’ in una giornata come questa che la mia automobile supera le colline boschive della Serra Morenica che separa Ivrea e Biella, mentre le canzoni del primo Lenny Kravitz in bianco e nero defluiscono dalle casse e invadono la pace dei boschi di castagno, di tiglio e acacia, nocciuolo e faggio. La scorsa estate avevo avvistato, per alcuni istanti, la figura miracolo di un’upupa volante, le ali barrate di bianco e di nero, sfrecciava davanti al muso dell’auto prima di scomparire nelle macchie di verde. Questa volta non sono così fortunato, ma vedrò alcune poiane attraversare il cielo sopra Pollone, lanciando il tipico richiamo che si disperde nelle valli.
Il Parco Burcina è uno dei parchi del Nord-Ovest più celebri per la propria ricchezza di alberi secolari e monumentali. Guido Piacenza, discendente del fondatore, mi ha accompagnato in una passeggiata nel parco. La sua abitazione, nel centro del paese, ospita alcuni alberi monumentali, fra i quali spicca un Pinus nigra di centocinquant’anni che cresce poderoso, protetto, e che, come altri alberi di cui andrò a parlare in questo appunto, non figura nell’elenco degli alberi monumentali regionali. Parcheggio in via Felice Piacenza, il fondatore del parco e dell’industria manifatturiera; la piazzola circolare presenta una chiesetta bianca, lastricata di bolognini, circondata da alberi che hanno “ fiori legnosi” al termine dei rami. Inizialmente confondo questi alberi con le gimnocladi (Gymnocladus dioica), ma poi capisco che mi sbagliavo. L’unico albero che produce i frutti del genere è il liriodendro, l’albero dei tulipani come viene chiamato comunemente.
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La principale attrattiva della Burcina è la collezione di rododendri ( vedi sotto ) — ;si tratta di esemplari arborei originari del Caucaso e dell’Himalaia — che occupa una conca di circa due ettari, e che tra maggio e giugno, durante la fioritura, rappresenta uno spettacolo veramente di eccezione. Sono inoltre presenti numerose conifere e latifoglie esotiche, perfettamente integrate con la vegetazione; si possono ammirare tra gli altri: l’albero dei fazzoletti, diverse cultivar di faggio, sorbo acero, prunus da fiore, pini, abeti, larici, sequoie, cipressi, oltre ad una collezione di rose antiche. L’ingresso del parco è a Pollone, dove una fitta associazione di aceri, ontani e abeti rossi sottolinea il passaggio dall’ambiente esterno antropizzato al giardino. Salendo lungo la strada che risale il colle si incontrano, oltre al laghetto delle sequoie e la conca dei rododendri, boschetti frammisti ad ampi spazi erbosi, cascine, radure fiorite. Di notevole interesse paesaggistico, la vista sulle montagne del biellese e sulla pianura.
La Riserva Naturale Speciale del Parco Burcina occupa una posizione strategica per quanto riguarda il passo degli uccelli. Osservando il brich Burcina da una delle montagne circostanti, questo appare isolato tra le montagne e la pianura, luogo di sosta ideale per le specie migratrici, che qui trovano tranquillità e protezione in quanto da molti anni la caccia non è più praticata e la copertura forestale offre riparo e possibilità di cibo ad uccelli e piccoli mammiferi.
testo sopra da: PARCO BURCINA FELICE PIACENZA
http://www.parks.it/parco.burcina/par.php
IN QUESTO, VOLENDO, TROVATE UN PO’ DI STORIA E MOLTE FOTO
http://ilclandimariapia.blogspot.com/2014/12/il-parco-burcina.html
La conca dei rododendri (foto arc. Ente parco)
FOTO F. CERUTTI
PER I SUOI RODEDENDRI, IL PARCO BURCINA CHIEDE LA NOMINA DELL’UNESCO