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Giuseppe Casana nel marzo del 1943 contribuì all’organizzazione degli scioperi dei lavoratori torinesi contro la guerra e fu eletto membro della Commissione interna della Fiat Grandi Motori. Dopo l’armistizio e la conseguente occupazione tedesca, è tra i creatori del
Nato a Piacenza il 12 giugno 1908, fucilato a Torino l’11 ottobre 1944, operaio stuccatore. I suoi, socialisti, si erano trasferiti a Torino quando ancora Giuseppe era un ragazzo…
DA :
ANPI NAZIONALE / DONNE E UOMINI
https://www.anpi.it/donne-e-uomini/1429/giuseppe-casana
Comitato d’agitazione clandestino, che si incarica della lotta contro i nazifascisti alla Fiat Grandi Motori. Attivamente ricercato, a metà ottobre la polizia della RSI si presenta allo stabilimento in cui lavora per arrestarlo, ma egli riesce a sfuggire alla cattura. Datosi alla macchia, chiede al Partito di essere assegnato ad una formazione di montagna. Aggregato alla II Divisione Garibaldi Piemonte, dislocata in Valle di Lanzo, partecipa alla lotta armata con il nome di battaglia di “Pino” e diventa comandante del distaccamento che si occupa dei servizi di polizia. Alla fine di settembre del 1944, quando la “Piemonte” fu investita da un massiccio rastrellamento, Casana, con Giovan Battista Gardoncini (che comandava la II Divisione Garibaldi), e pochi altri partigiani, rimase di retroguardia per consentire al grosso della formazione di sganciarsi. Catturati quando ebbero esaurite le munizioni, i prigionieri furono tradotti nelle carceri di Torino. l’11 ottobre Casana è prelevato dai tedeschi e condotto in Piazza Statuto assieme allo stesso Gardoncini e ad Alasonatti Osvaldo, Castellaneta Ciro, Di Costanzo Guido, Marangoni Vittorio, Scaglia Ermanno, più due partigiani francesi non identificati. Qui i nove prigionieri vengono fucilati per rappresaglia all’attentato partigiano avvenuto nel medesimo luogo il giorno precedente. I loro corpi senza vita rimangono esposti per 24 ore come monito alla popolazione, costantemente sorvegliati dai nazisti per impedire che qualcuno possa toccarli.
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Davvero grazie per farci conoscere la storia di queste persone, che ci hanno regalato una vita migliore.