Storia
I Silvestrini
Il complesso originario venne eretto per la Congregazione Benedettina Silvestrina prima del 1300 e svolgeva oltre alle funzioni di monastero quelle di chiesa parrocchiale. Di questo periodo restano alcune tracce di affreschi in ambienti al di sotto del piano di calpestio recentemente ritrovati. Nel 1418 i monaci, accusati di decadenza della regola monastica, vennero intimati a lasciare il complesso, ma ci volle l’intervento diretto di papa Eugenio IV e del concilio di Basilea perché la struttura venisse finalmente lasciata ai domenicani osservanti da San Domenico di Fiesole, solo nel 1437. Decisivo era stato l’intervento di Cosimo de’ Medici, il quale fin dal ritorno dall’esilio (1434) si era manifestato desideroso di rinsediare una comunità osservante di domenicani a Firenze. Quando i Silvestrini si spostarono nel monastero di San Giorgio alla Costa, i domenicani ne presero possesso, ma trovarono una struttura fatiscente, per circa due anni vissero in celle umide e capanne di legno.
La ristrutturazione medicea
Nel 1437 Cosimo commissionò a Michelozzo, architetto di fiducia di casa Medici, la ristrutturazione del convento secondo i canoni rinascimentali. Nel 1438 i lavori erano già ben avviati e la consacrazione definitiva avvenne durante la notte dell’Epifania del 1443, alla presenza di papa Eugenio IV e dell’arcivescovo di Capua e cardinale Niccolò d’Acciapaccio. Il convento faceva parte delle opere del nuovo assetto del quartiere nord del centro di Firenze (il “quartiere mediceo”), assieme al palazzo di famiglia ed alla basilica di San Lorenzo.
Cosimo investì una notevole quantità di denaro nella ricostruzione del convento, sborsando più di 40 mila fiorini. Michelozzo vi lavorò dal 1439 al 1444. Il complesso venne progettato secondo norme di semplice ma elegantissima funzionalità: pareti intonacate di bianco, ambienti organizzati su due chiostri (di Sant’Antonino e di San Domenico), con un capitolo, due refettori e una foresteria al piano terra. Il primo piano ospitava le celle dei monaci, chiuse al di sotto di un’unica copertura del soffitto con grandi capriate. Chiostro, sala capitolare e dormitorio est dovettero già essere terminati entro il 1440-1441. Il dormitorio meridionale, affacciato sulla piazza, venne completato nel 1442.
Punto d’eccellenza era la biblioteca al primo piano, con un arioso spazio con due colonnati che creano tre navate coperte con volte a botte. Numerose finestre illuminano l’ambiente con abbondante luce naturale facilitando lo studio dei manoscritti. Qui studiarono i preziosi patrimoni librari collezionati da Medici (con rari testi greci e latini) umanisti come Agnolo Poliziano e Pico della Mirandola.
L’epoca di Savonarola
Oltre al Beato Angelico, Antonino Pierozzi e Fra’ Bartolomeo, vi visse dal 1489 fra’ Girolamo Savonarola, che fece del convento il suo quartier generale: dopo essere divenuto priore si scagliò duramente contro i costumi lascivi e ostentatamente lussuosi dei fiorentini, prima di inimicarsi la curia di papa Alessandro VI Borgia e finire sul rogo in piazza della Signoria (1498).
Secolarizzazione e musealizzazione
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https://www.wikiwand.com/it/Museo_di_San_Marco
MUSEO DI SAN MARCO A FIRENZE
BEATO ANGELICO AL MUSEO DI SAN MARCO A FIRENZE
BEATO ANGELICO, Sepoltura dei santi Cosma e Damiano, dalla Pala di San Marco
Beato Angelico, Crocefissione con San Domenico
Beato Angelico, Tabernacolo dei Linaioli
Pala Strozzi della Deposizione, Beato Angelico
Beato Angelico, Crocefissione
Beato Angelico, Annunciazione
Beato Angelico, Noli me tangere ( cella 1 )
Beato Angelico, Madonna delle Ombre
Beato Angelico, Adorazione dei Magi ( cella 39 )
Che splendore! Sia l’edificio che le pitture danno un’idea di serenità ( se pensiamo ai tempi turbolenti in cui vennero realizzati!). Il particolare più sbarazzino è costituito dai colori delle ali degli angeli, molto pop.