REPUBBLICA DEL 28 SETTEMBRE 2020
Coronavirus, superato un milione di morti nel mondo. L’India supera i 6 milioni di contagi
Distanziamento all’inaugurazione della stagione musicale al Liceu Theatre di Barcellona (reuters)
Stati Uniti, Brasile, India e Messico sono le nazioni più colpite e insieme hanno subito la metà delle vittime. L’Oms stima come ‘molto probabile’ un raddoppio dei decessi
PIÙ di un milione di morti legate al nuovo coronavirus sono state registrate in tutto il mondo dal giorno della sua scoperta in Cina nel dicembre 2019, secondo un conteggio stabilito dalla France Press. Il dato sarebbe stato stato poco prima della mezzanotte, un milione di decessi su oltre 33 milione di casi nel mondo e 22 milioni di pazienti considerati guariti. Di questo milione di vittime da coronavirus, quasi un terzo sono in Nord America: circa 307 mila. Con oltre 247 mila morti, segue il Sudamerica in cui il Brasile è il Paese più colpito con più di mille morti al giorno. L’Europa ne conta 220 mila e sta affrontando ora l’inizio della seconda ondata.
Dopo le Americhe e l’Europa, l’Asia è l’area più colpita con quasi 190 mila morti. L’India ha il bilancio più drammatico: stando agli ultimi numeri del ministero della Salute, sono più di 88 mila i nuovi casi confermati nelle ultime 24 ore e 1.124 i morti. Penultime nella triste classifica, l’Africa con 35 mila decessi e l’Oceania con 910. Entrambe stanno tirando un sospiro di sollievo.
“Un milione è un numero terribile”, ha dichiarato nei giorni scorsi direttore esecutivo del programma emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Michael Ryan, stimando un raddoppio “molto probabile”. Le prospettive sono fosche, infatti, con una curva che ricomincia a risalire in Europa, Medio Oriente e Asia, rafforzando i timori di una seconda ondata. E questo mentre le restrizioni sanitarie adottate dai governi, come i blocchi, la chiusura di bar e ristoranti o il divieto di raduni, si stanno incontrando in molti paesi con il crescente malcontento della popolazione. Gli Stati Uniti (quasi 205.000 morti), il Brasile (quasi 142.000), l’India (quasi 95.000) e il Messico (più di 76.000) rappresentano da soli più della metà dei decessi registrati nel mondo. E non possiamo “salvare le persone oggi semplicemente pregando o lavorando su vaccini che non arriveranno fino a tardi”, ha avvertito il direttore generale dell‘Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
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