San Giorgio e il drago è un dipinto a olio su tela (57×73 cm) di Paolo Uccello, conservata alla National Gallery di Londra e databile al 1460 circa. Sebbene notoriamente l’uso della tela come supporto per i dipinti sia divenuto popolare a Venezia verso la fine del Quattrocento, pare che i primi esempi di pittura su tela siano fiorentini. Questo dipinto, nello specifico, pare essere il primo (o meglio il più antico) esempio a noi pervenuto di olio su tela, dopo la Crocifissione di Donato de’ Bardi
L’opera ritrae il cavaliere san Giorgio mentre dall’alto del suo cavallo sta trafiggendo lo spaventoso drago. Secondo il racconto della Legenda Aurea, san Giorgio, dopo averlo ferito, invita la principessa a legarlo senza timore con la sua cintura perché la segua in città “come una mansuetissima cagna”, dove verrà poi ucciso dal santo per convertirne la popolazione al cristianesimo[2]. San Giorgio è l’emblema della ragione che trionfa sulla bestialità e della fede che vince il male.
Lo sfondo è composto dalla grotta dove il drago ha il suo antro e di un sereno paesaggio con un turbine di nuvole sopra San Giorgio, a simboleggiare il suo vigore guerriero. Il ciclone dietro san Giorgio è composto da un vortice di nubi, che sembra anticipare gli studi dal vero di Leonardo da Vinci. Il suolo è composto da siepi quadrangolari disegnate secondo le regole della prospettiva lineare centrica, della quale Paolo Uccello fu uno dei primi maestri.
Particolare del drago
Sailko – Opera propria
Nonostante la rigorosità della costruzione, la disposizione dei protagonisti non dà un’idea convincente di profondità, essendo semplicemente giustapposti allo sfondo, tanto che non proiettano nemmeno le ombre in terra. La principessa poi, così longilinea, composta e aristocratica, sembra presa dalla cultura tardogotica, facendo di questa tavola un’opera di transizione tra il Rinascimento e la cultura gotica, dove sono presenti alcuni elementi innovativi ma ne mancano altri. Non mancano infatti accenni fiabeschi o paradossali, come lo stravagante drago o la sottilissima lancia, che nella realtà sarebbe estremamente fragile.
LA TAVOLA SI TROVA ::
La facciata della National Gallery di Londra
Peti610 – Opera propria
pianta del primo piano
Il salone E.M. Barry ( 1872-76 )
La Staircase Hall, progettata da Sir John Taylor.
LA SECONDA TAVOLA DI PAOLO UCCELLO CON SAN GIORGIO E IL DRAGO
Di Paolo Uccello esiste anche un’altra tavola con San Giorgio e il drago di dimensioni simili (52×90 cm), conservata nel Museo Jacquemart-André di Parigi. Datata a un periodo leggermente successivo, presenta alcuni accorgimenti come un accenno di ombra al suolo, mentre la resa delle figure è più schematica.
SI TROVA ::
Henri Parent (Français, 1819-1895), hôtel particulier – residenza privata- (1869-1875) du collectionneur Edouard André, devenu Musée Jacquemart-André, 158 Boulevard Haussmann, VIIIe arrondissement, Paris, France.
Il museo Jacquemart-André si trova nel cuore della Parigi haussmaniana, nell’ottavo arrondissement, e ospita la collezione d’arte riunita, tra 1864 e 1912, dai coniugi Edouard André e Nélie Jacquemart. Fu costruito a partire dal 1869 dall’architetto e decoratore francese Henri Parent su commissione del noto banchiere e deputato Edouard André.
Nel 1912, alla morte di Nélie Jacquemart, il palazzo con le sue collezioni fu donato per volontà testamentaria all’Institut de France, con il vincolo di trasformarlo in museo e renderlo accessibile al pubblico.
giardino d’inverno e scalone
FOTO DI Christophe Recoura
LA TERZA TAVOLA DI PAOLO UCCELLO CON SAN GIORGIO E IL DRAGO::
Una terza tavola, anteriore alle altre due, si trova alla National Gallery of Victoria di Melbourne.
