Sonetto in lode dell’asino
O sant’asinità, sant’ignoranza,
santa stolticia e pia divozione,
qual sola puoi far l’anime sì buone,
ch’uman ingegno e studio non l’avanza:
[…]
Che vi val, curiosi, il studiare,
voler saper quel che fa la natura,
se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
La santa asinità di ciò non cura:
ma con man gionte e ‘n ginocchion vuol stare
aspettando da Dio la sua ventura.
Nessuna cosa dura,
eccetto il frutto dell’eterna requie,
il qual ne done Dio, dopo l’essequie.
GIORDANO BRUNO
“Cabala del cavallo pegaseo”, BUR classici, pag.67
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Meraviglioso l’asinello che, chissà perché, ha sempre avuto una cattiva stampa.