PALAZZO REALE : Prima, donna. Margaret Bourke-White dal 25.09.2020 al 14.02.2021 +++ GIOVANNA BERTELLI, ENCICLOPEDIA DELLE DONNE, LA FOTOGRAFA MARGARET BOURKE-WHITE

 

 

PALAZZO REALE MILANO.IT / MOSTRE / MARGARET- BOURKE-WHITE

https://www.palazzorealemilano.it/mostre/margaret-bourke-white

 

 

 

Prima, donna. Margaret Bourke-White

dal 25.09.2020 al 14.02.2021

 

Una straordinaria retrospettiva per ricordare un’importante fotografa, una grande donna, la sua visione e la sua vita controcorrente

 

 

Margaret Bourke-White al lavoro in cima al grattacielo Chrysler, New York City, 1934 © Oscar Graubner Courtesy Estate of Margaret Bourke White

Margaret Bourke-White al lavoro in cima al grattacielo Chrysler, New York City, 1934 © Oscar Graubner Courtesy Estate of Margaret Bourke White

 

 

 

 

 

La mostra raccoglie, in una selezione del tutto inedita, le più straordinarie immagini realizzate da Margaret Bourke-White – tra le figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo – nel corso della sua lunga carriera. Accanto alle fotografie, una serie di documenti e immagini personali, video e testi autobiografici, raccontano la personalità di un’importante fotografa, una grande donna, la sua visione e la sua vita controcorrente.

Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Margaret Bourke-White ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dalle prime immagini dedicate al mondo dell’industria e ai progetti corporate fino ai grandi reportage per le testate più importanti come Fortune Life; dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale ai celebri ritratti di Stalin e Gandhi, dal Sud Africa dell’apartheid all’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano.

Sarà possibile ammirare oltre 100 immagini, provenienti dall’archivio Life di New York e divise in 11 gruppi tematici – L’incanto delle acciaierieConca di PolvereLifeSguardi sulla RussiaSul fronte dimenticatoNei campiL’India, Sud AfricaVoci del Sud biancoIn alto e a casaLa mia misteriosa malattia – che, in una visione cronologica, rintracciano il filo del percorso esistenziale di Margaret Bourke-White e mostrano la sua capacità visionaria e insieme narrativa, in grado di comporre “storie” fotografiche dense e folgoranti.

L’esposizione rientra ne “I talenti delle donne”, un palinsesto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano dedicato all’universo delle donne: “I talenti delle donne” intende far conoscere al grande pubblico quanto, nel passato e nel presente – spesso in condizioni non favorevoli – le donne siano state e siano artefici di espressività artistiche originali e, insieme, di istanze sociali di mutamento. Si vuole  rendere visibili i contributi che le donne nel corso del tempo hanno offerto e offrono in tutte le aree della vita collettiva, a partire da quella culturale ma anche in ambito scientifico e imprenditoriale, al progresso dell’umanità. L’obiettivo è non solo produrre nuovi livelli di consapevolezza sul ruolo delle figure femminili nella vita sociale ma anche aiutare concretamente a perseguire quel principio di equità e di pari opportunità che, dalla nostra Costituzione, deve potersi trasferire nelle rappresentazioni e culture quotidiane.

 

 

 

una mostra Comune di Milano|Cultura, Palazzo Reale e Contrasto

a cura di Alessandra Mauro

in collaborazione con Life Picture Collection

con il contributo di Fondazione Forma per la Fotografia

catalogo  Contrasto

 

Orario

Lun: chiuso
Mar: 09:30 – 19:30
Mer: 09:30 – 19:30
Gio: 09:30 – 20:30
Ven: 09:30 – 19:30
Sab: 09:30 – 19:30
Dom: 09:30 – 19:30

Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

 

Biglietti

(prevendita esclusa)

Intero € 14
Ridotto € 12
Abbonam. Musei Lombardia € 10
Ridotto speciale € 6
Biglietto Famiglia: 1 o 2 adulti € 10 /
ragazzi dai 6 ai 14 anni € 6
Gruppi € 12Scuole € 6

 

Acquista

  • BIGLIETTO DATA FISSA

 

Info e prenotazioni

La prenotazione è fortemente consigliata.

