AKUA NARU — MY MOTHER’S DAUGHTER — testo ++ profilo dell’artista del TEATRO INSTABILE MIELA DI TRIESTE che è su facebook !

 

Testi The Blackest Joy

 

 

 

Testi Akua Naru no Estúdio Showlivre (Ao Vivo)

 

 

 

 

 

[Interlude]

Baby, oh, come on over here and give Momma some sugar. Yeah, it’s alright, that’s Momma’s baby. Now y’all gonna settle down now, yeah

[Verse 1: Akua Naru]

Yo, uh, uhMy mother’s daughter, she was born on a Wednesday
Bloodline of kings, solid gold rings and kente
Smile full of bling, baby talk lean but [?]
Orisha mount the priest, should have seen it at the bembé
Pop Mondo djembe
Never learned to crawl, she walked out the room gently
Had a car runnin’ plus two goons to come get me
Fresh, church dress, silk slip, JCPenny

That young dime piece that Gods envy, Whitney
Houston, purple chords, drinkin’ gourds and all histories
Black as the Nuba that born in our city
Umbilical cord torn, lost for four centuries
Turned up on the shores with a cough and corn whiskey *Coughs*
Now full up on war, Fahrenheit at 450
A mean diddy bop, hips sway, implore mystery
Want it all like Beloved, the kitchen sink, the kidney
Everything ain’t enough, tell [?] to fuck with me

[Interlude]

Hey, y’all come on down here. I need someone to change Momma’s TV. Yeah, put on that—you know, that show that I like. Yeah, oh thank you baby

[Verse 2: Akua Naru]

Look, my mother used to call us sweet, honey
Town brown, sugar, pudding, cinnamon
Lay in the legs, cornrow head, cradle her innocence
Whisper when she weary to try a little tenderness
Sixth generations on the face, could trace fingertips
Rememberin’ the future and past, she moved pyramids
Queen of tenements, the projects, the shrine pilgrimage
A church in the wilderness, graveyard, the infinite
Necklace of lovers, the response, they envy us
Last laugh, treble high notes, Minnie Riperton
Move like Eddie Kane, heart in the house, period
Venus crowned against its own sign, Sagittarius
Moonlight, hold it close for black girls turned blue amethyst[?] the crown, you can’t stand that shit
Uh, uh, sanctified scandalous
The newborn, the elder, the sage, the televangelist
Mama say [?], we’re the crossroad finches

[Interlude]

Oh y’all been so good. You know what? I got some candy for you. Hand me my purse, I think I got some butterscotch or somethin’ in there. Yeah, here’s some butterscotch

[Chorus][?]

 

 

 

Teatro Miela

 

 

 

 

TRIESTE

https://www.miela.it/akua-naru-band/

 

 

 

Akua Naru è una black woman ed è un’acuta sostenitrice della critica sociale alla discriminazione del ruolo femminile nel mondo afro e lo afferma attraverso il suo flow, che è il centro della sua creazione, tra brividi di jazz/nusoul e la forza fisica dell’african hip hop. 

 

Poetessa e performer originaria di New Haven (Connecticut, USA), ha viaggiato molto e cambiato spesso nazione di residenza, prima a Philadelphia e successivamente in Asia, in Cina ed in Ghana: tutte esperienze di vita che hanno contribuito notevolmente alla sua crescita.Il suo viaggio verso lo status di poeta globale è cominciato presto, durante l’apprendistato nella chiesa pentecostale. Il suo potente lirismo, il talento per la narrazione e la capacità di integrare le tradizioni orali nella sua musica, con eloquenza senza pari, hanno nel giro di pochi anni catturato l’attenzione di studiosi e attivisti in tutto il mondo. Akua ammette di scrivere “per riempire un vuoto che andava riempito, perché l’accesso alle voci femminili è stato sempre estremamente limitato nel mondo dell’hip hop”. A causa del retaggio della schiavitù e del silenzio in cui l’essere nera e donna ha sempre significato sfruttamento, emarginazione e tutti gli stereotipi dannosi che perdurano fino ad oggi, Akua dichiara con fierezza la sua intenzione di “fornire un corpo di conoscenze” che metta le esperienze delle donne nere al centro esatto della sua indagine poetica.

È la musica ad essere il centro ed allo stesso tempo  il veicolo espressivo di questa giovane singer che, con grande carica innovativa e con grande profondità di ricerca, riesce ad attingere alla radici del vero groove plasmando il proprio naturale talento ed elevandolo a necessità sociale.

Riconosciuta in tutto il mondo come voce ‘conscious’ forte e autorevole, ha tenuto conferenze con Bakari Kitwana, Dr Tricia Rose e il pioniere dei Public Enemy Chuck D. Oggi vive a Cologna, in Germania, il posto che ha scelto ora per  lavorare alla sua musica.

 

“The Blackest Joy” (in uscita il 27 aprile 2018) è il suo terzo album, e si concentra in particolare sulla maternità e sul patrimonio africano. “My Mother’s Daughter”, primo estratto, è una canzone a tratti oscura e mistica, altrove radiosa e ricca di speranza; un racconto generoso di femminilità nera, spiritualità dell’Africa occidentale, appartenenza e sorellanza. Con marcate influenze West African e dove Akua Naru, ancora una volta, fonde i generi lungo la tradizione della musica nera e scivola senza sforzo tra Soul, Jazz e Hip Hop.

 

organizzazione: Bonawentura

 

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1 risposta a AKUA NARU — MY MOTHER’S DAUGHTER — testo ++ profilo dell’artista del TEATRO INSTABILE MIELA DI TRIESTE che è su facebook !

  1. Donatella scrive:

    Bellissimo il titolo di ” Teatro Instabile”.

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