L’artista, un romanzo di Gabriele Romagnoli, Editore: 66th and 2nd
foto Repubblica
REPUBBLICA DEL 5 OTTOBRE 2020
PADRE OLINTO MARELLA::
“ …Si sedeva su uno sgabello nel centro di Bologna, all’angolo tra le vetrine della più famosa gastronomia e chiedeva la carità a quelli che ne uscivano, rimpinguati dal senso di colpa…”
La prima cosa bella di lunedì 5 ottobre 2020
05 OTTOBRE 2020
DI GABRIELE ROMAGNOLI
La prima cosa bella di lunedì 5 ottobre 2020 è il primo giorno da beato di padre Olinto Marella, l’unico futuro santo che mi abbia mai sfiorato. L’hanno proclamato ieri. Non era neppure “padre”, era un don, ma si occupava di orfani e diseredati che lo consideravano un secondo genitore. Insegnava in seminario a modo suo, fu sospeso e riabilitato. Cambiò citta, da Venezia a Bologna, e materia, da teologia a filosofia. Durante la guerra salvò molti ebrei, nascondendoli in casa. E anche qualche disertore tedesco. Metteva la linea di confine dove gli suggeriva il suo cuore. Si sedeva su uno sgabello nel centro di Bologna, all’angolo tra le vetrine della più famosa gastronomia e chiedeva la carità a quelli che ne uscivano, rimpinguati dal senso di colpa.
Mia mamma mi ci portava una volta al mese, di solito alla fine, dopo il 27, per una celebrazione in tavola: anche questa volta aveva ricevuto uno stipendio. All’uscita lei teneva i cartocci e mi metteva in mano una banconota da consegnare a quell’uomo con la barba lunga, che mi sembrava più vecchio del tempo. All’inizio mi spaventava, lasciavo i soldi e mi giravo. Poi ho imparato a guardarlo negli occhi. Una sera di autunno e caldarroste, caduti i soldi, la mia mano trovò la sua. Ero un bambino di sette anni, tifavo per il Bologna e per Gianni Morandi. Ci aggiunsi un futuro santo. E quel che vale, rimane.
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