L’arena di Pola (chiamato anche anfiteatro di Pola in croato: Pulska Arena) è per grandezza il sesto nel suo genere. Il suo nome deriva dal latino ărēna, che indica la sabbia che ricopriva le platee degli anfiteatri romani. Tra i polesi il monumento emblema della città, dal grandissimo valore simbolico ed affettivo, è chiamato solitamente Rena, dal dialetto istroveneto.
L’anfiteatro venne costruito tra il 2 a.C. ed il 14 d.C. sotto l’imperatore Augusto, prelevando il materiale dalle note cave di pietra situate alla periferia della città ed ancora oggi esistenti. In seguito, l’imperatore Vespasiano, che aveva commissionato il Colosseo a Roma, lo fece ampliare (secondo la leggenda, egli voleva rendere omaggio a Cenis, liberta di origine istriana nativa di Pola, già segretaria di Antonia – figlia minore di Marco Antonio triumviro – e sua amante, che l’imperatore tenne in conto di moglie per un trentennio, prima e dopo la morte della moglie)
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https://it.wikipedia.org/wiki/Arena_di_Pola
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Un po’ monotoni, questi Romani, con le loro costruzioni in serie. C’è da dire però che, a differenza delle nostre, hanno durato millenni.