I senza nome (Le cercle rouge) è un film noir del 1970 scritto e diretto da Jean-Pierre Melville.
Penultima pellicola dell’autore, è considerata una delle migliori nel genere della storia del cinema.
Genere poliziesco, noir, thriller
RegiaJean-Pierre Melville
Soggetto Jean-Pierre Melville
Sceneggiatura Jean-Pierre Melville
Fotografia Henri Decaë
Musiche Éric Demarsan, Jimmy Webb
Scenografia Théobald Meurisse, Pierre Charron
Interpreti e personaggi
- Alain Delon: Corey
- Gian Maria Volonté: Vogel
- Yves Montand: Jansen
- Bourvil: il commissario Mattei
- Paul Crauchet: il ricettatore
- Paul Amiot: il capo della polizia
- Pierre Collet: il guardiano della prigione
- François Périer: Santi
- André Ekyan: Rico
- Jean-Pierre Posier: l’assistente di Mattei
- Yves Arcanel: il giudice istruttore
- René Berthier: il direttore del P.J.
- Jean-Marc Boris: il figlio di Santi
- Jean Champion: il casellante
- Yvan Chiffre: un poliziotto
- Anna Douking: la vecchia amica di Corey
- Robert Favart: il venditore vicino a Mauboussin
- Roger Fradet: un poliziotto
- Édouard Francomme: il guardiano del biliardo
- Jean Franval: il proprietario dell’hotel
Trama
Durante un trasferimento in treno da Marsiglia a Parigi, il detenuto Vogel elude la sorveglianza del commissario Mattèi e fugge dal finestrino, inutilmente inseguito dai colpi di pistola di Mattèi. Contemporaneamente Corey, in carcere a Marsiglia ove sconta una pena di cinque anni, riceve la visita di un secondino che, dopo avergli annunciato la liberazione anticipata per buona condotta, gli suggerisce un colpo milionario in una gioielleria, sita al primo piano di un edificio che si affaccia su Place Vendôme a Parigi.
Rilasciato il giorno successivo, Corey si reca dal malavitoso Rico per recuperare il denaro dovutogli ed una pistola, scoprendo che con Rico vive ora quella che era la sua amica prima della sua incarcerazione. Ripartito per Parigi, durante una sosta in autogrill si accorge che Vogel, il quale ha raggiunto casualmente lo stesso luogo dopo aver seminato poliziotti e cani poliziotto, si infila furtivamente nel bagagliaio della sua auto. Corey si porta in un luogo isolato e fa uscire Vogel e, dopo un attimo di diffidenza, tra i due nasce un’intesa leale, trovando occasione di aiutarsi a vicenda, soprattutto dopo che Vogel salva la vita a Corey, intervenendo mentre due sicari, mandati da Rico, stavano per ucciderlo.
Arrivati nella capitale, Corey convince Vogel a partecipare al colpo nella gioielleria, ma per questo serve anche un buon tiratore. Vogel suggerisce il suo amico Jansen, ex tiratore scelto della polizia, radiato dal corpo per alcolismo ed afflitto da deliri e allucinazioni: il suggerimento viene accettato ma, nel frattempo, il commissario Mattèi ha intensificato le ricerche e sta setacciando il milieu parigino per trovare Vogel.
I tre realizzano perfettamente il colpo, ma il ricettatore, precedentemente contattato, si ritira con la scusa dell’invendibilità della preziosa refurtiva in quanto troppo famosa, in realtà per consentire a Rico di tendere una trappola a Corey; i tre se ne accorgono in tempo, ma devono comunque piazzare la refurtiva e decidono di rivolgersi a Santi, proprietario di un importante locale notturno e uomo fidato del milieu, il quale però è stato costretto con un ricatto a diventare un informatore di Mattèi.
