REPUBBLICA. IL VENERDI’ — 16 OTTOBRE 2020
FOTO DEL 1963
John William Coltrane (Hamlet, 23 settembre 1926 – New York, 17 luglio 1967) è stato un sassofonista e compositore statunitense.
Tra i più grandi sassofonisti della storia del jazz, è stato tra i capisaldi del genere (in particolare di quello modale) degli anni sessanta, chiudendo il periodo del bop e aprendo quello del free jazz. Il pensiero musicale di Coltrane ha influenzato numerosi musicisti a venire.
Ha ricevuto numerosi premi e onorificenze postume tra cui la canonizzazione da parte della African Orthodox Church con il nome di Saint John William Coltrane. La chiesa di San Francisco a lui dedicata, la Saint John William Coltrane African Orthodox Church, utilizza musiche e preghiere di Coltrane nella propria liturgia.
La preghiera interrotta di Coltrane
Senti questa.
La canzone della settimana è Alabama di John Coltrane
DI GIUSEPPE VIDETTI
Poche note di sassofono e siamo già in pieno lutto. Il dramma, il dolore, la rabbia, l’accettazione, la rassegnazione, l’impotenza. Infine, la consolazione e il distacco dalle umane miserie in una dimensione mistica dove finalmente tutti gli esseri umani sono uguali. Si può raccontare tutto questo in un brano jazz di cinque minuti, senza l’ausilio delle parole? John Coltrane (1926-1967) compose Alabama (poi pubblicata nell’album Live at Birdland, 1963) d’impeto, in una notte, nel leggendario studio Van Gelder, a Englewood Cliffs, nel New Jersey.
Aveva in mente il discorso di Martin Luther King all’indomani del vile attacco del Ku Klux Klan all’interno della chiesa battista di Birmingham, Alabama, in cui avevano perso la vita quattro ragazzine. Era il 15 settembre 1963; il tempo di chiamare a raccolta il quartetto con McCoy Tyner, Jimmy Garrison ed Elvin Jones, e il canto funebre prese forma in maniera immediata, urgente. La eseguirono in un episodio della trasmissione televisiva Jazz Casual (è su YouTube), poi in una serata al Birdland di New York che finì su disco. Solo cinque minuti, un tempo brevissimo per Coltrane, abituato alle infinite jam session e alle lunghe suite allaA Love Supreme.
https://youtu.be/saN1BwlxJxA
Alabama ha la durata di una preghiera che s’interrompe bruscamente, proprio come deve essere stato in quella chiesa nel corso del crimine d’odio che spezzò quattro giovani vite in raccoglimento. Coltrane accompagna le bambine dall’altra parte, le accarezza e le consola, poi si scaglia con veemenza contro gli assassini, ma certo della giustizia divina implora una reazione non violenta. E fa tacere il sassofono quando non ci sono più parole per esprimere il cordoglio, quando il dolore e lo sconcerto diventano insopportabili. Elvin John dà gli ultimi colpi di spazzola sui piatti, poi il silenzio. Nessun suono è adatto ad accompagnare il pianto.
John Coltrane 4tet “A love supreme”
6ème Festival international de jazz à Antibes 1965 : le 26 juillet 1965
John COLTRANE, en quartet avec McCoy TYNER au piano, Jimmy GARRISON à la basse et Elvin JONES à la batterie, interprète “A love supreme”.
VIDEO, 39.37
https://www.youtube.com/watch?v=i8CnqMF_LDY
A Love Supreme
Si racconta che nel 1964 Coltrane, che era solito praticare ogni sera la meditazione yoga, durante una seduta sentì una musica nuova risuonare nella sua mente. Tornato allo stato vigile, si convinse che non poteva che trattarsi di un messaggio inviatogli da Dio. Coltrane meditò a lungo una nuova opera, di cui volle curare anche la produzione. Fu lui a scegliere la foto che lo ritrae, con espressione seria, sulla copertina. È una foto in bianco e nero, così come in austero bianco e nero è pubblicato tutto l’album. Fu ancora Coltrane a far stampare, all’interno, non le solite note di copertina, bensì una sua breve presentazione e una sua poesia, intitolata anch’essa A Love Supreme.
Nella presentazione Coltrane ringrazia Dio di averlo riportato sulla retta via. Afferma di aver passato un periodo di incertezza, e di averlo superato rimettendosi nelle Sue mani. Il disco è dunque un’umile offerta a Lui, in segno di ringraziamento. La poesia è un testo semplice, dogmatico e salmodiante, una dichiarazione di fede che, a tratti, riecheggia le asserzioni e le risposte che intercorrono tra predicatore e congregazione. L’opera è una suite in quattro parti.
Esse si intitolano:
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Acknowledgement
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Resolution
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Pursuance
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Psalm
A differenza degli altri dischi, contenenti brani ricavati da varie sedute di incisione, questo album si risolve in un’opera a tutto tondo che, impiegando l’intera durata del long playing, dà luogo a uno dei primi concept album della musica moderna.
Il primo movimento si basa sulla continua ripetizione della cellula elementare di quattro note Fa – La bemolle – Fa – Si bemolle. Il carattere semplice e ripetitivo di Acknowledgement gli ha assicurato una vasta fama postuma nel mondo del rock, dove la leggenda di Coltrane si è diffusa, con ovvia accentuazione dei toni mistici, trovando proprio in quel riff di quattro note un comodo appiglio acustico. Mentre gli schemi di base dei quattro movimenti sono semplici, il contenuto delle improvvisazioni non lo è. Dal suo lungo silenzio Coltrane esce con una sonorità strana, nuova: più gonfia, vibrante ed enfatica. Di contro, il fraseggio è scarno, asciutto. Vi compaiono, specie nei primi due tempi, alcuni motivi di tre-quattro note, che l’autore trasporta, a suo piacimento, su e giù, verso l’acuto e verso il grave, creando inattesi urti con l’accompagnamento, che resta ancorato alla scala di base. È una tecnica nuova, che utilizza tutte le tonalità descrivendo la “totalità” e la grandezza di Dio, e che avrà importanti conseguenze. A Love Supreme è il capolavoro del periodo iniziato con My Favorite Things.
Servendosi del suo quartetto egli percorre un itinerario mistico, dalla contrizione di Acknowledgement, allo slancio lirico raffigurante la dolorosa decisione di cambiare (Resolution), alla forte, travolgente messa in pratica della decisione presa (Pursuance) fino alla preghiera di ringraziamento, quel metafisico Psalm in cui, alla fine, la voce del sax tenore si sdoppia per inatteso effetto di una sovraincisione, e sembra ascendere in cielo attraversando le suggestive nubi sonore prodotte dalle mazze felpate di Elvin Jones.
L’album fu acclamato in modo quasi unanime, e divenne ben presto il disco jazz più venduto nel mondo. In esso fu vista la summa di tutte le ricerche e gli approfondimenti compiuti da Coltrane negli ultimi anni. Ciò che anche i più entusiasti sostenitori notarono, è che con A Love Supreme si chiudeva un altro capitolo della vita artistica di Coltrane.
Il quartetto suonò A Love Supreme dal vivo solo una volta, nel luglio del 1965 in un concerto ad Antibes, in Francia.
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