ROBERT DEMACHY ( 1859 – 1936 ), un grandissimo fotografo esponente del ” pittorialismo “

 

 

 

 

 

 

Studio, 1906

 

 

 

 

 

 

Portrait of a woman by Robert Demachy on artnet

 

 

 

 

 

 

Demachy Robert | Portrait Of A Child | MutualArt

 

 

 

 

 

 

Caudebec, circa 1910 by Robert Demachy :: The Collection :: Art Gallery NSW

Caudebec

circa 1910

Rouen – Pubblicato in Camera Notes, Vol. 1, No 3, 1898

An image of Untitled (snow scene) by Robert Demachy
An image of Untitled (female portrait) by Robert Demachy

ritratto di donna, 1910 ca

 

 

 

 

 

An image of Winter's charm by Robert Demachy

1910 ca-

 

 

4 foto sopra da : https://www.artgallery.nsw.gov.au/collection/works/24.1977/

 

 

 

 

Velocità, 1904

 

 

 

 

Sforzo, 1905

 

 

 

 

 

un modello, 1906

 

 

 

 

 

Valle di Toucques, 1906

 

 

 

 

 

File:CW05-02 - Robert Demachy, Street in Mentone, 1904.jpg - Wikipedia

Strada di Mentone, 1904

 

 

 

 

 

Robert Demachy / Artophilia

1905

 

 

 

 

 

Robert Demachy | Vintage portraits photography, Black and white portraits, Portrait photography

foto da Pinterest

 

 

 

 

 

Une strada a Mentone, 1904

 

 

 

 

 

Dietro le scene, 1904

 

 

 

 

 

Robert Demachy fotografia piktorializm sztuka niezlasztuka.net | Robert, French photographers, Artist

 

 

 

 

 

Severità, 1904

 

 

 

 

Épinglé sur Robert Demachy

 

 

 

 

 

 

Robert Demachy & Constant Puyo

1906

 

 

 

 

testo e foto che seguono da :

Fotopadova, 17 febbr. 2018

https://www.fotopadova.org/post/170982186403

 

 

 

Robert Demachy e il pittorialismo

di Gustavo Millozzi

 

 — Robert Demachy (1859-1936) è stato un fotografo, principale sostenitore del pittorialismo francese, vissuto tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo. Come le sue controparti americane ed europee Demachy ha prodotto e promosso uno specifico tipo di fotografia evocando consapevolmente il disegno e la pittura (tengasi presente che il pittorialismo era infatti nato allo scopo di emulare gli effetti della pittura nella normale fotografia che in quei tempi era considerata di poco conto e fu famosa l’ostilità di Charles Baudelaire, che diceva essere la fotografia un rifugio di tutti i pittori mancati, mal dotati o troppo pigri per completare i loro studi) e si è sforzato ai fini di distinguere i suoi lavori dal prodotto di scatti amatoriali e di fotografi commerciali.

Particolarmente interessato ai processi fotografici non tradizionali è noto soprattutto per aver contribuito alla rinascita del processo della gomma bicromatata (inventato nel 1855 da Alphonse Louis Poitevin, ma poco utilizzato fino al 1890) che gli ha permesso l’introduzione di colori e pennellate nell’immagine fotografica. Il pigmento arancione talvolta da lui impiegato intende evocare la sanguigna, una matita rossastra spesso usato nei disegni antichi.

 

 

 

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 ©Robert Demachy, Étude (gomma bicromatata-1895)

 

 

 

 

Studio in Rosso, 1898

 

 

È infatti soprattutto conosciuto per le sue stampe intensamente elaborate che mostrano una loro particolare qualità pittorica. Fu influenzato dai pittori impressionisti e dedicò la maggior parte del suo tempo a fotografare e sviluppare le sue teorie sulla fotografia, sia tecnica che estetica. Ha scritto migliaia di articoli e diversi libri ed è stato un forte sostenitore delle tecniche utilizzate per manipolare la fotografia, come il processo della gomma bicromatata, del bromolio e del graffio sulla gelatina.

Resta particolarmente famoso per il suo ottimo uso dei processi al pigmento che ha permesso, ai fotografi pittorialisti di modificare profondamente la stampa per “interpretazione” (considerata come il modo migliore per dare a una fotografia il suo valore artistico).