 

 

AVVISO CHIUSURA ANTICIPATA

 

Venerdì 23 ottobre Palazzo Reale potrebbe non garantire la regolare apertura della mostra che chiuderà in ogni caso alle 17:30 (ultimo ingresso 16:30) a causa dello sciopero generale nazionale dei settori pubblico e privato indetto per l’intera giornata.

 

 

 

La Diga di Fort Peck, Montana, 1936. © Images by Margaret Bourke-White. 1936 The Picture Collection Inc. All rights reserved

La Diga di Fort Peck, Montana, 1936. © Images by Margaret Bourke-White. 1936 The Picture Collection Inc. All rights reserved

 

 

 

 

 

Montana, 1936. © Images by Margaret Bourke-White. 1936 The Picture Collection Inc. All rights reserved

Montana, 1936. © Images by Margaret Bourke-White. 1936 The Picture Collection Inc. All rights reserved

 

 

 

 

Buchenwald, 1945. © Images by Margaret Bourke-White. 1945 The Picture Collection Inc. All rights reserved

Buchenwald, 1945. © Images by Margaret Bourke-White. 1945 The Picture Collection Inc. All rights reserved

 

 

 

 

 

Gandhi, Pune, 1946. © Images by Margaret Bourke-White. 1946 The Picture Collection Inc. All rights reserved

Gandhi, Pune, 1946. © Images by Margaret Bourke-White. 1946 The Picture Collection Inc. All rights reserved

 

 

 

ENCICLOPEDIA DELLE DONNE

Margaret Bourke-White

 

 

di

Giovanna Bertelli

 

 

Margaret Bourke-White   New York 1904 – Darine 1971

 

Nasce a New York il 14 giugno del 1904, e cresce in una famiglia borghese. Si iscrive alla Columbia University attratta dalle scienze naturali, ma presto, grazie al corso tenuto da Clarence White (omonimo ma non parente e tra le figure più importanti del fotosecessionismo) orienta la sua attenzione verso la fotografia.

 

Già da ragazza manifesta l’essenza del suo carattere e della sua vita: l’ambizione, l’indipendenza e inevitabilmente l’irrequietezza. Non le basterà mai essere la migliore, la più apprezzata e versatile tra le fotografe della sua generazione, vorrà essere sempre la prima. Cambia diverse università fino a laurearsi nel 1927. Nel frattempo si sposa, nel 1925, con Everett Chapman, dal quale divorzia due anni dopo.

 

 

Nel 1928 decide di trasferirsi in Ohio e lì apre uno studio fotografico, specializzandosi nella fotografia d’architettura, di design e industriale. A Cleveland ha numerosi clienti, tra cui le acciaierie Otis, che le danno fiducia, ma anche notorietà. Le sue fotografie degli altiforni, le astrazioni geometriche che le permettono le architetture industriali, ne fanno una delle fotografe più apprezzate anche nell’ambito della ricerca artistica. Si può considerare Bourke-White la prima fotografa industriale famosa e tra i primi fotografi a dare rilievo artistico alla fotografia industriale.

Margaret Bourke-White: 'Great Lady With a Camera'

Life

 

 

Per scattare sale sui cornicioni dei grattacieli più alti, sorvola città, si spinge nelle zone più pericolose degli stabilimenti. La sua ostinazione e ambizione infatti non la fermano davanti alle alte temperature delle fusioni, alla ricerca di nuove soluzioni tecniche fotografiche, né la allontanano da lunghe ore di lavoro in ambienti malsani. Le sue immagini presto iniziano non solo ad arricchire di documenti fotografici gli archivi industriali e il suo portafogli, ma anche i servizi delle riviste illustrate e le pagine pubblicitarie.

Così nel 1929 ha inizio la sua collaborazione con la rivista «Fortune» e la sua nuova ambizione è di essere la “migliore” tra le fotogiornaliste. Nel 1930 è la prima fra i fotografi occidentali a recarsi in URSS, realizzando reportage sull’industria sovietica. Nel 1935 è chiamata da Henry Luce a far parte della redazione fotografica del nuovo rotocalco «Life» e sua è la prima copertina della rivista: una fotografia dell’imponente diga di Fort Peck nel Montana, a simboleggiare il New Deal roosveltiano.