La polizia organizza così un’imboscata in una villa in periferia, la casa di Mattèi, il quale si spaccia per un grosso ricettatore di preziosi. Solo Corey dovrebbe presentarsi all’appuntamento con il falso ricettatore (egli non conosce Mattèi), ma Vogel e Jansen, subodorando il pericolo, cercano di accorrere in suo aiuto. Moriranno tutti e tre, uno dopo l’altro, sotto il fuoco degli agenti.
NON TERMINA QUI LA PARTE SU WIKIPEDIA DEDICATA AL FILM, MA E’ MOLTO PIU’ RICCA-
NEL LINK:
https://it.wikipedia.org/wiki/I_senza_nome
QUALCOSA SUL REGISTA : JENA-PIERRE MELVILLE::
Jean-Pierre Melville, nato Jean-Pierre Grumbach (Parigi, 20 ottobre 1917 – Parigi, 2 agosto 1973), è stato un regista, sceneggiatore e attore francese, maestro del noir e del poliziesco nel suo paese.
Jean-Pierre Melville nacque a Parigi il 20 ottobre del 1917 da una famiglia ebraica originaria dell’Alsazia. Uomo introverso, dotato di una personalità complessa e scontrosa, appassionato sin dall’infanzia di cinema, maturò una profonda ammirazione per la cultura statunitense, tanto da assimilarne atteggiamenti feticistici per il resto della sua vita.
Durante la seconda guerra mondiale combatté nelle file della resistenza francese sotto il nome di battaglia di Melville, in onore dello scrittore e poeta statunitense Herman Melville (e che in seguito adotterà legalmente come cognome), collaborando poi attivamente all’Operazione Dragoon, ovvero lo sbarco delle truppe alleate nella Francia meridionale. Le sue esperienze belliche saranno poi riversate nel film L’armata degli eroi (L’Armée des ombres, 1969), trasposizione cinematografica di un romanzo del 1943 di Joseph Kessel.
Al termine del conflitto, Melville cercò di ottenere dal Sindacato dei Tecnici una tessera di assistente-tirocinante per poter diventare un regista cinematografico. Rivelatisi però infruttuosi i suoi numerosi tentativi d’introdursi nel mondo della celluloide, decise alla fine di operare in completa autonomia, finanziando di tasca propria i suoi film.
Dopo un primo cortometraggio in 16 mm, l’esordio cinematografico vero e proprio avvenne nel 1947 con Il silenzio del mare (Le silence de la mer), tratto dall’omonimo romanzo di Vercors. La povertà di mezzi, così come la sua rocambolesca produzione, non minarono però il notevole esito della pellicola che gli diede subito fama di intellettuale, specialista di trasposizioni letterarie, al punto che lo stesso Jean Cocteau in persona lo richiederà espressamente per adattare sullo schermo il suo romanzo I ragazzi terribili nel 1950.
CONTINUA NEL LINK :
https://it.wikipedia.org/wiki/Jean-Pierre_Melville
STRALCIAMO DAL LINK APPENA SOPRA, LA PARTE CHE RIGUARDA IL FILM :
I senza nome (Le cercle rouge, 1970) è l’opera di maggior successo di Melville, summa-testamento della sua filosofia cinematografica basata sul determinismo. Polar impostato quasi come se fosse un western, grazie ad una sceneggiatura meticolosa, ad un ottimo cast e ad un uso sapiente del colore e della colonna sonora, il cineasta riesce ad equilibrare la naturale tendenza allo schematismo. Nella continua ricerca dell’essenzialità perfetta, la sua maestria e coerenza formale raggiungono qui il proprio apice. Rivalutato anche dagli esperti dopo più di un decennio d’oblio, I senza nome è oggi universalmente riconosciuto come un cult movie del cinema poliziesco.
Mi ricordo che questo film, con il titolo originale “Le cercle rouge” è stato il film galeotto tra me e Franco, mi pare all”Orchidea”, in un grigio pomeriggio domenicale milanese, essendo saltata una importantissima riunione dell”Unione Inquilini”.