 

Demachy sviluppa una strategia per avvicinare la fotografia alle arti del disegno da un punto di vista plastico. La riflessione che conduce durante la sua carriera si basa su una semplice equazione: che lo stato dell’arte è stato rifiutato per la fotografia perché essa si accontenta di imitare il reale. L’argomento è logico perché, se vi è davvero un concetto estetico che nel XIX secolo si è rivelato come fallimento, è proprio quello della mimesi. Pertanto, dobbiamo fare in modo di far uscire la fotografia dalla sua essenza puramente descrittiva, per renderla non un’arte di imitazione, ma al contrario un’arte dell’interpretazione.

 

 

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©Robert Demachy, Bretagne ( gomma bicromatata-1904)

 

 

 

Nel saggio “On the Straight Print” (1907), Demachy risponde a un attacco alla fotografia fotorealistica fatta da Sadakichi Hartmann nel suo saggio del 1904 “A Plea for Straight Photography” (1). Secondo Hartmann, lo sviluppo della tecnologia della gomma bicromatata e il processo alla glicerina aveva cambiato per sempre il medium della fotografia perché consentiva ai cosiddetti artisti la libertà di mettere “intenzioni” ed “espressioni” nel loro lavoro attraverso chiari segni di mano degli artisti. Un esempio di ciò sarebbe stato la seguente opera di Robert Demachy:

 

 

 

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©Robert Demachy, Lotta ( gomma bicromatata-1904)

 

 

Molti avrebbero problemi a definire questo lavoro come “fotografia”: le ampie curve, le striature da pennello e la retrocessione del valore tonale per assenza del bianco si prestano a definirla a prima vista più un dipinto piuttosto che una qualsiasi fotografia. Questa interpretazione viene vista da Hartmann non solo come minaccia al mezzo fotografico, ma anche come spinta oltre i suoi limiti per quindi giungere a collassare l’integrità dell’arte.  Come scrive Hartmann, “L’intero effetto pittorico di una stampa fotografica dovrebbe essere ottenuto con la tecnica fotografica, pura e semplice, e non solo con una parte di essa … Affidatevi alla vostra fotocamera che considera ai vostri occhi, al vostro buon gusto e alla vostra conoscenza della composizione, ogni fluttuazione di colore, luce e ombra

 

Demachy controbatte scrivendo: “Un’opera d’arte deve essere una trascrizione, non una copia, della natura … In altre parole, non c’è una particella d’arte nella più bella scena della natura. L’arte è solo dell’uomo, non è soggetta a scopi oggettivi” (2).

Sebbene questo possa sembrare, a prima vista, un eco delle credenze di Hartmann, il concetto è marcatamente diverso a causa della chiara predisposizione di Demachy all’introduzione della mano dell’artista nella stampa fotografica. Altrimenti, almeno secondo i pittorialisti, l’immagine non sarebbe nient’altro che un’ossatura, e ciò non sarebbe sufficiente per qualificarla come arte: per loro arte è solo quando viene  fatta, sviluppata, e manipolata dall’uomo. Il processo può non esser sempre  perfetto, ma senza di esso l’arte non può mai essere raggiunta.

Ed aggiunge affermando: “Intervenire con una stampa alla gomma può o non può aggiungere la scintilla vitale, anche se senza l’intervento non ci sarà sicuramente nessuna scintilla”.

 

 

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©Robert Demachy, Autoritratto-1897

Robert Demachy (Saint-Germain-en-Laye, 7 luglio 1859 – Hennequeville, 29 dicembre 1936) è stato un fotografo francese esponente del pittorialismo.

 

 

Nato a Saint-Germain-en-Laye (vicino a Parigi) da una ricca famiglia di banchieri Léon Robert Demachy ricevette un’eccellente istruzione presso la scuola dei gesuiti a Parigi (la sua educazione comprendeva anche ampie lezioni di musica, e divenne anche un affermato violinista) e, dopo un breve servizio militare, si diede alla bella vita frequentando i bar degli artisti partecipando alla vita bohémienne della città ed iniziando anche a a fare schizzi di mecenati e di persone in strada, una pratica che continuò per tutta la vita.

A metà degli anni settanta del XIX secolo scoprì la fotografia e ne divenne un appassionato. Da quel momento vi dedicherà tutto il suo tempo ed interesse, eseguendo continuamente scatti e dedicandosi a scrivere sulla fotografia. Sebbene non abbia mai lavorato come professionista, la fotografia è stata l’attività a cui si è unicamente dedicato.

Divenuto nel 1882 membro della Société Française de Photographie, diede forte impulso al movimento pittorico internazionale. Con immagini che ricordano chiaramente il disegno e la pittura con evocazioni delle ballerine di Edgar Degas e dei nudi e paesaggi di Gustave Courbet, il fotografo francese intese anche promuovere la fotografia come tecnica moderna raffigurandovi anche nuovi soggetti quali le automobili.