 

 

 

The Photographs of Margaret Bourke-White: Sean Callahan, Margaret Bourke-White, Theodore M. Brown, Carl Mydans: 9780517166031: Amazon.com: Books

 

 

Il suo obiettivo in questi anni è infatti sempre più vicino all’emergenza sociale degli Stati Uniti; sua ad esempio è la celebre fotografia della fila di persone di colore, in attesa della distribuzione di un pasto, sovrastati dalla pubblicità di una automobile con a bordo la tipica famiglia americana wasp e la frase “World’s highest standard of living”.  E ” There is no way like the American  Way “– ” I più alti standard di vita del mondo ” e ” Non c’è altro modo di vivere che quello americano “.ch.

 

 

 

Margaret Bourke-White - Camera-wiki.org - The free camera encyclopedia

 

 

Nel 1937, insieme allo scrittore di successo Erskine Caldwell, che nel 1939 diventerà il suo secondo marito (il matrimonio durerà fino al 1942), pubblica il volume illustrato You have seen their faces sulle tragiche condizioni di vita nelle campagne americane devastate dalla siccità, dalla carestia, dalla miseria.

 

Margaret Bourke-White – RIFLESSIONI QUASI ANALITICHE

 

 

 

You Have Seen Their Faces: Caldwell, Erskine, Trachtenberg, Alan, Bourke-White, Margaret: 9780820316925: Books - Amazon.ca

 

 

 

Il libro viene contestato da più parti perché presenta una realtà molto più edulcorata della realtà tragica che altri fotografi avevano mostrato, ma ebbe ugualmente successo così come i seguenti due libri che pubblicò con Caldwell: North of the Da nube (1939) e Say, is this the USA (1941).

 

Negli stessi anni, sempre per «Life» è inviata in Europa: in Germania, Austria e Cecoslovacchia per documentare l’avanzata del nazismo e la guerra incombente.

 

 

Pin by d d on WAR | Margaret bourke white, History of photography, Documentary photographers

 

 

Nel 1941 è per la seconda volta, con Caldwell, a Mosca. I suoi movimenti sono strettamente sorvegliati e fotografa soprattutto la vita cittadina. Non di meno riesce ad inviare uno scoop alla redazione: in Unione Sovietica non vige l’ateismo. Un servizio di dodici pagine che servì a «Life» per presentare l’URSS non più come il pericolo rosso, ma come possibile alleato antinazista.

 

Russia - Margaret Bourke-White — Google Arts & Culture

 

 

Margaret Bourke-White, Russian peasants riding on a wagon in Siberia (Magnitogorsk, 1931) | The Charnel-House

 

Le fotografie di Bourke-White mostrano una chiesa ortodossa e una protestante nel centro di Mosca. Riesce anche a ritrarre Stalin sorridente e bonario. Ancora: Margaret il 19 luglio 1941 è l’unico fotografo straniero in città. Il primo attacco aereo dei tedeschi sulla capitale, il bombardamento notturno, i tracciati dei bengala. Tutto questo vede e fotografa Margaret dal tetto dell’ambasciata americana, posizionando cinque apparecchi con lunghi tempi di posa, commentando che sarebbe potuta essere “una delle notti eccezionali della sua vita”. Ancora una volta prima, le sue foto furono presentate da «Life» con grande sensazionalismo.

 

 

 

Weimar: Margaret Bourke-White - Soviet Union

 

 

Margaret Bourke-White Russia, 1941 - Margaret Bourke-White — Google Arts & Culture

 

 

 

How a Photographer Captured the Soviet Union's Dramatic Rise | Time.com

 

 

Margaret Bourke-White (1904-1971)/ATB Bilderdienst, Zürich - Catawiki

 

 

 

Margaret Bourke-White. Russian Language School, Carpatho-Ukraine. c. 1938 | MoMA

 

 

Russian child by Margaret Bourke-White on artnet

 

 

 

Rientrata negli USA Margaret impone la sua volontà di diventare reporter di guerra sulla prima linea del fronte. Mai nessuna donna era stata accreditata dall’esercito americano sui teatri di guerra, ma la determinazione della fotografa insieme alla forza di persuasione che poteva avere una rivista come «Life», la più diffusa sul territorio statunitense, hanno la meglio. Margaret Bourke-White è accreditata al pool fotografico dell’esercito, viene disegnata appositamente per lei un’uniforme che ha sulle mostrine la sigla WC (sic!) cioè: war corrispondent e viene mandata in prima linea. Anche lì i problemi logistici non mancano, essendo l’unica donna tra soldati, marinai, aviatori. Letto, tenda, bagno: in prima linea non si può certo indulgere nei particolari ritenuti più adatti per una signora e ben presto il suo soprannome tra le truppe sarà “Il materasso del generale”, mentre lo staff di «Life» con più ammirazione la definisce “Maggie l’indistruttibile”.