San Giorgio e il drago è un dipinto a tempera e oro su tavola (62,2×38,8 cm) di Paolo Uccello, databile al 1423-1425 circa e conservato nella National Gallery of Victoria di Melbourne.
Il primo a pubblicare la tavoletta fu Raimond van Marle nel 1927, che la ascrisse al senese Domenico di Bartolo, ma già un anno dopo Roberto Longhi la collocava nell’ambito di Paolo Uccello, per poi recepirla solo quarant’anni dopo (nel 1968) nel catalogo autografo del pittore stesso.
Questa datazione ( 1423-25 ) si sposa bene anche coi motivi stilistici e con la composizione serrata, che sembra ispirarsi ai modelli serrati delle formelle della porta nord del Battistero di Firenze di Lorenzo Ghiberti, opera alla quale partecipò anche Paolo Uccello in qualità di aiuto di bottega.
Paolo Uccello si cimentò sul tema del San Giorgio almeno altre due volte, in opere oggi alla National Gallery di Londra e al Museo Jacquemart-André di Parigi. Ma se in tali opere le scene sono calate in spazi ariosi e scalati in profondità tramite la prospettiva, in questo caso la battaglia tra il santo e il drago si svolge tutta in primo piano e, secondo un’iconografia assai rara, corpo a corpo. Il santo infatti è già sceso da cavallo ed ha già spezzato la sua lancia, cercando di colpire col mozzicone il drago che lo afferra in vita, con gli artigli e con le spire della coda. In basso la spada giace caduta a terra. Assistono a destra la principessa inginocchiata e il cavallo furente, che si piega ritrosamente come in un episodio della predella di Quarate. Sullo sfondo una città murata di pieno gusto gotico, intonata su fiabeschi toni azzurri e rosa, è sormontata da una grande apparizione dell’Eterno benedicente, in una raggiera incisa sul fondo oro.
Salta all’occhio l’assenza di un interesse prospettico con gli edifici incisi a mano libera sulla preparazione, o nel mancato scorcio della spada abbandonata, sebbene invece la lancia sia invece posata in posizione ordinatamente orizzontale. Di sapore ancora medievale, e quindi compatibili solo con una datazione piuttosto precoce, è poi l’uso estensivo delle lacche, verdi su ali e corpo del drago, nerastre sull’armatura argentata del santo, rosse sulla tiara di Dio Padre. Tocchi d’oro ravvivano alcuni dettagli della parte inferiore, come nelle ali del drago o nell’aureola del santo, dall’inconsueta forma a raggiera, o ancora nei gioielli della principessa e nei finimenti della bardatura del cavallo.
I colori chiari e luminosi, dalle tonalità astratte, venivano in quegli anni ripresi e sviluppati rispetto ai precedenti gotici dalle prime opere di Beato Angelico, con una preferenza per le tonalità azzurree rosa riscontrabile anche nell’unica opera attribuita con relativa sicurezza alla fase giovanile di Paolo Uccello, l’Annunciazione di Oxford. In tale opera compaiono anche alcune aureole a raggiera, simili a quella del Dio Padre, e la stessa figura dell’Eterno è del medesimo tipo fisico, con barba e capelli voluminosi e indossante un triregno. Le rocce scheggiate, motivo di origine bizantina popolare per tutto il medioevo, si piegano qui in maniera ormai più morbida, creando scaglioni che pure si ritrovano nella stessa Annunciazione.
wikipedia : San Giorgio e il drago (Paolo Uccello Melbourne)
https://it.wikipedia.org/wiki/San_Giorgio_e_il_drago_(Paolo_Uccello_Melbourne)
National Gallery of Victoria, Melbourne ( NGV ), è il più grande e il più vecchio Museo dell’Australia, essendo stata fondata nel 1861.
Il museo ha in collezione più di 60.000 opere ed oggetti, riferibili a molte culture ed epoche differenti.
pare di capire che ci sono due sedi…
https://it.wikipedia.org/wiki/National_Gallery_of_Victoria
un interno