 

 

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©Robert Demachy, Vitesse (gomma bicromatata-1904)

 

 

Quale socio della Société Française de la Photographie ebbe la possibilità di incontrare i principali fotografi europei dell’epoca e per un periodo si sentì frustrato dalle idee conservatrici che essi sostenevano. Nel 1888 fondò con Maurice Bucquet il Photo-Club de Paris in cui venivano mantenuti i principi estetici del pittoricismo e poco a poco questo club divenne un movimento simile a The Linked Ring (ove nel 1895 sarebbe stato scelto come membro di spicco) del Regno Unito, al viennese Kleeblatt ed alla Photo-Secession negli Stati Uniti guidata da Alfred Stieglitz.

 

Nel 1894 assieme aConstant Puyo , RenéLe BegueeBucquetcollaborò all’organizzazione del primo Salon de Paris, basato sui principi artistici del Photo Club di Parigi . Nel 1897 pubblicò il suo primo libro conAlfred Maskelle, l’anno successivo, iniziò un rapporto epistolare incentrato su idee fotografiche conAlfred Stieglitz con il quale mantenne una fitta corrispondenza per oltre quindici anni e che gli pubblicò sia articoli che immagini sui suoi periodici Camera Notes e Camera Work.

 

Verso il 1906 abbandonò la tecnica della gomma bicromatata a favore della stampa a bromolio ideata due anni prima dall’inglese  G.E.H.Rawlins , cosa che gli permise di diventare ancora più audace nel suo stile visivo e il suo lavoro presto attirò un vasto pubblico internazionale.

 

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©Robert Demachy, Oude Rijn, Hollande (bromolio-ca.1900-1910)

 

Demachy aveva intensamente esposto già, a partire dal 1892 quando alcune sue fotografie vennero presentate al Palais de Beaux-Arts di Parigi e poi, nei successivi venti anni, il suo lavoro fu incluso in mostre ad Amsterdam, Berlino, Boston, Londra, Bruxelles, Buffalo, Firenze, Amburgo, Leeds, New York, Filadelfia, Rochester, St. Louis e Vienna. Nel 1904, fece una mostra personale a Londra presso la Royal Photographic Society (che lo avrebbe poi nominato suo membro onorario).

 

Dall’inizio del 1914, senza dare spiegazioni, Demachy  non toccò mai più una macchina fotografica rifiutandosi persino di scattare fotografie ai suoi nipoti pur continuando, fino quasi alla sua morte, ad inviare i suoi lavori ai saloni fotografici. Nessuno è stato mai in grado di capire il perché di questo improvviso cambiamento e ciò è ancor oggi un mistero: il periodo della sua decisione coincide con l’inizio della prima guerra mondiale in Europa, ma non vi è alcuna indicazione che sia stato a causa di questo tragico evento.

 

Alla fine acquistò una fattoria vicino a Trouville dove si trasferì e, come preferiva, trascorse una vita semplice accudito solo da una coppia di maggiordomi e governanti (aveva divorziato nel 1909 dopo 16 anni di matrimonio dalla moglie dalla quale aveva avuto due figli) avendo come unici altri compagni diversi  cani  alsaziani.

 

 

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©Robert Demachy, La folla (bromolio-1910)

 

Il suo unico impegno per il resto della vita fu guidare la sua auto d’epoca (era stato uno dei primi francesi ad acquistare, intorno al 1880, una Panhard) sulla spiaggia e ad effettuare schizzi di donne nuotatrici.

Demachy morì di arteriosclerosi a Hennequeville, in Normandia , il 29 dicembre 1936. Fu sepolto due giorni dopo nella tomba di famiglia nel Cimitero di Père Lachaise a Parigi.

 

Poco prima della sua morte ha distrutto la maggior parte dei suoi schizzi e ha dato le fotografie rimanenti dalle sue precedenti esposizioni alla Royal Photographic Society e al Photo-Club de Paris.

 

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(1) Sadakichi Hartmann, “A Plea for Straight Photography” in A Photographic Vision: Pictorial Photography 1889-1923 (Peregrine Smith Inc: Salt Lake City, 1980)

(2) Robert Demachy, “On the Straight Print” in A Photographic Vision: Pictorial Photography 1889-1923 (Peregrine Smith Inc: Salt Lake City, 1980)

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1 risposta a ROBERT DEMACHY ( 1859 – 1936 ), un grandissimo fotografo esponente del ” pittorialismo “

  1. Donatella scrive:

    Non sono in grado di dare un giudizio tecnico, ma le sue foto mi sembrano veramente molto belle.

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