 

 

Las mujeres de la guerra - Obesia

 

 

 

Sicuramente Margaret Bourke-White in guerra ha dato il meglio di sé sia come donna sia come fotografa. Il suo obiettivo si ferma sui campi di battaglia, sui momenti di riposo, gli ospedali da campo, i bombardamenti. Fotografa il nord Africa, la lenta risalita dell’Italia diventata un fronte secondario dopo lo sbarco in Normandia; e soprattutto con la sua pellicola ferma i tragici momenti dell’arrivo degli americani guidati dal generale Patton a Buchenwald. Le immagini dei volti increduli oltre il filo spinato, dei forni crematori, delle baracche dei lager non sono semplicemente fotografia, ma documenti storici di enorme valore. Lei stessa davanti allo strazio della realtà dichiara di aver scattato senza guardare, che l’obiettivo le serve come barriera tra sè stessa e l’agghiacciante verità dell’orrore che ha di fronte.Al ritorno dalla guerra non mancano i libri con le sue fotografie: They called it Purple heart Valley, sulla campagna d’Italia e Dear Fatherland, Rest Quietly.

 

 

 

 

 

World War II Military History: Bombing of Berlin Begins Feb. 3 1945 | Time.com

 

 

Pin op war and trauma (ww2)

 

 

 

 

Margaret non consente alla sua fama ormai mondiale di indurla a riposare e continua a fotografare il mondo. Anche per questo non le si assegnano servizi fotografici già previsti, ma ne vengono pensati appositamente per lei.

 

 

 

 

 

How Photojournalist Margaret Bourke-White Showed Apartheid to Americans | JSTOR Daily

 

Protesters carrying banner reading STOP POLICE TERROR listen to speaker during a Communist meeting | South African History Online

 

 

Things Fall Apartheid – ARTnews.com

 

 

 

Simones Film Blog : Margaret Bourke-White

minatori in Sud Africa

 

 

Nel 1947 è in Pakistan e in India, nuovo centro di tensioni nel momento della nascita dei due Stati: intervista e fotografa Ghandi solo poche ore prima che venga ucciso. Nel 1950 è in Sud Africa: descrive l’apartheid e scende due miglia sottoterra per ritrarre il lavoro dei minatori d’oro; è in Corea subito dopo la firma dell’armistizio, a documentare la guerriglia e la popolazione civile ancora una volta in guerra. È sempre prima, sempre la migliore, ogni suo libro un successo. Ma il morbo di Parkinson inizia il suo corso. Nel 1957 firma il suo ultimo servizio per «Life».

 

Nel 1963 scrive l’autobiografia Portrait of myself. Gli ultimi anni vive ritirata nella sua casa in Connecticut, con i pochi soldi messi da parte spesi per le cure mediche. Morirà sola, ma non dimenticata, nel 1971, a sessantasette anni.

 

 

Fonti, risorse bibliografiche, siti

Vicky Goldberg, Margaret Bourke-White, a biography, 1986

Alessandra Mauro e Sara Antonelli (a cura di), Margaret Bourke White, il mio ritratto, 2

Giovanna Bertelli - Rawmaster

Giovanna Bertelli

Storica della fotografia e photoeditor. Ha lavorato per Electa, l’agenzia Grazia Neri, Fratelli Alinari, archivi del Touring Club Italiano, dell’Istituto Luce, dell’Ansaldo. Già docente a contratto (Storia della fotografia) presso l’Accademia di costume e moda di Roma, la Libera Università Maria SS. Assunta (Palermo), le Accademie di Belle Arti di Napoli, Palermo, Brera, oggi insegna Storia della fotografia presso l’Istituto Europeo di Design (Roma), e all’Università di Bari. Ha curato mostre fotografiche e libri su Tazio Secchiaroli, Federico Garolla, Federico Fellini.

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